ARTICOLI DI Rassegna STAMPA 06 Novembre 2008
5 novembre 2008 - Il Secolo XIX
«Al vostro posto i piloti di Ryanair»
braccio di ferro sindacati-cai. Colaninno: chi non accetta è fuori. Il governo: lo prevede la legge
di Michele Lombardi
Roma - Alitalia: piovono pietre sul fronte del no. L'offensiva contro le sigle ribelli di piloti e assistenti di volo, che restano in trincea, comincia di buon mattino con il presidente di Cai, Roberto Colaninno, che avverte: «Non c'è nessuna convocazione. Il problema è chiuso, è finito. Chi non accetta finirà fuori, i piloti li prenderemo da Ryanair». «Ci vuole tempo per addestrare i piloti di Ryanair a volare con gli aerei Alitalia», replica Massimo Notaro, uno dei leader dei piloti. Ma non per questo Cai farà marcia indietro. Anzi, l'assedio prosegue e si fa ancora più duro con l'intervento del governo, che vuole mettere i ribelli con le spalle al muro: «Niente cassa integrazione per chi rifiuta il lavoro», dice il ministro Maurizio Sacconi. Si stringe la morsa di Cai e del governo dopo che l'assemblea di lunedì ha chiesto una nuova convocazione a Cai, nel tentativo di appianare le divergenze sui nuovi contratti proposti dalla cordata italiana ai 12 mila 500 lavoratori che potranno salire a bordo della Nuova Alitalia. La Cai però non intende sedersi di nuovo al tavolo con le sigle del no (Anpac, Up, Avia, Anpav e Sdl, più i Cub, i comitati di base). E i giochi sono chiusi anche per il governo: «Non c'è spazio per un'altra mediazione, bisogna accelerare il decollo», dice il ministro dello Sviluppo, Claudio Scajola. Se il malessere si trasformerà in scioperi, come qualcuno ha proposto lunedì a Fiumicino, il governo non starà a guardare: «Se dovesse accadere, dovrò riflettere sulla precettazione», avverte il ministro Altero Matteoli. Il quale è convinto che la partita dei contratti non può essere riaperta: «Il negoziato è terminato. Non ci sarà alcuna nuova convocazione», aggiunge il ministro di An, uno che in passato non ha negato il suo appoggio ai piloti. «Chi non firma sbaglia anche se vicino da An», taglia corto Matteoli.
Tra il muro alzato da Colaninno e i colpi sferrati dal governo, le sigle del no risultano ora strette in un angolo e non è chiaro come ne usciranno. Per come stanno ora le cose, non si riescono a immaginare molti altri sbocchi a parete due: o i dissidenti si piegano e firmano, anche loro, l'intesa accettata da Cgil, Cisl, Uil e Ugl o rischiano di essere scaricati e di rimanere senza il paracadute degli ammortizzatori sociali. Una scialuppa di soccorso ancora può arrivare dal leader della Cgil, Guglielmo Epifani, al quale i sindacati hanno chiesto una mano in frangente drammatico: via la firma della Cgil dal protocollo di Cai per riavviare la trattativa. L'unica voce che si leva a difesa dei sindacati ribelli è quella del leader dell'Idv, Antonio Di Pietro, che invita i lavoratori a «fermare gli aerei», se necessario: «Da parte del governo c'è un ricatto politico nei confronti. Matteoli dovrebbe rispondere a un giudice delle sue parole. A Matteoli si è aggiunto il monito esplicito di Sacconi. Ma il concetto non cambia. Un invito a non «gettare benzina sul fuoco» arriva, però, dal ministro ombra del Pd, Pierluigi Bersani, che probabilmente si rivolge anche a Di Pietro. Il governo però precisa che non ci sarà un'altra puntata della telenovela sindacale, che si trascina da mesi e non si chiude mai. La pressione sui ribelli aumenta e si fa sentire. Pesa non poco il fatto che il governo non intenda stanziare un euro in più per dare la cassa integrazione di chi non accetterà l'offerta di lavoro di Colaninno e soci. Sacconi è molto deciso: «Chi non accetterà il lavoro, perderà il diritto agli ammortizzatori sociali. E' la legge», spiega. In ogni caso, il patron di Cai tira dritto per la sua strada: «La nuova compagnia decollerà prima di Natale». Anche se i ribelli non scenderanno dall'Aventino.
