ALITALIA: All'accelerazione sulla vendita si risponda con la mobilitazione!

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In questi giorni si continuano a registrare dichiarazioni dei Ministri di questo governo alle ultime battute che accelerano sulla vendita di Alitalia solo a scopo elettorale. Di fronte a questa follia, proprio manifestata mentre l’azienda si sta lentamente riprendendo, USB non ha alcuna intenzione di rimanere a guardare.


C’è sempre un “buon motivo” per liberarsi di un assett come Alitalia. In un’ultima esternazione a Report, l’ottimo Calenda ci ricorda che abbiamo un quinto dei passeggeri che trasporta Lufthansa e che in amministrazione straordinaria galleggiamo guardando tutti i giorni al prezzo del petrolio, nella speranza che non si alzi, mentre lui ripete ossessivo di non voler mettere più soldi pubblici nella Compagnia.


Ebbene, il nostro Calenda, invece di guardare livoroso e con invidia alle condizioni di altri, si dovrebbe chiedere quale sia stato il ruolo di tutela e protezione che i rispettivi governi nazionali hanno garantito a Compagnie come Lufthansa e AirFrance. Mentre il Ministro smemorato si dimentica sempre di dire quanti miliardi di euro siano costati alla collettività (e quanto costerebbero ancora?) l’avallo e la copertura dei piani di licenziamenti per migliaia di persone in Alitalia, così come in altre vertenze passate sotto la sua “tutela” e dei governi precedenti.
Il miglior modo di risparmiare i soldi dei contribuenti è dare gambe al rilancio di questo settore così come a tutta l’industria del Paese, cosa che evidentemente non sa come fare.


Ciò che è davvero rilevante è se stiamo andando meglio oppure no con una diversa gestione, se, come si afferma anche in Parlamento, l’amministrazione funziona e quest’azienda non produce più voragini di deficit ed è risanabile, come noi abbiamo sempre sostenuto.

Noi la disponibilità in questo percorso l’abbiamo fornita in modo chiaro; ma se s’insiste con la storia che è troppo tardi per salvarla e non c’è nient’altro da fare se non (s)venderla, non potremo che rispondere con la mobilitazione.


Quest’accelerazione non può passare come nulla fosse. I lavoratori di Alitalia si rendono ben conto di cosa si rischia: licenziamenti a migliaia soprattutto se fosse Lufthansa ad affacciarsi all’uscio, perché la compagnia tedesca ha bisogno di un vettore di fatto regionalizzato con un po’ di lungo raggio, non certo di un concorrente in casa propria. Alitalia a certe condizioni sarebbe ridotta a piccola azienda con la metà dei dipendenti che ha ora, niente più che questo.


La vertenza che da più di un anno portiamo avanti per il rilancio di Alitalia, merita una spinta adesso, visto che qualcuno pensa di fare i propri interessi e non quelli dei lavoratori, quindi noi non staremo tranquilli a lasciare che tutti facciano i loro conticini elettorali.

Richiamiamo la politica di opposizione a questo governo a battere un colpo su questa vergognosa e penosa storia e utilizzeremo tutte le occasioni di conflitto possibili, messe a disposizione da chiunque, sin da ora.


Se il governo intende davvero accelerare sulla vendita dell’azienda i lavoratori non lo consentiranno e scenderanno in piazza un giorno sì e l’altro pure.


Roma 8 dicembre 2017
USB Lavoro Privato