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ARTICOLI DI Rassegna STAMPA 18 Settembre 2008

 


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18 settembre 2008 - L'Unità

La protesta esplode a Fiumicino: cancellati 50 voli
Mai così affollato il presidio di piloti e personale di terra nello scalo romano: «Se firmano è rivolta»
di Gioia Salvatori

«UNITI,UNITI» urla un uomo col megafono mentre davanti la sala equipaggi Alitalia dell’aeroporto romano di Fiumicino, un presidio di trecento dipendenti della
compagnia di bandiera, applaude. Hostess, stewards, personale di terra, tanti piloti come mai se ne erano visti negli altri giorni e anche impiegati venuti dal centro direzionale di via Magliana hanno superato le storiche rivalità di categoria. Sono lì per dire che non credono che non ci siano altre possibilità, per la loro compagnia, oltre all’offerta Cai. Se il governo riconoscerà valido «un accordo non sottoscritto da tutte le sigle sindacali, andranno alla lotta dura» - dicono. «Qui siamo tutti Sdl e Anpac. Chi li porta gli aeroplani se non c’è il consenso di queste sigle, Bonanni? -dice uno steward». Si è conclusa così, ieri sera all’aeroporto di Roma, un’altra giornata di mobilitazione del settore del volo. Una giornata segnata da 4 ore (12-16) di sciopero del sindacato di base Cub, con 50 voli Alitalia cancellati, ritardi,cancellazioni ancora in serata e manifestazione all’aeroporto di Roma fino al primo pomeriggio. Sono slogan e cori da stadio: «Chi non salta Cai» e «Andate col treno, andate tutti col treno». Alla protesta si sono uniti, senza scioperare, i piloti e gli assistenti di volo Air One quelli che «di noi nessuno parla, ma negli esuberi ci siamo anche noi - dicono». Nel pomeriggio qualcuno di loro timidamente osserva che fanno i colleghi della compagnia di bandiera: «Se vanno a palazzo Chigi per manifestare magari ci uniamo», dice una hostess. «Siamo tra color che son sospesi», fa una sua collega Alitalia, e ieri, infatti, per i dipendenti della compagnia di bandiera, è stata l’ennesima giornata di attesa, delusione, disillusione e amarezza. Nessuno crede ai «proclami della politica». «Air France si prendeva questa compagnia con tutti i debiti - dicono piloti e stewards - Non crediamo che non sia interressata a rilevarla ripulita dai debiti per 400 milioni. È il governo che non gliela vuole dare». «Il governo se la trattativa Cai non va bene deve trovare altri acquirenti: cerchi bene ci pare strano che non ci sia nessuno che voglia una compagnia con alte professionalita’ e i voli in overbooking piu’ tutti gli slot di Alitalia, Air One e Volare che da soli rappresentano un patrimonio di un miliardo - aggiunge uno steward». Aquila selvaggia senza l’accordo? «Siamo abituati a mediare - dicono cauti tre piloti - ma che il governo e gli imprenditori non calpestino la nostra dignità . Il pilota pieno di privilegi degli anni 60 non esiste più. Lavoriamo in sott’organico, con turni di 14 ore e ogni sei mesi siamo sottoposti a esami fisici e check col simulatore. Siccome chi lavora a terra, pulitori e handling, stanno peggio di noi, se vogliamo che gli aerei partano in orario dobbiamo curarci di coordinare e galvanizzare anche operazioni di terra. Lo stress è continuo». E ieri anche gli operai iscritti al sindacato Sdl spezzavano una lancia per i piloti, fino a ieri considerati i privilegiati , e numerosi sono accorsi al presidio. Tutti uniti. Sempre che qualche categoria che conta «non rompa il patto e firmi un accordo favorevole solo per sé - dice uno steward- Allora si, siete avvertiti, che ci faremo sentire con lo sciopero selvaggio».

