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ARTICOLI DI Rassegna STAMPA 09 Marzo 2009

Venezia -

8 marzo 2009 - Il Gazzettino

Venezia. Già la crisi morde la coda di moltissime aziende...

Venezia - Già la crisi morde la coda di moltissime aziende del territorio, perché aggiungere altre difficoltà quando si potrebbe farne a meno? Danilo Scattolin, del sindacato autonomo Cub, lancia l’allarme per Brusutti e per i suoi 45 dipendenti. L’azienda, che ha sede a Tessera vicino all’aeroporto, si occupa di servizi di noleggio e gestisce un parcheggio usato dai passeggeri del Marco Polo, con i pullman porta i ragazzi in gita in montagna, assicura servizi di linea per Canazei, San Martino di Castrozza, Falcade, preleva e porta i passeggeri delle navi crociera alla Marittima e infine copre la linea Treviso-Venezia-Aeroporto in pool con Atvo. Atvo, l’Azienda trasporti veneto orientale, ha acquistato tempo fa il 67% delle quote della Brusutti e ne ha il controllo: «Ora che il bilancio è in rosso, Atvo ha cambiato consiglio di amministrazione dell’azienda veneziana e ha esautorato Bruno Brusutti che rimane presidente onorario - dice Scattolin -. Il problema è che i vertici hanno elaborato un piano per risparmiare che secondo noi mette a rischio la qualità dei servizi offerti, ma soprattutto l’occupazione».

Il sindacalista di Cub Trasporti si riferisce al taglio di un servizio per il porto e all’automatizzazione del parcheggio di Tessera: «Da molti anni l’azienda lavora con Gulliver e Oasis che seguono Costa Crociere. Oasis non era molto puntuale con i pagamenti, per cui Atvo chiede il pagamento nei tempi dovuti e ha rimesso in discussione i due contratti che portano in cassa dai 600 ai 700 mila euro l’anno - conclude Scattolin -. Quanto all’automazione del parcheggio, può anche andare bene, ma bisogna stare attenti perché lì ci sono 11 o 12 persone che lavorano, inoltre l’automazione rischia di scontentare i clienti che erano abituati ad arrivare anche all’ultimo minuto e lasciare auto e bagagli, tanto ci avrebbe pensato il personale».

 

8 marzo 2009 - La Nuova Venezia

SERPELLONI DEL CENTRO NAZIONALE PER LE DIPENDENZE

«In questo tipo di mestiere è in gioco la vita della gente»

Se, come dicono le statistiche in materia, l’uso di alcol e stupefacenti è molto diffuso in tutte le classi sociali e nelle fasce d’età più giovani, l’imminente campagna di test preventivi, anche a Venezia, per i lavoratori «a rischio» del settore trasporti, finirà per creare non pochi problemi. In difficoltà non sarà solo chi dovrà sottoporsi per obbligo di legge agli esami periodici di urine e sangue, ma anche per le aziende che dovranno organizzare l’effettuazione di questi test per assicurare sempre del personale «idoneo» alla conduzione i automezzi. Giampietro Antonini, responsabile nazionale del sindacato Cub-Trasporti, precisa che la legge potrà essere applicata «solo dopo l’emanazione delle linee guida della Regione e con le opportune garanzie che non saranno commessi abusi». «Si tratta di una questione molto delicata - dice Antonini -, i test debbono essere equilibrare la garanzia della sicurezza per gli utenti e i diritti individuali dell’autista prevedendo. Come ho già segnalato alla Regione Veneto, i test dovranno non solo prendere in considerazione i risultati delle analisi di urine o sangue, ma anche lo stato psico-fisico al momento del servizio. In ogni caso, le aziende dovranno attendere le procedure attuative della nostra Regione e concordare tempi e modi dei test con i rappresentanti dei lavoratori». A tutt’oggi solo due regioni hanno emanato «Linee guida» per l’attuazione della legge 81 del 2008 - Emilia Romagna e Toscana -, mentre la Regione Veneto ha messo al lavoro due apposite commissioni che dovrebbe predisporre il testo entro questo mese, con la definizione dei criteri e delle strutture (laboratori) che dovranno eseguire le analisi e le terapie di recupero.

Per il medico veronese Giovanni Serpelloni, direttore del Dipartimento nazionale antidroga, «già oggi le aziende che, in caso di un incidente stradale provocato da un loro autista, commettono un reato di omissione se risulterà che quel lavoratore non è stato sottoposto ai test preventivi già previsti dai due atti di cui si compone la legge già pubblicata in Gazzetta Ufficiale».

Per Serpelloni la legge e la sua applicazione «sono doverosi per chi fa mestieri che mettono a repentaglio l’incolumità di altre persone», ciò vale per chi consuma «alcol o stupefacenti di ogni tipo e senza distinzione alcuna tra le impropriamente dette droghe leggere e pesanti». «Questo tipo di controlli - aggiunge Serpelloni che ha lavorato a lungo con le sperimentazioni dei test, anche su strada, al fianco del sottosegretario Govanardi - sono il frutto di trent’anni di studi e sono già applicati in altri stati europei».(g.fav.)