Alitalia CAI: voltare pagina - Not In My Name

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L’assemblea di ieri, indetta da USB presso la mensa di FCO, rispetto ad altre occasioni, finalmente ha visto la presenza di un buon numero di colleghi. Vogliamo ringraziare le tante le persone, anche iscritte ad altri sindacati che hanno dimostrato di avere a cuore il destino di quest’azienda ed hanno partecipato non solo in termini di presenza, con l’intenzione di rivendicare la dignità di questo lavoro partendo dal confronto.

Uno scambio che è mancato troppo a lungo. Per la prima volta ci siamo parlati francamente e tanti interventi hanno qualificato con proposte e analisi quest’incontro. Crediamo che questo iniziale atto concreto consentirà di voltare la pagina rispetto a quanto accaduto in questi cinque lunghi anni.


La situazione di Alitalia è molto critica e l’azienda ha presentato un piano industriale durissimo che prevede il taglio del costo del lavoro 128 ml di euro corrispondente a circa il 40% dei provvedimenti di riduzione di spesa. La messa a terra di 11 aeromobili A321 e la contestuale richiesta di aumentare la produttività della categoria A/V portandola nel triennio 2014 -2016 fino a 829 ore medie annue, sono indicative del carattere estremo di questi interventi. USB ha chiesto di sapere con precisione i dati fallimentari del piano Fenice che ci hanno portato a questo punto per individuare i responsabili della gestione e superata questa fase di emergenza e transitoria, si è chiesto un segnale d’inequivocabile discontinuità.


A fronte di sacrifici salariali tutti da definire e con la prospettiva di esuberi da gestire queste richieste non vanno nella previsione di un riposizionamento sul mercato con lo sviluppo che ci aspettiamo, giacché ancora non c’è un partner industriale.


All’ipotesi di licenziamenti più o meno mimetizzati USB ha detto no. Nessun altro posto di lavoro dovrà essere toccato. Dopo quello che è accaduto nel 2008 non siamo disponibili ad altri scempi!


Presentare la necessità di procedere in questo senso per corrispondere alle ipotesi pregiudiziali di alleanze significa però non tenere conto di una realtà oramai ben diversa da quella conosciuta come quella dei privilegiati dell’aria. Pur avendo la certezza di avere il costo del lavoro sotto le medie delle major companies, ci si propone, di portare come termine di paragone per i salari degli AA/VV le aziende di TA in concorrenza sul territorio nazionale. A valle della distruzione dei contratti, avvenuta nell’arco dell’ultimo decennio, ciò significa volerci confrontare ai trattamenti delle low cost.


Dal punto di vista sociale questa categoria in Italia è man mano scivolata verso redditi molto bassi. Siamo oramai a stipendi base tra le 500 e 900 euro. Su questi fissi sono pagati i contributi e sono costruite le pensioni. La seconda voce della busta paga e il volato non fanno crescere di molto i salari specialmente se parliamo di neoassunti. Crediamo che questo sia il primo dato da cui partire per riformare la coscienza di un gruppo sociale.


Inoltre a questo momento, non c’è alcuna visibilità strategica. La ricapitalizzazione anche se è stata pressoché ottenuta, in questi termini non da nessuna garanzia per la sopravvivenza. I 300 ml di rifinanziamento in assenza della volontà di mantenere quest’azienda come Assett fondamentale del Paese e rilevanti cambiamenti come quelli elencati di sopra darebbero respiro solo qualche mese. Attendiamo i prossimi incontri con l’azienda per conoscere le articolazioni delle richieste e proporre le nostre soluzioni scendendo nel concreto dei problemi.


In questo quadro sempre ieri mattina, si è svolto presso Assaereo il primo incontro per la parte specifica assistenti di volo nell’ambito del contratto dei vettori. Abbiamo già scritto che si sta tracciando la condizione di una necessità convergente dei soggetti interessati alla trattativa: sindacati e compagnie aeree. Pare siano stati chiesti contratti interinali e apprendistato. Riportiamo che la riunione è stata aggiornata.


La via d’uscita per portare Alitalia e di conseguenza il trasporto aereo fuori dal pantano in cui si trova non può prescindere da scelte determinate. Se si dà per scontato che il settore ha già perso decine di migliaia di addetti, le leve cui si dovrebbe lavorare per evitare altro disagio sono state già indicate:

Intervento pesante del governo nella vertenza, controllo del rifinanziamento, garanzia per la ricerca del partner complementare alle esigenze di Alitalia

  • Ridefinizione del settore e del sistema di regole nel TA

  • Attivazioni del controllo per l’attuazione delle norme

  • Piano per gli aeroporti


In questo scenario la proposta sindacale e politica d’emergenza è Not In My Name che diventa una richiesta di trasparenza e democrazia, un modo per ritrovare la voce, un atto legale che vincola la trattativa senza esplicito mandato, e una possibilità di riscatto tesa a ricostruire la coscienza della categoria.


Durante l’assemblea sono state raccolte subito decine di schede. Da lunedì 16 dicembre saremo al CBC di FCO per tutta la settimana. Chiediamo anche ai colleghi di darci una mano e di confrontarci su questa iniziativa. La prossima settimana è prevista un’assemblea a Catania il giorno 20 dicembre alle ore 10.00 appuntamento presso gli arrivi dell’aeroporto Fontanarossa.


Chiediamo subito e insistentemente in ogni base di servizio assemblee indette dai sindacati confederali che partecipano alle trattative per il contratto di settore e una piattaforma condivisa per la contrattazione.

Non è troppo tardi per cancellare le posizioni di rendita di queste sigle. Prendi una penna e regalati la soddisfazione di dire:

Not in my name!

 

RRSSAA AA/VV Alitalia Cai/Smart/Cityliner

USB Lavoro Privato T.A.

Fiumicino, 14 dicembre 2013