APAM Esercizio: I LAVORTORI NON SONO DISPOSTI A PAGARE LA MALAGESTIONE AZIENDALE
Sentenze in allegato.
L'unione Sindacale di Base -Lavoro Privato, pienamente legittimata nelle società APAM Esercizio s.p.a., per effetto dei numerosi accordi aziendali sottoscritti, sentiti i lavoratori ha designato quali Rsa Galvani Mirco, Fuochi Massimo, Simone Donato e, in qualità di dirigente sindacale, Francesconi Eugenio.
I lavoratori sentono l'esigenza di rafforzare la loro capacità organizzativa e gestire insieme all’organizzazione l’attività sindacale nella difficilissima situazione in cui si trova la società APAM Esercizio s.p.a.
Deve essere chiaro che non debbono essere i lavoratori a pagare per le scelte irresponsabili di supponenti soggetti aziendali che hanno commesso gravi violazioni di norme di stampo lavoristico, tali da provocare un giudizio di indegnità nei confronti dell’azienda, con la conseguente legittima esclusione dalle gare.
Non possiamo limitare dette violazioni alla materia “ giuslavoristica “ in quanto è evidente la rilevanza penale e quindi personale delle stesse.
Dal punto di vista sindacale con gli appalti illeciti, come ribadito nelle diverse sentenze, ci si è serviti di società schermo per avvalersi della prestazione di un lavoratore come se fosse dipendente senza però riconoscergli il trattamento economico e normativo più favorevole che al proprio dipendente spetterebbe, con atteggiamento improntato a complessiva sleatà.
Gli amministratori APAM insistono che si tratti di fatti datati, a tale proposito preme precisare che il Consiglio di Stato così recita:
“ la gravità delle condotte illecite commesse dall’appellante non consente di invocare a discolpa la circostanza per cui le stesse risalissero ad alcuni anni addietro.” E' da tener conto che la sentenza della Cassazione è recentissima, 17 maggio 2016.
Per uscire da tale situazione si rende necessario “ ripulire moralmente “ Apam esercizio spa in modo che possa ripresentarsi e concorrere nuovamente agli appalti e che non vengano risolti i contratti di servizio in essere.
Riteniamo che per superare positivamente il passato occorra che la società si rinnovi negli uomini e nella composizione sociale senza che ciò pesi sui lavoratori in termini di diritti acquisiti dai contratti di lavoro ed in termini occupazionali.
Dalla vicenda dei sub – appalti emergono gravi responsabilità personali dei diversi soggetti coinvolti nell’ultimo decennio. All’inizio avviando appalti illeciti, per sfruttare i lavoratori con salari e tutele inferiori, ricorrendo poi in Cassazione ed assoggettando la stabilità dei lavoratori assunti alle conclusioni del processo.
E proprio in forza della decisione definitiva che oggi l’azienda si trova priva dei requisiti per partecipare alle gare ed è a rischio risoluzione dei contratti in essere.
Ricostruire, seppur in modo sintetico, il percorso di questa società che ha prodotto lo stato attuale delle cose è utile a fare chiarezza:
Nel luglio 1996 ai sensi della legge 142/90 il Consorzio Mantovano Trasporti Pubblici e l'azienda consortile APAM vengono trasformati in società per azioni.
Tutti i comuni della provincia di Mantova e l'amministrazione provinciale da enti consorziati diventano enti azionisti e le quote di proprietà diventano azioni della APAM s.p.a.
Anni dopo a seguito del superamento delle concessioni regionali che di anno in anno venivano prorogate, le stazioni appaltanti Provincia e Comune di Mantova avviano le gare per l'affidamento rispettivamente del servizio interurbano e del servizio urbano.
Siamo negli anni 2005/2006 e per poter partecipare alla gare viene creata “APAM Esercizio s.p.a.” per la gestione mentre “APAM s.p.a.” rimane come azienda patrimoniale.
La prima apre ad altre aziende ex municipalizzate con piccole quote come TEP di Parma ecc., mentre la seconda mantiene interamente il capitale sociale costituito solo dagli enti locali .
E' proprio a seguito di queste gare che vengono affidati i sub- appalti illeciti.
Successivamente in previsione delle nuove gare nel 2010/2011 la società NTL costituita da ATM Milano, Brescia Trasporti ed ATB Bergamo (tutte ex municipalizzate con socio il rispettivo comune), acquisisce il 45% del pacchetto azionario di APAM Esercizio s.p.a. che, con i relativi patti parasociali, acquisisce il diritto a scegliere l'amministratore delegato.
Difatti il nuovo A.D. Ing. (Viola) ribalta l'azienda come un calzino e nel 2011 dopo la sentenza della Corte d'Appello di Brescia decide con il presidente di ricorrere alla Cassazione.
Subito dopo la lista USB per le elezioni delle RSU (unica presentata) ottiene il quorum e vengono insediati 12 delegati dell'Unione Sindacale di Base.
L'ing. Viola si dimette e subito dopo, alla fine del 2012 , ATM di Milano cede le proprie azioni alla altre due società. Brescia Trasporti designa l'ing. Medeghini nuovo A.D. di APAM esercizio s.p.a.
La società ottiene l'aggiudicazione delle gare e poi la proroga a tutto il 2020, il capitale è totalmente pubblico.
Per effetto della sentenza della Corte di Cassazione del maggio 2016 APAM Esercizio s.p.a. non ha i requisiti per partecipare alle gare, in quanto gli è formalmente riconosciuto l'aver commesso gravi violazioni delle norme in materia lavoristica; di conseguenza la società deve essere ripulita moralmente negli uomini de nella compagine sociale.
Gli amministratori ed i dirigenti hanno precise responsabilità.
Hanno applicato parzialmente la sentenza della Cassazione.
L'aver ricorso in Cassazione ottenendo l'esito negativo e DEFINITIVO ha comportato solo nuovi problemi e continue mancanze di rispetto delle norme, infatti. pubblicata la sentenza hanno partecipato comunque alle gare omettendo la condannata.
Quindi, questi amministratori, si sono assunti responsabilità di aver “ macchiato l'azienda” , di aver sostenuto enormi spese legali a cui vanno aggiunte le salatissime multe elevata dalla D.T.L. ; Tutto a spese del denaro pubblico.
A fronte di questa palese “mala gestione” si apre uno scenario di precarietà dei lavoratori tutti che rischiano di farne le spese in prima persona; infatti è molto controversa la via di uscita da una situazione che ha collezionato solo ed esclusivamente condotte illecite per le quali è fin troppo facile risvegliare i soliti interessi che mirano a privatizzare i servizi pubblici.