Air Italy, arrivate le lettere di licenziamento ai 1350 lavoratori e lavoratrici. Non finisce qui: ora il governo si assuma davvero le proprie responsabilità
Come previsto dal 9 dicembre, ai 1350 lavoratori e lavoratrici di Air Italy sono arrivate le lettere di licenziamento firmate dai commissari liquidatori Laghi e Lagro.
Un'iniziativa scontata da parte di una proprietà che da tempo ha manifestato la più totale noncuranza degli effetti sociali prodotti dalla propria malagestione per quella che era la storica seconda compagnia aerea italiana, nonché la prima ed unica in Sardegna.
A rendere non meno amaro questo epilogo è stata la complessiva debolezza del sistema politico e istituzionale, che non ha saputo imporre agli azionisti soluzioni alternative al licenziamento.
Ma la storia non finisce di certo qui! Anzi, riteniamo che adesso il Governo italiano debba assumersi l'onere e la responsabilità del futuro di questi lavoratori, come di tutto il settore, abbandonato a sé stesso durante la più grave crisi mondiale dal dopoguerra ad oggi.
Le lettere di licenziamento fanno di fatto cadere gli alibi fino a qui utilizzati per giustificare la propria impotenza e l'imbarazzante scaricabarile al quale abbiamo assistito fino a questo momento.
Governo al quale chiediamo di affrontare un vero e proprio disastro sociale e politico, adoperando tutti gli strumenti in suo possesso, non ultimo il potere di salvaguardia degli interessi nazionali e sociali che la stessa Costituzione italiana gli conferisce con l'articolo 41.
Ci aspettiamo a brevissimo la convocazione del tavolo annunciato durante l'ultima riunione con i tre ministeri coinvolti, ai quali chiediamo risposte immediate su area di crisi complessa, bacino di riqualificazione e ricollocazione e la copertura degli ammortizzatori sociali fino a tutto il 2025.
A tutti i lavoratori e lavoratrici Air Italy colpiti dai licenziamenti, in particolare ai tanti che da sempre si battono contro lo sfacelo industriale e gli accordi sbagliati che hanno caratterizzato gli ultimi anni, vogliamo inviare la nostra solidarietà e l'invito a non mollare, mai.
AP – Cobas - USB
3-1-2022