Calenda offende gli 11.000 lavoratori di Alitalia! Si deve dimettere!

Nazionale -

USB Lavoro Privato ritiene il “condivido” scritto via tweet dall’attuale Ministro dello Sviluppo Economico in carica Calenda in risposta a un messaggio delirante che protestava per il rinvio del bando su Alitalia, cosa che permetterebbe a 11.000 lavoratori “svogliati e arroganti” di “mantenersi alle spalle dello stato”, è l’ennesima goccia che fa tracimare un enorme vaso riempito da mesi di continue quanto inopportune esternazion da parte del Ministro.

C’è l’evidente offesa recata da un rappresentante del governo in carica, per quanto deligittimato, a migliaia di lavoratori che fanno con professionalità e competenza il loro lavoro tutti i giorni. Non solo, ma sono anche gli stessi che hanno pagato il maggior prezzo delle 3 ristrutturazioni subite negli ultimi anni (2004 piano cimoli, 2008 piano fenice, 2014 piano Etihad) e che stanno tuttora sostenendo il peso della amministrazione straordinaria da mesi con Cassa integrazione e blocchi salariali.

Ma c’è anche tutta l’arrogante tendenza a ignorare le molte analisi, ultima delle quali c pubblicata il 28 aprile dal Corriere della Sera, che disegnano ciò che diciamo da anni: una Compagnia aerea martoriata da piani industriali uno più sbagliato dell’altro ma che può riprendersi il ricco mercato italiano nel frattempo regalato in 15 anni di errori alle concorrenti straniere, sia low cost che compagnie maggiori.

D’altro canto, invece, traspare la rabbia di chi non ha mandato giù la bocciatura un anno fa ad opera dei lavoratori del 4° piano di ritrutturazione, che altro non era se non la riedizione dei medesimi errori che avevano massacrato Alitalia dal 2000 in poi.

Tutte valutazioni sbagliate se provenissero da un privato cittadino ma che si trasformano in errori madornali e imperdonabili se scritte nero su bianco nei tweet di un Ministro che avrebbe le chiavi del palazzo di via Veneto dove si discutono le peggiori crisi dell’industria del nostro Paese.

Non rimane molto altro da dire se non che chiedere le dimissioni di questo inopportuno Ministro in modo che non possa più occuparsi in alcun modo di Alitalia e non possa danneggiare il futuro dei suoi 11.000 dipendenti e delle relative famiglie. Così potrà portare avanti la sua anomala campagna elettorale da esponente politico e non più da Ministro.

Da mesi USB Lavoro Privato sta sollecitando i partiti politici ad assumere una posizione chiara sulla questione di Alitalia e sul Trasporto Aereo nazionale; crediamo che questa sia l’occasione per distinguersi da queste modalità e cambiare davvero l’approccio per salvare un’azienda che ha un ruolo chiave in un settore strategico per l’Italia. 



USB Lavoro Privato
30 aprile 2018