Air Italy dopo Alitalia: quasi 10mila posti in fumo nell’indifferenza di Draghi. USB: il governo cambi indirizzo, manifestazione nazionale a Roma

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Cosa si può dire quando un disastro annunciato si realizza nella sua brutalità? Solo che la rabbia non basta più! I 1350 lavoratori Air Italy hanno ricevuto ieri le lettere di licenziamento dopo che il 30 dicembre 2021, cioè pochi giorni fa, il Ministero del Lavoro tenuto sotto scacco dalla proprietà e dai soci Qatar che non si sono nemmeno presentati al tavolo delle trattative, ha chiuso di fatto una procedura di licenziamento.

La vicenda Air Italy si apre nel febbraio 2020, pochi giorni prima della pandemia che farà tremare il trasporto aereo mondiale, quando l’azienda “in bonis”, decide di sospendere l’attività con la messa a terra di tutti gli aeromobili. Il grounding e la restituzione ai lessors delle macchine sono tra i primi atti che aprono la più grave delle crisi dal 2016, quando fu deciso l’ingresso di soci extracomunitari seguendo l’esempio della vicenda Alitalia Cai poi ceduta a banche e a Etihad. Soluzioni che hanno affossato le due aziende. Non a caso a distanza di pochi mesi esplode anche la crisi Alitalia Sai in AS.

I lavoratori delle compagnie in crisi in questi due anni hanno urlato il bisogno di un progetto industriale unitario, per un vettore nazionale pubblico che rilanciasse il mercato del trasporto aereo una volta superata la pandemia. Ma in questi due anni nulla ha retto all’imposizione della UE e delle scelte del più liberista dei governi, che ha portato invece in direzione diametralmente opposta.

Ci si ritrova così con Ita Airways, compagnia pubblica al 100% che lascia fuori dal suo perimetro 8000 lavoratori, ai quali si aggiungono i 1350 di Air Italy. Dopo lotte dure per un posto di lavoro, erano stati concessi solo un po’ di ammortizzatori sociali e adesso arrivano i licenziamenti.

In tale contesto si colloca la questione della continuità territoriale della Sardegna dalle basi di Olbia e Cagliari, ceduta niente meno che a Volotea, la più spinta low cost operante in Italia, alla faccia dei dipendenti Air Italy. Nulla è accettabile, a partire da incompetenza e disinteresse del governo. La rabbia cresce ma non può bastare.

Serve costituire immediatamente un’area di crisi complessa, che comporti da una parte ammortizzatori sociali adeguati all’80% fino a tutto il 2025 a conclusione della crisi Covid e dall’altra la costituzione di un bacino di ricollocazione/riqualificazione e mantenimento licenze e brevetti per l’occupazione.

Le vertenze non sono chiuse e dobbiamo invertire la rotta che sta sbriciolando ogni infrastruttura italiana nel settore aereo, portando a una Caporetto senza precedenti. USB si schiera con i lavoratori Air Italy e sarà al fianco di ogni loro rappresentanza, per la dignità. Indiciamo sin da ora una manifestazione nazionale a Roma in occasione della prima convocazione del tavolo Air Italy e sulle crisi del Trasporto Aereo.

USB Lavoro Privato – Trasporto Aereo

4-1-2022