Alitalia CAI: QUALE FUTURO PER LA SMART CARRIER?
Tra le innumerevoli voci che si sentono circolare sull’incerto destino della CAI, negli ultimi giorni circolano anche dei rumors che riguardano una prossima, se non imminente, vendita della Smart Carrier a imprecisati acquirenti.
Questi rumors ipotizzano che alcuni dirigenti della Cai stanno lavorando, da diverse settimane, alla cessione a terzi dell'Airone e degli assistenti di volo impiegati presso quest'ultima.
Innanzitutto va sottolineata, qualora questi rumors si dovessero rivelare veritieri, l’assurdità industriale di questa eventuale iniziativa.
Tutti ricordano con quale enfasi è stato annunciato, all'interno della recente presentazione del piano industriale dell’amministratore delegato Fabrizio Del Torchio, il rilancio della Smart Carrier e l'importanza che viene data all'Airone al fine di presidiare, ad esempio, un importante mercato come quello rappresentato dall'ingente traffico passeggeri presente a Catania e a Palermo.
Vendere l'azienda su cui la CAI afferma di voler puntare per occupare importantissimi segmenti di mercato è industrialmente privo di senso e contraddittorio, a meno che la situazione economica della CAI non sia drammatica al punto tale da vendere in fretta e in furia i suoi pezzi più pregiati.
La struttura Assistenti di volo USB della Smart base Catania chiede e pretende chiarezza a gran voce!!
Come noto a tutti, la gran parte degli assistenti di volo che lavorano in Smart a Catania sono stati assunti fra gennaio e febbraio con matricola CO, unici in tutta la CAI ad avere questa matricola…eppure queste assunzioni sono figlie dell’accordo del quattro marzo 2011, accordo che ha generato altre assunzioni in Alitalia CAI...nessuno pensi, nemmeno per un momento, che si possa separare il destino degli Assistenti di volo della Smart invocando ragioni di forza maggiore o peggio ancora additando alla sfortuna ciò che deriva dall'inerzia delle Organizzazioni Sindacali che hanno partorito assunzioni di serie B...
Stiamo parlando di 46 assistenti di volo che provengono da 4 anni di cassa integrazione ed alcuni mesi di mobilità, che hanno un età compresa fra i 40 e i 50 anni ed un'anzianità aziendale che varia fra i 15 e i 25 anni.
Lavoratori che hanno il diritto di essere considerati alla stregua degli assistenti di volo che lavorano presso la propria base e che devono rientrare in un circolo virtuoso che gli dia la possibilità, prima o poi, di tornare a casa.
Anche ipotizzando che l'unico motivo che ispirerebbe chi immagina queste soluzioni sia l’immediata e urgente esigenza economica dell'Azienda, questa iniziativa supererebbe per miopia industriale, ingiustizia e mancanza di responsabilità sociale anche i pensieri più pessimistici che si possono avere sull'argomento.
Questi Assistenti di volo sono stati estromessi dal ciclo produttivo e tenuti fuori dall'Azienda per cinque lunghi anni, malgrado la loro anzianità fosse ben maggiore della gran parte dei lavoratori assunti prima di loro, subendo un importante danno economico e morale in 5 anni di forzata assenza dal lavoro.
Sono stati riassunti in occasione dell’accordo, che non ha esaurito il bacino dei mobilitati, siglato alla fine dello scorso anno, che ha nuovamente introdotto la cassa integrazione per gli assistenti di volo di Alitalia, e che ha permesso all’azienda di risparmiare centinaia di milioni di euro…riassunti in Smart Carrier, part-time, su base periferiche e demansionati, costretti a doppie spese per lavorare.
Gli assistenti di volo SMART hanno trascorso un inverno con pochissimo lavoro, con stipendi umilianti e indecenti, a Roma sono stati costretti a parcheggiare la propria auto fuori da dove la parcheggiano gli altri naviganti , o a spendere cifre considerevoli a Milano(168 Euro da anticipare ogni trimestre) e, ciliegina sulla torta, a pagare anche il parcheggio presso la propria base, a Catania e a Pisa...malgrado ciò la puntualità, la produttività e la professionalità degli assistenti di volo della Smart è da guinnes dei primati...
Nessuno scambi però questa serietà per dabbenaggine, nessuno dei lavoratori coinvolti in questa vicenda assisterà passivamente a operazioni tese a penalizzare ulteriormente chi ha già pagato, e continua a pagare, il peso della ristrutturazione dell’Azienda.
La struttura USB della Smart base Catania e le altre strutture SMART di Pisa e Milano è nata e ha preso corpo per iniziativa di madri e padri di famiglia preoccupati per il loro futuro e quello delle proprie famiglie e questi lavoratori, stanchi di anni di ingiustizie e di trattamenti indecenti, sono pronti a lottare per evitare il ripetersi di situazioni penalizzanti…
L'Alitalia e la Smart fanno parte della stessa Azienda e devono continuare ad esistere in modo sinergico per garantire una credibile strategia industriale e per dare la possibilità al personale navigante di poter affrontare il futuro in modo equo.
Nei prossimi giorni l’USB dovrebbe incontrare l’Azienda per un primo incontro per porre questi temi. Purtroppo ad oggi tutti gli incontri fra Aziende e Organizzazioni Sindacali sono stati sospesi in modo unilaterale da parte dell'Azienda. Ribadiamo all'Azienda l'improcastinabile necessità di avere risposte e chiarimenti riguardo ai temi affrontati in questo comunicato per valutare, insieme ai lavoratori, se vi saranno segnali di apertura, o se viceversa si sceglierà, da parte dell’Azienda un atteggiamento di chiusura verso queste sacrosante istanze.
Al riguardo, corre voce che la nascita della struttura USB Smart base Catania abbia prodotto agitazione e preoccupazione in ambienti aziendali e sindacali…chi si agita dovrebbe però chiedersi cosa sia più preoccupante: cercare di difendere in prima persona il proprio posto di lavoro, il proprio salario e con esso la propria dignità o denotare una preconcetta ostilità nei confronti di chi lavora seriamente e vorrebbe continuare a farlo?
Catania, 3 Ottobre 2013