Alitalia/assistenti di volo. Privilegi per pochi, Alis per nessuno

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In un momento di profonda confusione in cui l'incertezza del futuro incombe, l'azienda fa la cosa sbagliata: va a toccare Alis, l'unico strumento che consente ai naviganti un minimo di autogestione che non debba passare attraverso mail, richieste e genuflessioni.


L’azienda ha consentito e accettato che in questi anni le singole persone abbiano utilizzato questo strumento a ruota libera, spesso i risultati sono stati l’innalzamento delle ore di volo fino allo sforamento dei limiti annuali previsti da ENAC. Se queste pratiche non corrette hanno comportato un aumento dei costi questo oggi non può essere pagato da tutti indistintamente. La strada non può essere sembra quella di limitare senza alcuna cognizione di causa e mettere il paletto delle cinque ore vuol dire, di fatto, inibire lo scambio.


Restringere le possibilità di utilizzare Alis significa ridurre in modo pesante i margini per la sopravvivenza della categoria e vuol dire far riemergere tutte le problematiche che in questi cinque anni sono state nascoste sotto il tappeto.

Questo è proprio il punto che sta alla base di un ragionamento che deve essere diverso e impostato sull’equità e che per USB ha radici molto lontane e che dipende dalla massima visibilità e trasparenza dell’utilizzo degli strumenti di gestione operativa oltre che da una lista di anzianità pubblica.


Il provvedimento si cala in alcune realtà periferiche come una mannaia.

A Catania e Milano a farne le spese sono ancora una volta gli stessi lavoratori che vengono dalla cassa integrazione e con la pistola alla tempia hanno dovuto scegliere tra un posto di lavoro da “deportati” o la disoccupazione e dai colleghi mandati in distacco in Smart Carrier. Questi lavoratori sono sotto utilizzati e a stento riescono ad affrontare le spese per operare fuori base e di certo non devono essere loro a pagare il prezzo di esercizi sbagliati. Questo vale anche per chi lavora a Venezia e Pisa.


Più in generale le fasce più deboli come le madri o i genitori mono affidatari che già fanno i salti mortali per conciliare lavoro e vita privata sono molto penalizzate così come lo sono i colleghi che utilizzano questa possibilità per le necessità quotidiane di amministrazione della propria vita lavorativa riguardo alle esigenze personali e familiari.


Ci chiediamo come sia possibile che tecnicamente non si riesca a intervenire in modo specifico per violazioni individuali e non sulla generalità dei colleghi che hanno bisogno del trip trading. Siamo sicuri che l’aumento dei costi generato sia certamente riconducibile a comportamenti individualisti ben definiti. A questo l’azienda è chiamata a dare risposte chiare e immediatamente.


La questione Alis, su cui vediamo grande fibrillazione, deve essere accompagnata da una profonda riflessione che parta dalla tutela dei diritti per rimettere in moto un’azione collettiva.


USB con il flash mob e lo sciopero del 18 ottobre ha dimostrato che si può invertire la rotta.


Per ricostruire una dignità di categoria dobbiamo uscire dal personalismo, ripartire dai bisogni comuni, ma soprattutto dobbiamo fare un’analisi profonda di questi cinque anni che sono stati il fallimento della solidarietà di cui abbiamo bisogno per salvare il nostro futuro.


Ripartiamo dai bisogni, ricostruiamo la coscienza.


RRSSAA AA/VV Alitalia Cai Smart Carrier Cityliner


USB Lavoro Privato

 



Fiumicino, 23 ottobre 2013