Fondo priamo: la storia continua

La politica della "complicità" di CGIL, CISL, UIL, FAISA e UGL continua a produrre profitti.

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Dal primo luglio 2017, come previsto dall’ultimo contratto nazionale di categoria, firmato nel novembre 2015, tutti gli autoferrotranvieri risultano iscritti contrattualmente al Fondo Priamo senza il loro consenso e la loro firma.

Prima di tale data, in tutta Italia, solo il 37% degli autoferrotranvieri aveva aderito volontariamente a Priamo. CGIL, CISL, UIL, FAISA e UGL insieme ad ASSTRA e ANAV hanno fatto in modo che ora risultino iscritti il 100% dei lavoratori inquadrati come autoferrotranvieri. (leggi articolo)

Dal primo luglio 2017, tutti gli autoferrotranvieri hanno aderito contrattualmente in modo inconsapevole e obbligatoriamente al fondo di previdenza privato.

La COVIP, organo di vigilanza sulla previdenza integrativa, invece di vigilare sponsorizza le iscrizioni. (leggi articolo)

Il sistema Priamo, pur non avendo i rendimenti dichiarati dai sindacalisti consulenti finanziari e organi di vigilanza di parte deve rimanere, a nostro parere, una scelta libera e consapevole di tutti i lavoratori. (leggi articolo)

La previdenza privata, con l’aiuto dei sindacati concertativi, non deve dirottare il salario dei lavoratori nelle proprie casse attraverso i contratti nazionali di categoria. (leggi articolo)

L’adesione, non propriamente plebiscitaria, alla previdenza integrativa ha quindi innescato l’intervento dei sindacati a stabilirne l’obbligatorietà nel CCNL di categoria. (leggi articolo)

In questi giorni, a tutti gli autoferrotranvieri interessati alla cosiddetta adesione contrattuale a Priamo scattata il 1 luglio 2017, sta arrivando un “modulo completamento adesione”.

L’alibi di comunicare i dati e la password per accedere al portale e verificare la propria posizione è un modo subdolo attraverso il quale, con una semplice firma, si ha la “possibilità” di aderire definitivamente al fondo con il versamento del TFR, confermando come previsto, che tutto era un sistema per facilitarne l’adesione.

Usb ritiene che questa sia una forma fuorviante, che di concerto con quanto stabilito dal ccnl del 2015 continua ad forzare la mano su adesioni inconsapevoli e poco chiare, utilizzando metodi subdoli per sponsorizzare un fondo di previdenza privato in palese violazione dell’art. 1 del decreto legislativo 252/2015 (legge riforma tfr)