5 novembre 2008 - Il Giornale
Colaninno: «Il problema è chiuso Non convochiamo i sindacati»
I ministri Matteoli e Sacconi avvertono: niente ammortizzatori per chi rifiuta il contratto. «Fronte del no» diviso, oggi i piloti da soli in assemblea
Quanto al «fronte del no» e agli ultimi bellicosi spasmi sindacali, Colaninno ha escluso nuove convocazioni dei sindacati: «Il problema è chiuso», ha affermato in maniera definitiva. Da Roma gli hanno dato man forte non uno, non due ma tre ministri: prima quello alle attività produttive, Claudio Scajola, che ha dichiarato: «Non c’è più spazio per una mediazione». Poi quello dei Trasporti, Altero Matteoli, che ha rincarato: «Coloro che non firmano ho qualche dubbio che possano accedere alla cassa integrazione. La norma è chiara: se viene offerto un posto di lavoro, chi dice no non può accedere alla cassa». Infine, quello del Lavoro, Maurizio Sacconi, che ha confermato: «Non è né un’opinione, né una minaccia, né un ricatto. È la legge che così è stata voluta anche da governi diversi». Matteoli ha anche espresso vibranti parole di gratitudine: «Il governo non solo approva, ma ringrazia Cai per la decisione di andare avanti nonostante il no di alcune sigle sindacali».
E veniamo a queste. I sindacati che hanno rifiutato gli accordi sottoscritti un mese fa - Anpac, Up, Avia, Anpav, Sdl e Cub - sanno di essersi cacciati in un cul de sac. L’Anpav - il sindacato degli assistenti di volo che lunedì ha abbandonato l’assemblea di Fiumicino - per bocca del suo presidente Massimo Muccioli fa sapere di essere alla «ricerca di soluzioni che possano determinare la condivisione degli accordi». Per oggi Anpac e Up (piloti) hanno convocato un’altra assemblea a Fiumicino, ma riservata ai propri iscritti, non alle altre categorie. «E questo la dice lunga - mette in evidenza Muccioli - sulla diversità di interessi presenti all’interno del "fronte del no"». Anpac e Up intendono illustrare agli iscritti le motivazioni del rifiuto degli accordi sui contratti firmati da Cai e dai sindacati confederali.
Uno dei tanti fronti ancora aperti riguarda il partner estero per la Nuova Alitalia. Si era detto che la scelta sarebbe scaturita dall’assemblea di Cai del 28 ottobre: così non è stato. Ieri Colaninno ha spostato la previsione alla fine di novembre, osservando che «sia Air France che Lufthansa hanno caratteristiche estremamente interessanti». Ma la scelta, al di là delle dichiarazioni, sembra ormai caduta su Air France, che acquisterebbe il 20% di Cai reso disponibile da un aumento di capitale. Air France, che sarà a quel punto l’acquirente naturale di Alitalia allo scadere delle clausole di lock up sottoscritte dai soci di Cai, promette di essere un socio molto discreto; ma è inevitabile che la sua preferenza di Fiumicino rispetto a Malpensa pesi sui piani industriali, a dispetto di tutti i tentativi leghisti e lombardi di ridare fiato all’ex hub del Nord.
Eurofly (46% Meridiana) ha fatto sapere ieri di essere pronta ad assumere piloti e ad acquistare slot da Alitalia. Un’offerta è stata presentata il 29 settembre al commissario ma non ha ancora ottenuto risposta.
5 novembre 2008 - Il Mattino di Padova
STRISCIA... IL TRAM
Padova - E’ andato in onda ieri sera sulla trasmissione televisiva «Striscia la notizia» il servizio che «indagava» sulle emissioni elettromagnetiche del tram. Il tg satirico di Canale 5 ha mandato qualche giorno fa in città i suoi «inviati» Moreno Morello e Capitan Ventosa. Una denuncia, quella delle onde emesse dal Sir1, ripresa anche da Adl Cobas: Cobas: il sindacato ha chiesto un’indagine approfondita sui rischi per gli autisti che viaggiano diverse ore sul tram.