CENTRALINISTE
Presidio dopo lo strip-tease

Legnano - La protesta aveva fatto scalpore. Licenziate dall’ospedale di Legnano dove lavoravano con un contratto precario in seguito al decreto Brunetta, undici centraliniste si erano messe all’asta su Youtube per trovare un nuovo impiego, poi si erano prodigate in uno strip-tease al Teatro della Cooperativa di Milano, dietro un lenzuolo bianco in controluce e nonostante il forte imbarazzo. Ora i sindacati autonomi hanno indetto un presidio in loro sostegno davanti alla sede della regione Lombardia, con iniziative in preparazione dello sciopero nazionale dei precari pubblici indetto da RdB-Cub per domani.

18 settembre 2008 - La Repubblica

Marconi, lo sciopero fa saltare 34 voli
di SARA SCHEGGIA

Bologna - Lo sciopero di ieri al Marconi ha fatto saltare 34 voli. Molti i ritardi e i disagi in tutta Italia, dal momento che i sindacati avevano convocato in contemporanea proteste anche in altri scali. E se a Roma sono stati cancellati 50 voli, i 16 arrivi e le 18 partenze annullate al Marconi, a cui si devono aggiungere tre dirottamenti su altri aeroporti, non sono stati pochi per uno scalo che ne gestisce mediamente 150 al giorno. Le sigle Cub, in rappresentanza dei dipendenti Alitalia, e le Rdb per i lavoratori bolognesi dei servizi di terra di Sab, Marconi Handling, Bas, Giacchieri e Koop Service, hanno giudicato «pressoché totale» l´adesione alla protesta, che ha creato disagi anche oltre le 4 ore di stop, dalle 12 alle 16, accordate dalla commissione garanzia per l´attuazione della legge sullo sciopero. L´ultimo volo ieri cancellato a Bologna è stato infatti quello della compagnia Air France delle 17.55, diretto a Lione, solo dopo si è tornati alla normalità. La giornata è stata dunque segnata dai disagi causati a chi doveva mettersi in viaggio proprio ieri, anche se il Marconi ha parlato di una «situazione non drammatica, visto che i passeggeri erano informati delle proteste in atto». Più nello specifico, lo sciopero ha fatto saltare 6 voli Lufthansa, altrettanti per Iberia/Air Nostrum, 4 rispettivamente per le compagnie Alitalia, Klm, Tap e Air France, 3 dell´Austrian Airlines, 2 della British Airways e uno per la Czech Airlines. I tre dirottamenti, invece, hanno colpito tre aeromobili in arrivo a Bologna: i voli AirOne da Lamezia Terme e da Napoli sono stati fatti atterrare a Forlì, mentre quello della Germanwings da Colonia è stato dirottato all´aeroporto di Verona.

18 settembre 2008 - Il Sole 24 Ore

Proteste spontanee. A Fiumicino più tagli
Tornano i Cobas e bloccano 97 aerei

ROMA - Un'altra giornata da dimenticare ieri per il trasporto aereo. La protesta dei Cub dei Trasporti, con lo sciopero indetto tra le 12 e le 16, ha creato disagi in tre scali italiani e comportato complessivamente la cancellazione di 97 voli, se si include la chiusura dell'aeroporto di Bologna.
Soltanto nello scalo romano di Fiumicino, dove la protestaè stata maggiore, sono stati cancellati 50 voli; di questi 40 voli (con destinazione o origine sullo scalo romano) sono stati annullati da Alitalia. Forti i disagi anche nell'aeroporto di Bologna, dove l'adesione quasi totale allo sciopero ha comportato la chiusura dello scalo con la cancellazione di 34 voli. All'aeroporto Marco Polo di Venezia il bilancio finale della giornata ha fatto registrare la cancellazione di 13 voli e numerosi ritardi nelle partenze.
La compagnia AirOne di Carlo Toto, di cui una parte dei dipendenti ieri è scesa in sciopero, sostiene di non aver cancellato alcun volo: le partenze e gli arrivi sullo scalo di Bologna, sempre secondo la compagnia, sono stati dirottati sugli aeroporti limitrofi.
Agli scioperi già in calendario, ieri si sono aggiunti manifestazioni e presidi di assistenti di volo, personale di terra e piloti che protestano contro la proposta di acquisto avanzata da Cai. Capannelli e slogan hanno anche di fronte alle sede del Governo a palazzo Chigi. Proteste anche nello scalo napoletano di Capodichino, dove circa 300 dipendenti di Atitech, la società che fa manutenzione per Alitalia, hanno occupato per alcune ore l'accesso all'aeroporto.(AP)

