Alitalia, USB: se l’impasse con Delta era prevedibile, cosa ha fatto finora il Gruppo FSI? Il 25 ottobre sarà sciopero

Roma -

Le notizie odierne della presa di posizione di Atlantia sull'impasse con Delta rispetto il futuro piano industriale della futura NewCo che dovrà rilevare Alitalia, fotografa una situazione allarmante ma tutt'altro che imprevedibile.

Che Delta potesse giocare un ruolo a esclusiva tutela delle proprie attività piuttosto che concentrato sul rilancio della Compagnia era un rischio grave, come peraltro più volte denunciato da USB e non solo.

Quello che è inconcepibile è che la denuncia dell'impasse sul Piano industriale avvenga solo molti mesi dopo la composizione del consorzio da parte dell'altra componente privata, Atlantia, probabilmente mossa a sua volta a tutela dei propri interessi privati.

Allora non possiamo che domandarci cosa stia facendo il Gruppo FSI, il quale si candida a partecipare al consorzio con una quota non inferiore del 35%, come individuato fin dal mese di dicembre 2018 quale capo-cordata della futura composizione azionaria della NewCo.

Soprattutto, l'ingresso del Gruppo FSI in Alitalia, insieme a quello minoritario del MEF, era stato presentato dall'allora ministro Di Maio quale partecipazione da parte del governo a garanzia del rilancio di Alitalia e della salvaguardia occupazione e salariale dei suoi dipendenti.

Quindi, se fossero anche parzialmente vere le questioni emerse oggi, tra l'altro anticipate da indiscrezioni trapelate da settimane, ci chiediamo come sia possibile che il Gruppo FSI non dica assolutamente nulla, nemmeno una formale smentita, rispetto un futuro piano industriale che di rilancio non avrebbe assolutamente nulla.

Insieme alle ferrovie è coinvolto il governo che rischia di equiparare la sua partecipazione a quella di mero notaio di decisioni sbagliate prese altrove e a tutela di interessi diversi da quelli nazionali.

Fin dal primo incontro dell'ottobre 2018 abbiamo chiesto di non ritrovarci all'ultimo miglio su un binario morto, con una proposta indecente e inappellabile e un'azienda in scarsità d'ossigeno.

Adesso USB pretende dal governo l'immediato cambio di passo sul piano industriale ed esige il rispetto degli impegni che si è pubblicamente assunto con il sindacato.

L'aver escluso fin dal primo passo un percorso di nazionalizzazione di Alitalia, rischia di trasformarsi in un grave errore che potrebbe essere pagato un'altra volta dai lavoratori e dalla collettività.

USB ha riposizionato il proprio sciopero di 24 ore dei dipendenti del Gruppo Alitalia al 25 ottobre prossimo.

 

Unione Sindacale di Base – Trasporto Aereo