ARTICOLI DI Rassegna STAMPA 01 Maggio 2009
1 maggio 2009 - Il Sole 24 Ore
Trasporti. La mobilità ha il contratto unico
È stato siglato ieri al ministero dei Trasporti il protocollo di intesa che dà l'avvio al contratto unico sulla mobilità e unifica quelli in vigore nel settore ferroviario e nel trasporto pubblico locale. L'accordo è stato firmato da Federtrasporto (che rappresenta le aziende ferroviarie), da Asstra e Anav (che rappresentano le aziende del trasporto pubblico locale) e da Filt Cgil, Fit Cisl, Uilt, Ugl Trasporti, Faisa, Orsa e Fast.
Concordata anche, spiegano i sindacati, la parte economica per il 2008, che prevede un incremento di 60 euro lordi mentre resta da definire quella per gli anni successivi e la parte normativa. Intanto ore prima Cub, Cobas, SdL Intercategoriale e Slai Cobas avevano indetto per il 15 maggio una giornata nazionale di sciopero.
1 maggio 2009 - EPolis Roma
TRASPORTO LOCALE
I lavoratori si fermano il 15 maggio per 24 ore
I lavoratori del trasporto pubblico locale incroceranno le braccia il 15 maggio per uno sciopero nazionale di 24 ore. Cub, Cobas, SdL Intercategoriale e Slai Cobas spiegano che la protesta avverrà nel rispetto delle fasce di garanzia.
1 maggio 2009 - Il Secolo XIX
Salta la trattativa, Acts verso lo sciopero
La frattura si è consumata sulla riorganizzazione dei servizi in Valle Bormida. Il sindacato: ci siamo trovati davanti a un muro
di Giovanni Ciolina
Savona - La trattativa salta e da ieri è scattata la procedura per lo sciopero. Le parti dovranno tentare ancora una conciliazione davanti al Prefetto (entro cinque giorni lavorativi), poi sarà guerra aperta. «La stagione dei conflitti» come l'hanno rinominata i rappresentanti dei cinque sindacati dei lavoratori è cominciata.
Il rapporto tra Acts e organizzazioni sindacali si è infatti rotto definitivamente ieri al termine del vertice in azienda convocato per trovare un accordo «secondo il mandato che avevamo ricevuto dall'assemblea».
Lo scoglio sul quale sono naufragate le speranze di arrivare ad un'intesa ha indossato le sembianze delle variazioni dei servizi in valle Bormida. Un provvedimento sul quale il sindacato aveva espresso la propria opinione in una lettera all'azienda chiedendo la rinuncia «ai nuovi turni perché fuorilegge in base al contratto collettivo di lavoro dei ferrotranvieri e alla legge 138 del 1958 che regola le linee extraurbane». «Al contrario - spiega Andrea Gatto, segretario nazionale della Faisa-Cisal - ci siamo trovati di fronte un muro e soprattutto l'intenzione aziendale di far partire il progetto dal 4 maggio».
Si è trattato dell'autentica goccia in grado di far traboccare il vaso e che ha dato il via allo stato di agitazione anche perché le organizzazioni sindacali contestano la liceità dei nuovi turni che prevedono straordinari obbligatori, turni di lavoro superiori alle otto ore e servizi in vettura superiori alle 5 ore di guida continuativa previsti. «Condizioni inaccettabili anche perché mettono personale e utenza maggiormente a rischio» afferma Maurizio Loschi della Cub Trasporti.
I rappresentanti dei lavoratori hanno sottolineato anche il comportamento aziendale «su straordinari non pagati, riposi settimanali saltati e godimento ferie non assegnate che tra l'altro vanno a discapito della sicurezza dei cittadini». Una situazione che si annuncia quindi spinosa di fronte anche alla decisione di Acts di dare il via ai nuovi orari in Val Bormida (informazioni all'800012727 o alla biglietteria di piazza del Popolo). E proprio per studiare una risposta al caso val Bormida è stata convocata domenica nei locali della croce Bianca di Cairo (ore 20,30) un'assemblea «per le relative decisioni da assumere». La delicatezza della situazione ha spinto i sindacati a lasciare alla base il compito di valutare le soluzioni più opportune, a fronte anche di qualche divergenza a livello unitario.
«I lavoratori rifiutano la legge Marson di far pagare a noi e agli utenti il pareggio di bilancio» puntualizza Gatto, mentre Antonio Mortara della Filt-Cgil tira in ballo «la politica savonese e il sindaco Berruti che devono dare risposte su cosa intendono per servizio pubblico e soprattutto se sia possibile gestire un'azienda pubblica come fosse privata. Vogliamo avere risposte su che tipo di risorse conta l'azienda e che politica farà». Insomma lo scontro è aperto e non risparmia nessuno. Alle prese con una carenza di organico che li costringe a turni impegnativi, i lavoratori Acts chiedono anche un riallineamento retributivo e normativo dei dipendenti ex "Service". In caso contrario sarà sciopero.
1 maggio 2009 - Quindici
«Significativo riconoscimento per i marittimi esposti all’amianto»
Dopo una lunga lotta dei lavoratori marittimi con il supporto dell’A.E.A. e del sindacato di base CUB, il tribunale di Sassari, riformando la sentenza di primo grado, ha riconosciuto ad un gruppo di 18 marittimi sardi l’esposizione per più di 10 anni alle fibre d’amianto ed il diritto ad una maggiorazione dell’1,5 degli anni di esposizione. È senza alcun dubbio un significativo riconoscimento non solo per i lavoratori interessati ma anche per tutti coloro che hanno lavorato sul mare per anni in condizioni di reale pericolo e che hanno visto da sempre misconosciuto il loro diritto. Il continuo rinvio di competenze, responsabilità, mancanza quasi totale di dichiarazioni da parte degli armatori, il trascorrere degli anni e le modifiche alla prima legge 257 del 1992, privano ancora oggi migliaia di lavoratori del mare di un incontestabile diritto per il quale l’Associazione Esposti Amianto si è sempre battuto. Una risposta a quanti, ancora oggi, continuano a sostenere il non rischio della categoria e che vengono smentiti da una perizia chiarissima. Una risposta anche all’Ipsema che, a quasi 17 anni dall’emanazione della legge, non solo non ha fatto nulla perché il riconoscimento diventasse realtà per i marittimi ma ancora oggi continua a non ritenere valido l’unico documento che quei lavoratori possono produrre quale l’estratto matricola. Ma anche un riconoscimento per il lavoro svolto dall’avvocato dell’AEA e dal perito di parte che fortemente hanno creduto in questa causa. Forti anche di questa sentenza, la lotta per il riconoscimento per tutti i lavoratori del mare continuerà con ancora maggiore determinazione.