18 settembre 2008 - Nuova Venezia / Mattino Padova

Tredici i voli cancellati al Marco Polo di Venezia

VENEZIA - Tredici i voli cancellati e otto quelli che hnno subito pesanti ritardi all’aeroporto di Venezia. Il Marco Polo non è stato secondo tra gli aeroporti italiani che ieri hanno subito la protesta indetta dai lavoratori aderenti ai Comitati unitari di base (Cub). I lavoratori di terra e dei servizi che si riconoscono nei Cub temono un drastico ridimendisanamento, e una esternalizzazione ulteriore, il che limerebbe ulteriormente i salari. Basti citare le parole del coordinatore Giampietro Antonini: «Irresponsabile il governo che ci esclude dal confronto e dalla trattativa e che ora vuole addossare i costi dello sfacelo ai cittadini e ai lavoratori, mentre regalano beni e proprietà pubbliche a pirati imprenditoriali nostrani».

18 settembre 2008 - La Tribuna di Treviso

Tredici i voli cancellati al Marco Polo di Venezia

VENEZIA - Tredici i voli cancellati e otto quelli che hnno subito pesanti ritardi all’aeroporto di Venezia. Il Marco Polo non è stato secondo tra gli aeroporti italiani che ieri hanno subito la protesta indetta dai lavoratori aderenti ai Comitati unitari di base (Cub). I lavoratori di terra e dei servizi che si riconoscono nei Cub temono un drastico ridimendisanamento, e una esternalizzazione ulteriore, il che limerebbe ulteriormente i salari. Basti citare le parole del coordinatore Giampietro Antonini: «Irresponsabile il governo che ci esclude dal confronto e dalla trattativa e che ora vuole addossare i costi dello sfacelo ai cittadini e ai lavoratori, mentre regalano beni e proprietà pubbliche a pirati imprenditoriali nostrani».

18 settembre 2008 - Il Secolo XIX

50 voli cancellatie ora protestano pure i lavoratori airone
cortei e scioperi. l'altra compagniaI dipendenti di Toto: «Noi dimenticati, 600 licenziamenti su 3.000 addetti»
di paola barbetti

