ALITALIA CAI: Dichiarazione d'intenti per spremere i lavoratori senza contropartita
Sembrerebbe pronto il documento finale, esito degli incontri per la riorganizzazione aziendale, tenuti ad alto livello in queste settimane tra azienda e le segreterie confederali nazionali del T.A.
Le premesse saranno sempre le stesse: non si poteva fare nulla di diverso, la produttività serve al rilancio dell’azienda, considerevole l’effetto della congiuntura economica negativa. Naturalmente i lavoratori sono all’oscuro di tutto evidentemente indegni di essere aggiornati se non a cose fatte.
Si parla di una dichiarazione d’intenti in cui, le spettabili organizzazioni, s’impegnerebbero a pagare a breve senza vedere la merce acquistata, rimandando ai tavoli successivi il dettaglio dell’accordo. Cioè, il sindacato sborsa subito, l’articolo arriva dopo, se arriva. Come nel caso delle assunzioni, l’abbiamo visto bene come è andata a finire.
Le stabilizzazioni dal bacino della mobilità che, insieme ai trasferimenti rappresentano il corrispettivo sull’altro piatto della bilancia, sono ancora rimandate a data da destinarsi.
Qual è il prezzo, è facile dirlo: si vocifera insistentemente di soluzioni trovate nella flessibilità estiva (deroghe sulle ferie, cavallo di battaglia dopo l’accordo sperimentale per i piloti firmato lo scorso anno), applicazioni contrattuali stringenti vedi ad esempio la composizione equipaggio del A330 e qualche risparmio qua e là (downgrading degli alberghi ad esempio).Non escludiamo altre geniali trovate quali l’applicazione della flessibilità nel part-time prevista dalla legge Fornero.
Sta di fatto che i conti dell’azienda non sono entusiasmanti (è un eufemismo), e che si sta facendo la solita operazione di addebitare le perdite, la scarsa flessibilità e competitività in conto ai lavoratori senza che vi sia alcun impegno da parte della dirigenza e della proprietà ad interventi strutturali con una oramai necessaria, ricapitalizzazione.
L’azienda sin dall’inizio ha goduto di un trattamento incredibile per un’impresa privata. Il disavanzo ora ricade sui lavoratori e la collettività, gli azionisti non sono ancora chiamati da nessuno a sostenere la compagnia dopo aver beneficiato di agevolazioni d’ogni specie.
Vediamo, infatti, che nel 2009 è stata firmata la solidarietà espansiva tuttora in essere, nel 2011 la procedura è stata accordata dal ministero la cassa integrazione volontaria, sono comunque stati utilizzati contratti a tempo determinato per le flessibilità stagionali di operativo e nonostante questo si continua a formare personale con i corsi a pagamento senza prospettive di lavoro allargando a dismisura la base di disoccupazione in questo settore.
Certo, si comprende bene perché Assaereo avrebbe richiesto al ministero, attraverso un interpello fatto ad ottobre, di verificare i trattamenti delle procedure in essere e di quelle eventuali da mettere in campo entro dicembre 2012.
Siamo contrari a ogni ipotesi di taglio del costo del lavoro tradotto con le flessibilità annunciate nei giorni scorsi a fronte di esuberi fittizi ed abbiamo poche sintetiche parole da dire:
non ci provate…
…a ricomprarvi per la quarta volta le assunzioni dei lavoratori in mobilità;
a far digerire provvedimenti tesi a risparmiare soldi sulle spalle degli aa/vv; a
presentarvi in categoria con le solite formule di recupero sul costo del lavoro quelle si, propedeutiche ad esuberi strutturali ;
A proposito, prendetelo come un dovere assoluto: il bacino unico di riferimento per tutto il periodo di mobilità rimane quello del personale ex- Alitalia. Stavolta davvero non vogliamo sentire storie di esclusioni o di black list;
Non ci provate a chiudere l’accordo senza le assunzioni dovute da un anno e mezzo!
Struttura AA/VV Alitalia Cai
USB Lavoro Privato
Fiumicino, 27 novembre 2012