Alitalia: il rinvio dei tempi da parte del governo impone più chiarezza e più coinvolgimento

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Le dichiarazioni rilasciate ieri al Senato dal Ministro Di Maio confermano la volontà del Governo di affrontare la questione spinosa Alitalia solo dopo un'istruttoria sulle cause del disastro industriale, con tanto di persecuzione degli eventuali responsabili, rinviando, di fatto, ad ottobre la soluzione industriale.

Nella dichiarazione, soprattutto, non emerge alcuna indicazione sul progetto futuro, anche se si è parlato di spending review e di vendita. Nessuna notizia si ha dal rispetto l'incontro tenuto ieri al Mit tra i Commissari e il sottosegretario Siri se non le dichiarazioni dei commissari che sperano di avere indicazioni dal Governo su come s’intenderà  proseguire.

Condividiamo la richiesta di avere il quadro chiaro della situazione aziendale per affrontare al meglio il futuro, ma rimaniamo perplessi sulla durata di quest’analisi e sul merito emersi nelle dichiarazioni di ieri.

Alitalia è un'azienda ferma da troppo tempo: da 15 mesi si trova in amministrazione straordinaria, bloccata da un bando esclusivo di vendita imposto dal precedente Governo; lo stesso bando – almeno formalmente – prorogato a ottobre e stare fermi per altri mesi rischia di peggiorare la situazione, anche per la valutazione attesa in autunno sul prestito ponte da parte della Commissione Europea.

In questi anni si è regalato l’intero settore strategico ai competitori, ma il fattore tempo ci preoccupa ancor di più: non sciogliere i nodi politici alla base della vertenza Alitalia, continuare a parlare di una possibile vendita alle attuali condizioni, equivale ad accettare la svendita e lo smembramento dell'azienda.
Su questo noi chiediamo che si faccia chiarezza una volta per tutte.

Non solo, USB ha detto a chiare lettere che la questione Alitalia si deve risolvere dentro la riforma del trasporto aereo, settore martoriato da una deregolamentazione selvaggia. Tutte le vertenze dei vettori, dell'handling aeroportuale, delle manutenzioni, dei tecnici del controllo del traffico aereo, dell'indotto stanno aspettando mentre incombono i soliti nefasti effetti su occupazione, salari e diritti.

USB sollecita di nuovo l'avvio di una sede di confronto presso il Governo con le parti sociali per porre le basi delle linee programmatiche e politiche sulle quali costruire un nuovo modello di sviluppo di Alitalia e di tutto il comparto. Saremo sempre al fianco di chi vuole punire le responsabilità del passato, ma ora serve un’azione efficace e immediata.



Unione Sindacale di Base – Lavoro Privato – Trasporto Aereo