ALTRA GIORNATA di passione per Alitalia, per i suoi dipendenti ma anche per i passeggeri, alle prese ieri con scioperi, cortei e proteste, mentre a Palazzo Chigi andava in scena l'affondo finale tra i sindacati e la Cai di Roberto Colaninno. Ben tre le azioni di sciopero messe in campo (anche se in programma da tempo), in concomitanza con "l'ultima chiamata" per Alitalia nella sede del governo.
La compagnia commissariata ha comunicato di aver cancellato 50 voli, tra nazionali e internazionali per lo sciopero Cub Trasporti (dalle 12 alle 16), disagi e ritardi si sono registrati in molti aeroporti. Cortei e manifestazioni a Fiumicino, dove circa un migliaio di lavoratori è sfilato con slogan e cartelli tra i viaggiatori. Un'iniziativa di sciopero ha riguardato anche i dipendenti di AirOne, preoccupati per la quota di esuberi: la compagnia comunica tuttavia di non aver cancellato alcun collegamento.
Agli scioperi già in calendario, si sono aggiunti manifestazioni e presidi di assistenti di volo, lavoratori di terra e piloti che protestavano contro le proposte contrattuali della Cai e l'accordo-quadro concordato con i sindacati.
Capannelli e slogan hanno stazionato a lungo anche davanti alla sede del governo. "Compagnia Avvoltoi Italiani", uno degli slogan inalberati da hostess e steward in divisa. E ancora: «Meglio falliti che in mano a questi banditi», «Silvio, manderesti tua figlia a lavorare per 600 euro?», «Apprendista per 7 anni e ora? Calcio in culo!». Questa volta a protestare, a Linate e Fiumicino (dove risultano 50 cancellazioni), tra le divise verdi e blu dell' Alitalia, anche gli addetti dell'AirOne di Carlo Toto.
«Noi siamo stati cancellati del tutto - ha spiegato una giovane stagionale della compagnia di Toto - in 15 giorni di trattativa non si è mai parlato di AirOne». «In questa vicenda noi verremo completamente cancellati» le ha fatto eco un collega parlando di «600 licenziamenti su 3.000 addetti». Nel piano della Cai, la Nuova Alitalia dovrebbe infatti nascere dalla fusione tra le due compagnie, Alitalia e AirOne. Un gruppo di hostess sfilavano con un cappio al collo e un cartello che recitava: «Questa è la vera cordata italiana».
Trentaquattro i voli annullati a Bologna, 5 a Linate, cancellazioni e disagi anche a Venezia e in altri scali. A Napoli 300 dipendenti dell'Atitech, gruppo Alitalia, hanno occupato gli accessi all'aeroporto di Capodichino.
Tre le azioni di sciopero di ieri e con motivazioni diverse: i Cub hanno mobilitato i lavoratori di Alitalia, protestando per l'esclusione della sigla di base dal tavolo della trattativa. La Filt Cgil ha chiamato all'astensione gli assistenti di volo Air One per la mancata applicazione di regole contrattuali e, nel caso di Air One Cityliner, per l'assenza di contratto. Tutte le sigle sindacali hanno indetto un ulteriore sciopero dei lavoratori di terra delle compagnie aeree straniere presenti in Italia, «perché non si siedono al tavolo della trattativa per il contratto», spiega la Filt. A Linate, gruppi di hostess e steward hanno contestato l'accordo-quadro sottoscritto a Roma da parte dei sindacati: «Questa italianitàè una falsità», hanno scandito. «Persone che non ci rappresentano hanno fatto l'accordo, è un contratto vergognoso, chi viene pagato meno di 3 euro l'ora?».

18 settembre 2008 - QN Quotidiano Nazionale

In aeroporto esplode la rabbia Voli nel caos per gli scioperi
Raffica di cancellazioni a Roma, Bologna, Venezia e Linate

