Alitalia, USB: il governo fermi questa giostra impazzita e si assuma la responsabilità del rilancio

Roma -

In questi giorni continuiamo a leggere uno stillicidio di notizie sull'evoluzione delle trattative per il futuro di Alitalia: la delegazione mista tra Ferrovie e commissari è tornata da Atlanta - a quanto pare - con in tasca il “chip” del 10% di Delta Airlines nel futuro capitale, mentre Easyjet ufficializza un ritiro che era nell'aria da una settimana e Lufthansa si mantiene appollaiata sull'albero come un avvoltoio.

 

Al momento a parte le quote (tuttora incerte) di Ferrovie dello Stato, del MEF e di Delta - gli unici attori ad aver confermato la propria presenza - manca all'appello una gran parte del capitale della futura NewCo e ogni giorno leggiamo – sempre sui giornali – la giostra impazzita di chi sale o scende dal futuro assetto societario.

Tutto questo rilancia la campagna, mai sopita, ostile a una soluzione di investimento pubblico in nome di un mercato, omettendo di ricordare quanto lo stesso sia stato sbilanciato negli ultimi 15 anni a favore di una concorrenza oltre i limiti dello sleale.

 

Quindi, mentre tutto sembra ancora in alto mare e si prefigura un possibile ulteriore slittamento, il Sindacato deve decidere ancora una volta se prorogare o meno l'attuale Cassaintegrazione all'amministrazione straordinaria, come se una scelta del genere fosse avulsa dal contesto e dai livelli occupazionali futuri dell'Azienda.

 

Il problema rimane l'ibrido tentato dal governo di un'operazione mista tra capitali pubblici e mercato, quando invece Alitalia è un tassello fondamentale di una soluzione di sistema dell'intero trasporto aereo del Paese, che deve tornare a essere un mercato strategico al servizio degli interessi dei suoi cittadini (lavoratori e utenti) e non viceversa come nell'attuale situazione.

 

Non aiuterà mai andare con il cappello in mano da chi già fa profitti sul nostro mercato, le cose cambieranno solo quando Alitalia sarà in grado di trattare con altri vettori da pari a pari, con un management all'altezza del compito e di cui ancora non si vede traccia.

Questo tocca equilibri e interessi economici consolidati ed è per questo che l'intervento pubblico fino alla nazionalizzazione rimane l'unica soluzione.

Semmai spiegando agli esperti di turno che i soldi pubblici che si investiranno per il rilancio di Alitalia saranno sempre meglio dei miliardi della collettività buttati al vento finora per finanziare privatizzazioni disastrose e deregulation selvagge.

 

Adesso, il governo deve fermare questa giostra impazzita, aggiornare le parti sociali sulla reale situazione e assumersi in modo definitivo le responsabilità del rilancio che non possono essere appaltate a compagnie straniere.

 

USB ritiene che questo passaggio sia necessario prima di poter procedere con ulteriori decisioni.

 

USB ha fatto il primo sciopero di settore lo scorso 8 marzo e valuterà in tempi rapidi ulteriori iniziative per richiedere a gran voce una riforma del trasporto aereo che parta dal rilancio dell'industria nazionale e metta al centro il lavoro e un sistema di regole uguali per tutte.

 

Unione Sindacale di Base Lavoro Privato – Trasporto Aereo

 

19 marzo 2019