Argomento:

Accordo del 10 gennaio, ovvero La democrazia negata. NOT IN MY NAME!

Nazionale -

Il regolamento dell’accordo di rappresentanza sottoscritto il 10 gennaio scorso da Confindustria e Cgil, Cisl e Uil pone ognuno di noi di fronte a una scelta.
L’obiettivo di questo regolamento, non a caso chiamato “Testo unico sulla rappresentanza sindacale” è quello di rinchiudere il diritto democratico di ogni singolo lavoratore dentro un recinto ben preciso dove sono i datori di lavoro e i sindacati collaborativi a decidere chi è titolato a rappresentare, ovvero loro stessi.
Certo, si può anche aggregarci all’allegra compagnia, ma a patto di accettare e sottoscrivere tutti gli accordi, compreso il divieto a protestare verso gli accordi, condizione davvero inaccettabile per chiunque professi un minimo di spirito indipendente e critico.
Quest’ accordo è la prima risposta a chi, come Renzi (non certo Che Guevara), voleva fare una legge di rappresentanza in Parlamento ed è la prima toppa al “vulnus” creato dalla sentenza della corte costituzionale del luglio scorso, che riapriva spazi democratici dentro le relazioni industriali e che conteneva una richiesta diretta al Parlamento di fare una legge.


Mentre in Cisl e Uil l'accordo passa – ovviamente - liscio come l'olio, checché ne dicano dentro le categorie a quelli che ancora vogliono crederci, in Cgil pare avviato un duro scontro.

Non possiamo certo affidarci e fidarci dello scontro tra nomenclature su posizioni di potere interno. USB preferisce che questo accordo cominci a essere sfiduciato dal basso!


A questo punto, l’iniziativa di “Not In My Name!” da una necessità si è trasformata in una vera e propria urgenza.


Vi ricordiamo che le sigle confederali e i loro accoliti si stanno tuttora incontrando con le associazioni datoriali per il contratto nazionale del nostro settore. Su quale basi, su quale mandato e su quale piattaforma continua a essere un mistero.

Nel nostro settore non è in vigore un accordo generale delle RSU e nella stragrande maggioranza dei casi vigono le RSA. Per gli accordi da loro stessi sottoscritti, nel caso di presenza di RSA è facoltà di chiedere un referendum solo se sottoscritto da almeno il 30% dei lavoratori in massimo 10 giorni dalla firma dell’accordo. Per un contratto nazionale qual è il bacino di riferimento?


“Not In My Name!” non solo divelte il concetto di delega passiva, da sempre caro alle OO/SS confederali, ma è una forma di richiesta preventiva di referendum.
Oggi, ogni singolo lavoratore deve promuovere con il suo collega, il suo amico, il suo compagno di galley, questa iniziativa.

Per la democrazia, per noi stessi!


18 gennaio 20014

RSA Alitalia AA/VV USB Lavoro Privato