ROMA — IN DIVISA, ma anche con le magliette e le camicie da libera uscita, con cartelli in mano e fischietti in bocca per assordare i passeggeri allibiti di Fiumicino. Qualcuno si è portato la mascherina per la bocca con l’intento di illustrare ai passanti che «ci stanno togliendo anche l’aria». Ieri nello scalo romano è andata in onda la rabbia di piloti, hostess e assistenti di volo contro l’ipotesi di accordo con la Cai. «Meglio casellante che con Cai navigante» recitavano alcuni degli striscioni portati dai circa mille dipendenti che hanno scioperato aderendo alla manifestazione organizzata dai Cub. Ma erano soprattutto gli slogan come «Vergogna, vergogna» a scaldare gli animi di quanti non si riconoscono nell’ipotesi di accordo sulla quale stanno lavorando i sindacati. Ieri, però, la questione non si è limitata alle proteste perché l’astensione dal lavoro ha mandato in tilt il traffico aereo con pesanti ripercussioni in tutta Italia. E chi non ha scioperato, come alcuni assistenti delegati alle operazioni di terra, è stato «circondato» dai colleghi al grido di «fuori, fuori». LE ASTENSIONI erano indette per i dipendenti Alitalia dalle 12 alle 16, e per 24 ore per i lavoratori addetti ai servizi, agli aeromobili e ai passeggeri degli aeroporti di Bologna e Venezia. Solo nella mattinata a Fiumicino sono stati cancellati 40 voli e in serata i collegamenti saltati erano ulteriormente aumentati. Migliore la situazione a Linate, dove sono stati appena cinque (e tutti con destinazione Fiumicino) i voli cancellati. Deserto, invece, il Marconi di Bologna, dove è stata pressochè totale l’adesione di tutto il personale di terra e degli appalti. In mattinata erano stati cancellati o deviati 35 voli. Al Marco Polo di Venezia sono stati cancellati 13 voli e 8 hanno subito ritardi fra i 20 e i 60 minuti, con un bilancio ancora aperto. A Fiumicino, inoltre, alla rabbia dei dipendenti Alitalia si è aggiunta quella dei lavoratori AirOne che vogliono chiarezza sul proprio futuro. I lavoratori, dopo le prime manifestazioni all’interno dello scalo dove è stato improvvisato un corteo, hanno raggiunto Palazzo Chigi per seguire da vicino il vertice convocato dal Governo. «Si è parlato di estendere la cassa integrazione e la mobilità anche ad AirOne, ma per la compagnia non è in atto alcuna procedura fallimentare» spiegavano gli assistenti di volo in agitazione. «Vogliamo certezze sul nostro futuro occupazionale»: i dipendenti accusano i dirigenti della Cai di non aver spiegato espressamente come si intende procedere con AirOne e si chiedono per quale motivo anche questa sigla sia stata inserita nell’ambito di ipotesi di patto per Alitalia. Collegata alla vertenza anche la protesta dei lavoratori dell’Atitech, che hanno occupato la strada di accesso all’aereoporto Capodichino di Napoli costringendo i passeggeri a lunghe camminate con le valigie al seguito. Il blocco è stato rimosso solo nel tardo pomeriggio. La società si occupa della manutenzione pesante degli aerei e i lavoratori vogliono essere inseriti nel perimetro occupazione della Cai con garanzie per il futuro occupazionale. ALLA FINE della giornata, densa di disagi per chi ha deciso di affidarsi agli aerei per i propri spostamenti, i dirigenti del Cub Trasporti hanno ribadito la valenza della loro azione accusando il governo di irresponsabilità per la mancata convocazione dell’organizzazione alle trattative. Una nota positiva per i viaggiatori che abbiano già prenotato (e pagato) il biglietto Alitalia per i prossimi giorni: Volagratis ha fatto sapere che chi ha comprato il biglietto con la carta di credito sarà eventualmente rimborsato mentre ci sarà un impegno dell’azienda, nel caso si renda necessario, per dirottare su altri voli le persone già prenotate.(s.m.)

18 settembre 2008 - Leggo

Oggi è il D-day. Se non si raggiunge un accordo...

Oggi è il D-day. Se non si raggiunge un accordo, volare su cieli italiani diventerà un’impresa. Già ieri, però, la giornata per i passeggeri non è stata facile. Le proteste dei dipendenti e lo sciopero di quattro ore degli aderenti a Cub Trasporti hanno lasciato a terra numerosi aerei costringendo la compagnia ad annullare diversi voli. Solo da Fiumicino sono stati 40, ma altrettanti sono stati cancellati dal Marconi di Bologna e dal Marco Polo di Venezia. Nello scalo della Capitale circa mille dipendenti hanno organizzato un corteo e addirittura alcuni hanno raggiunto Roma a piedi.

Bologna. In attesa che oggi la situazione Alitalia...

Bologna - In attesa che oggi la situazione Alitalia si definisca, numerosi sono stati i disagi all’aeroporto Marconi di Bologna per lo sciopero dei lavoratori promosso da Cub Trasporti e dal sindacato di base, dei dipendenti di Sab, Marconi Handling, Bas, Giacchieri e Koop Service. Alle 14 erano già 34 i voli in partenza e in arrivo cancellati. Rdb-Cub ha fatto sapere che « l’adesione è stata pressochè totale».

