Alitalia/Sindacati lanciano allarme societarizzazione, è svendita
Sult: situazione preoccupante. Già definiti gli aquirenti.
Cub: è svendita. Risponde a diktat di Air France
Roma - Lo spacchettamento di Alitalia con la cessione delle attività cosiddette secondarie è il preludio della svendita della compagnia ad Air France e alla sua conseguente liquidazione. I sindacati autonomi rilanciano l'allarme sulla dismissione delle società di Az Servizi che, dicono, "dovrebbe avere tempi molto rapidi". "La situazione è preoccupante - denuncia Roberto Belotti del Sult - l'azienda in questa fase è inesistente, non risponde alle nostre richieste di incontro e le forze parlamentari che stiamo contattando mostrano disponibilità ma di iniziative concrete ancora non se ne vedono. Come abbiamo detto nei giorni scorsi, il 3 agosto sono state costituite delle società, delle scatole vuote, per i settori dell'informatica, dell'amministrazione e del call center. Quando si inizia con la costituzione delle società, subito dopo partono le varie procedure di legge previste per il trasferimento del personale. Il passaggio successivo è rapido. Si fa un accordo con le società acquirenti sulle quote, che da fonti interne sappiamo essere l'80% 'esterna' e 20% Alitalia. Poi ci sarà il trasferimento del personale sulla base della legge 2112 sulla cessione di ramo d'azienda. Sono le stesse procedure attivate per la costituzione di Alitalia Servizi". Per Belotti, "il paradosso è che questa azienda che fa trasporto aereo intende disfarsi di tutti settori centrali per questo business, come il call center, come l'Information Technology. Già da mesi - dice - in maniera strisciante si sta effettuando una sostituzione di personale, i 300 impiegati del Centro elaborazione dati, hanno una sorta di 'angelo custode' che è un consulente esterno: ce ne sono circa 300. L'azienda lamenta sempre un alto costo del lavoro, ma questo equivale a un raddoppio dei costi", spiega. "Alitalia ora cede tutti questi settori a società esterne. Ma poi dovrà li riacquistare da queste società e li pagherà cari. Quindi non si vede dov'è il risparmio". Quasi definiti gli acquirenti. E anche in questo caso, aggiunge Belotti, "non dovrebbero esserci sorprese rispetto alle indiscrezioni che circolano da tempo. L'informatica andrebbe ad Eds, l'amministrazione ad Accenture e per il Call Center, potrebbe esserci la soluzione Atesia (Gruppo Cos) o Almaviva, che è già in partnership con Alitalia in Alicos. E' triste che con l'avvicendarsi dei vari governi, cambi poco in realtà. Purtroppo i grandi partiti, Ds e Margherita, sono appiattiti sulle posizioni di Tommaso Padoa Schioppa che ha confermato Cimoli perché garantisca il prestito fatto dalle banche. Una sorta di avallo al piano". Contro la societarizzazione imminente, si scaglia anche Antonio della Cub, da sempre fortemente contraria a questo processo. "Queste nuove società, Informatica 2006, Call Center 2006 e Servizi condivisi 2006, partiranno con tutta probabilità con una maggioranza Alitalia, una quota Fintecna, e un partner esterno. Sono delle srl e hanno un capitale sociale irrisorio. Il passaggio successivo sarà quindi la ricapitalizzazione: e qui i partner esterni rimoduleranno le quote a loro vantaggio. Per noi il problema non è tanto la composizione delle quote, noi siamo fermamente contrari alla esternalizzazione. Un processo che risponde al diktat di Air France che impone la dismissione delle società doppioni. "I tempi saranno rapidi - paventa Amoroso - credo che entro novembre le cose verranno definite. Entro la metà di settembre la Cub indirà assemblee in tutti i comparti. Noi non vogliamo le societarizzazioni - spiega - perché non condividiamo le linee guida che sottendono questo e cioè l'accordo con Air France che altro non è che una svendita a una società straniera concorrente, di un asset fondamentale come il trasporto aereo. Occorre invece consolidare la presenza di Alitalia sul mercato nazionale attraverso acquisizioni o alleanze, per presentarsi più forti al tavolo con Air France". Intanto ieri Filt Cgil, Fit Cisl, Ugl Trasporto aereo e Unione piloti, hanno confermato lo sciopero di 24 ore di tutti i lavoratori del gruppo Alitalia. Una protesta, hanno spiegato, per garantire lo sviluppo della compagnia previsto dagli accordi di palazzo Chigi, per il diritto al rinnovo dei contratti e contro ogni ipotesi di svendita, smembramento ed esternalizzazione.