ANM: LA LOTTA PER I DIRITTI NON VA IN FERIE, IL 27 AGOSTO SCIOPERO DI 24 ORE!
in Campania, in ANM, per far largo al privato, si mettono in discussione i livelli occupazionali e la sicurezza del servizio. Altro che super stipendi, super dirigenti e superminimi. In ANM di SUPER, oltre Mario, sono rimasti solo i debiti, gli aumenti delle tariffe, i disservizi, la repressione e le decisioni unilaterali prese dall’azienda ai danni dei lavoratori e sulla pelle dei cittadini.
Aprire ai privati non è la soluzione per il trasporto pubblico di linea, non è quello che serve a Napoli e ai cittadini. Si vuole speculare sulla pelle dei napoletani e dei dipendenti dell’ANM pur di sottrarsi alle proprie responsabilità politiche e al controllo della corte dei conti.
L'Amministrazione Comunale, in collaborazione con l'ANM, ha partorito un piano di risanamento fallimentare che, a distanza di mesi, non ha per nulla eliminato sprechi, clientele e privilegi, ma semplicemente creato le condizioni economico-finanziarie per trovarci di fronte al solito ritornello secondo cui non ci sarebbero alternative alle privatizzazioni (in questo caso parziale, ma significativa).
Ecco cosa sta accadendo nelle società private del Trasporto Pubblico Locale nel paese Italia: a Roma, nelle aziende private, così come in Basilicata nelle autolinee Nolé del consorzio “Co.Tr.A.B.”, esercire il servizio quanto pagare gli stipendi rappresenta un optional; in Liguria i lavoratori per recuperare parte dello stipendio sottratto hanno dovuto incrociare le braccia per 5 giorni consecutivi; in Umbria l'arrivo di BUS ITALIA (FS) ha determinato l'applicazione del nuovo contratto mandando all’aria tutte le buste paga (così ora deciderà proprio BUS ITALIA quale sarà il nuovo stipendio dei lavoratori!); in Toscana, sempre la società BUS ITALIA, si è presentata con il suo biglietto da visita revocando l'intera contrattazione di secondo livello;. E l’elenco potrebbe essere infinitamente più lungo.
La quintuplice sindacale e le altre sigle che amano sedersi ai piedi dei potenti, sono ritornati sui loro passi, hanno fatto DIETROFRONT, si sono allineati alle sacrosante RAGIONI che hanno visto la USB non firmataria dell'accordo di marzo. Un accordo che, diversamente da come volevano farci credere, portando avanti slogan sterili e inutili, non è riuscito a tutelare i lavoratori, in quanto gli impegni assunti non erano, e non sono, sostenuti da adeguate risorse economiche e da un concreto piano industriale.
Erano TUTTI a conoscenza dei devastanti effetti delle manovre contenute nel piano “lacrime e sangue” eppure lo hanno avallato ugualmente. Sapevano del taglio di 12 milioni di euro da parte del Comune per i trasporti (da 67.8 a 56), che il premio di risultato del 2016 non sarebbe stato erogato per giugno e che i futuri premi sarebbero stati CANCELLATI, sapevano delle centinaia di esuberi, dei trasferimenti ad altro operatore senza alcuna tutela contrattuale, della deportazione di 170 conducenti ad altra azienda e, contestualmente, dell'assunzione di 160 conducenti per "risparmiare" il 20% sul costo del lavoro, ma, cosa più grave ancora, SAPEVANO DEI LICENZIAMENTI e che il fondo regionale, a tutto oggi, inattivo.
La politica è il sindacato RESPONSABILMENTE devono mobilitarsi subito, è inaccettabile che piuttosto che lavorare, giorno e notte, per rimettere in piedi un’impresa dove lavorano migliaia di persone e che serve milioni di cittadini, si preferisca godersi, in tutta tranquillità, le vacanze estive.
L’USB domenica 27 agosto vista l’assenza di adeguate risposte da parte della proprietà e la mancanza di condivisione nelle scelte aziendali, ha proclamato un nuovo sciopero di 24 PER chiedere:
• la revisione delle misure “lacrime e sangue” contenute nel piano di risanamento;
• adeguata garanzia occupazionale, un servizio senza sprechi e inefficienze;
• il rispetto degli impegni economici presi dall’Amministrazione Comunale nel trasferimento dei fondi all’ANM;
• l’immediato ritiro di tutti i provvedimenti e le azioni unilaterali nell’organizzazione del lavoro e dei turni del personale, in particolare nel settore ferro;
• Il blocco nell’utilizzo della disciplina come strumento per colpire, intimidire e vessare chiunque segnali guasti ed anomalie dei mezzi.
I lavoratori devono lottare UNITI per dire basta ai privilegi di pochi, difendere i diritti acquisiti, il salario di secondo livello e la natura pubblica della società.
Il fallimento lo deve pagare chi lo ha generato, Assessori, dirigenti e funzionari devono dare le dimissioni dai propri incarichi. L’ANM necessita di una Operazione Trasparenza per il bene della collettività e della continuità aziendale, quella pubblica al 100%, come tanto piace dire a qualcuno.