Basta con l'ipocrisia! E' tempo di fatti veri!

Nazionale -

Abbiamo letto con attenzione la nota delle segreterie nazionali della Filt Cgil, Fit Cisl, Uilt e Ugl Trasporti sulla situazione del settore del trasporto aereo e non possiamo nascondere alcune perplessità, se non vere e proprie contrarietà rispetto ai temi importanti che sono posti in questo documento.


In prima battuta riteniamo che il ricordare l’esistenza nel settore di migliaia di cassaintegrati, ultimi arrivati i 76 lavoratori della Argol, e le forti preoccupazioni rispetto alla mancanza di una prospettiva seria di ricollocamento o di approdo alla pensione, sia un atto di forte ipocrisia da parte di queste sigle.

La storia degli ultimi anni è composta da uno sterminato elenco di ciò che si poteva fare e di ciò che USB ha chiesto di fare per mitigare questa drammatica realtà, e di ciò che invece non è stato fatto. Nessuno può togliere la responsabilità verso quelle sigle che da sempre hanno rivendicato di avere un canale privilegiato con Alitalia Cai e altre importanti aziende del settore. Sicuramente non era facile affrontare una tematica complessa, ma il Sindacato confederale ha deciso di non disturbare più di tanto il manovratore, di avallare alcune manovre quali le assunzioni di nuovi precari e di dedicarsi ad altre iniziative, forse più facili e forse più renumerative.

Non è mai troppo tardi per affrontare questo enorme problema e siamo ancora in tempo per poterlo fare nel modo corretto. Per cortesia, però, evitiamo di ripetere farisaicamente che la situazione è molto grave e piuttosto cominciamo a dire quali sono gli strumenti per garantire un futuro migliore ai cassaintegrati e richiedere di tornare il prima possibile là dove tutto è cominciato: a Palazzo Chigi e al Ministero del Lavoro. Il resto sono solo chiacchiere.


Per quanto riguarda invece la tematica del contratto di settore USB non può certo essere sfavorevole a definire regole valide per tutti, partendo da quelle Low Cost che non pagano né tasse né contributi per i lavoratori in base nel nostro paese. Ma riteniamo opportuno fare alcuni chiarimenti:

  • E’ assai difficile pensare di fare contratti tutelanti dopo l’esperienza CAI, dopo l’ultima esperienza in Meridiana (nella quale si è imposto agli Assistenti di Volo la normativa di AirItaly -giri macchina fino a 30 ore di servizio) e dopo aver visto la brutalità con la quale i lavoratori Argol sono stati espulsi da parte di Alitalia. In questo senso, le preoccupazioni aumentano considerevolmente in vista dell'annunciata integrazione tra Cai, Blue Panorama e WindJet.

Se il contratto di settore è la rincorsa notarile alla peggiore normativa o alla cancellazione della clausola sociale non vediamo il motivo di fare un cosa che i padroni sanno fare molto meglio di noi senza di noi.

  • Per questo motivo, in questo momento storico, abbiamo il fondato dubbio che il contratto di settore serva più a quei sindacati che rivendicano l’esclusiva nobiliare delle trattative, all’esclusione di tutti coloro che non la pensano come loro piuttosto che ai lavoratori.

  • Se invece l’obiettivo fosse di fare una normativa dignitosa, allora occorrerebbe rilanciare il dialogo tra le categorie, salvaguardando la specificità tra personale di terra e naviganti, facendo ripartire quella democrazia partecipativa che è l’unica garanzia di mobilitazione e tenuta di un prevedibile scontro con le compagnie aeree che ormai vedono solo un futuro di low cost per tutto il settore. Noi siamo convinti che sia questo che serva e non certo rintanarsi nelle contraddittorie, ambigue e pericolose previsioni dell’ accordo del 28 giugno 2011.


Infine, l’accenno alla “corretta e unica modalità di canalizzazione delle trattenute sindacali in tutto il settore”, che dovrebbe essere comunicata a tutte le aziende del settore da parte di Cgil, Cisl, Uil e Ugl suona un po’ sinistra. Da una parte, è ovvio che queste OO/SS siano libere di fare quello che vogliono delle loro trattenute, dall’altra è molto meno ovvio che possano mettere le mani sulla libera scelta dei lavoratori di scegliersi il sindacato e le modalità economiche con le quali sostenerlo. Ogni eventuale decisione che tocchi i diritti costituzionalmente garantiti di ogni singolo lavoratore sarà da noi immediatamente perseguita nelle sedi più opportune.

Inoltre, tanta premura nella “canalizzazione” delle deleghe da parte delle sigle confederali è in palese contraddizione rispetto al fatto che le stesse da anni e nella stragrande maggioranza delle aziende evitino accuratamente di misurarsi democraticamente con la totalità dei lavoratori.


Riteniamo che sia evidente a tutti quanto lo stato del settore sia drammatico e grave. Proprio per questo, USB è convinto che serva urgentemente la riattivazione di una politica sindacale che sia basata su:


  • lo stop alla corsa al ribasso infinito su occupazione, contratti e salari;


  • rimettere la parola solidarietà al centro dell’agire collettivo per recuperare occupazione e serenità agli espulsi e ai precari.


Sulla prima tematica consideriamo che il contratto nazionale dei vettori, che poi si unisca a quelli già in essere nel catering, aeroporti e handling, possa essere uno strumento utile a patto che nasca dal basso, con regole democratiche e nel rispetto delle specificità categoriali e non certo nelle stanze dei segretari nazionali.


Sulla seconda, è urgente la riapertura dei tavoli presso il Governo e le Regioni per affrontare la tematica nei suoi molteplici aspetti (riassunzione, riqualificazione e pensionistici) partendo da quel concetto di solidarietà, clamorosamente mancato in questi anni, senza il quale non vediamo soluzione.


Su queste basi, USB dichiara la propria disponibilità immediata al confronto con quelle sigle che riterranno di condividere questo percorso.


Serve a tutti rilanciare la dimensione collettiva nel lavoro, il circolo virtuoso dell’informazione, la mobilitazione che prepari al conflitto. Essere pronti a sostenere con tutti gli strumenti disponibili le proprie ragioni è forse l’unica garanzia che ci si provi davvero a frenare la caduta libera dei diritti e dei salari.


Senza di questo, siamo in presenza solo di ipocrisia e autoreferenzialità



15 febbraio 2012 USB L.P. Trasporto Aereo