Bus: «In sciopero per la sicurezza»

27 giugno 2007 - Il Piccolo

 

Cifre contrastanti sull’adesione: 60 per cento (i sindacati), 35 (l’azienda)

 

Trieste -

Trieste - E' stata del 60 per cento secondo fonti sindacali, e del 35 per cento in base al comunicato della Trieste Trasporti, l’adesione ieri degli autoferrotranvieri allo sciopero di quattro ore, proclamato dalla Confederazione unitaria di base federazione Rdb trasporti. Lo sciopero dei lavoratori non era finalizzato ad alcuna rivendicazione economica, hanno spiegato fonti sindacali, perché «i lavoratori hanno voluto esprimere un forte segnale di protesta nei confronti della società di trasporto pubblico, nonché un’altrettanto decisa richiesta di intervento rivolta all’autorità governativa locale e al Comune di Trieste».

Lo sciopero è stato indetto «per tentare di porre termine al clima di prevaricazioni e soprusi che ogni giorno si riscontrano nel rapporti tra i lavoratori e la società di trasporto pubblico della Provincia di Trieste». Il coordinatore della Federazione trasporti delle rappresentanze sindacali di base, Willy Puglia, durante lo svolgimento dello sciopero è stato ricevuto dal prefetto vicario, Pietro Giardina, e dall’assessore comunale alle aziende partecipate, Paolo Rovis. All’incontro hanno partecipato anche i delegati dell’organizzazione sindacale di base e un gruppo di lavoratori, che nel corso della mattinata avevano effettuato una manifestazione con presidio davanti al palazzo della Prefettura, in piazza dell’Unità d’Italia.

La delegazione ha consegnato ai rappresentanti istituzionali due distinte petizioni, sottoscritte nei giorni scorsi da 300 lavoratori e da 400 utenti del trasporto pubblico, nelle quali si sollecita un deciso intervento per «porre termine alla situazione di estrema precarietà della sicurezza complessiva del servizio e per eliminare i rischi all’incolumità dei lavoratori e dell’utenza del trasporto pubblico provinciale. Bisogna che finiscano le prevaricazioni dei dirigenti nei confronti dei lavoratori che rivendicano maggiore sicurezza e vengono invece colpiti con pesanti sanzioni disciplinari», ha concluso Puglia.(u.s.)