18 settembre 2008 - Il Cittadino

Scioperi e manifestazioni di hostess e piloti
Tra Bologna e Linate restano a terra 40 voli

ROMA - Altra giornata di passione per Alitalia, per i suoi dipendenti ma anche per i passeggeri, alle prese con scioperi, cortei e proteste, mentre a Palazzo Chigi andava in scena l’affondo finale tra i sindacati e la Cai di Roberto Colaninno. Ben tre le azioni di sciopero messe in campo oggi (anche se in programma da tempo), in concomitanza con "l’ultima chiamata" per Alitalia nella sede del governo. La compagnia commissariata comunica di aver cancellato 40 voli, tra nazionali e internazionali per lo sciopero Cub Trasporti (dalle 12 alle 16), disagi e ritardi si sono registrati in molti aeroporti. Cortei e manifestazioni a Fiumicino, dove circa un migliaio di lavoratori è sfilato con slogan e cartelli tra i viaggiatori. Un’iniziativa di sciopero ha riguardato anche i dipendenti di Air One, preoccupati per la quota di esuberi: la compagnia comunica tuttavia di non aver cancellato alcun collegamento. Agli scioperi già in calendario, si sono aggiunti manifestazioni e presidi di assistenti di volo, lavoratori di terra e piloti che protestavano contro le proposte contrattuali della Cai e l’accordo-quadro concordato con i sindacati.Capannelli e slogan hanno stazionato a lungo anche davanti alla sede del Governo. "Compagnia Avvoltoi Italiani", uno degli slogan inalberati da hostess e steward in divisa. E ancora: "Meglio falliti che in mano a questi partiti", "Silvio, manderesti tua figlia a lavorare per 600 euro?". Questa volta a protestare, a Linate e Fiumicino (dove risultano 50 cancellazioni), tra le divise verdi e blù dell’Alitalia, anche gli addetti dell’AirOne di Carlo Toto. «Noi siamo stati cancellati del tutto - ha detto una giovane stagionale della compagnia di Toto - in 15 giorni di trattativa non si è mai parlato di AirOne». «In questa vicenda noi verremo completamente cancellati» le ha fatto eco un collega parlando di «600 licenziamenti su 3mila addetti». Nel piano della Cai, la Nuova Alitalia dovrebbe infatti nascere dalla fusione tra le due compagnie, Alitalia e Air One. Un gruppo di hostess sfilavano con un cappio al collo e un cartello che recitava: «Questa è la vera cordata italiana».Trentaquattro i voli annullati a Bologna, 5 a Linate, cancellazioni e disagi anche a Venezia e in altri scali.

Oggi alle 16 l’ultima parola sul futuro della compagnia, ma l’accordo è vicino
Alitalia, ultimatum di Colaninno Altolà della Cgil, sindacati divisi
Il presidente Cai: «Non ho una lira in più da mettere»

Roma - Se Alitalia sarà salvata dalla cordata di imprenditori della Cai si saprà questo pomeriggio alle 16. I margini di trattativa sono ormai chiusi e ieri il presidente della Compagnia Roberto Colaninno ha avvertito i sindacati che senza il loro consenso questo pomeriggio proporrà all’assemblea della società di ritirare l’offerta. «Non è un aut aut ma il tentativo di salvare l’azienda con il consenso dei lavoratori» ha spiegato Colaninno. Il presidente della Cai durante l’incontro coi sindacati è stato netto: «Non c’è più nulla di cui discutere. Avete ottenuto in queste due settimane quello che non era previsto concedere» ha aggiunto sottolineando che Cai «non sta comprando un gioiello ma una azienda in dissesto». Il presidente della compagnia aerea italiana poi ha ribadito: «Abbiamo fatto una proposta con tutti i limiti e i difetti che volete ma non ho una lira in più da mettere». Colaninno ha offerto in più la redistribuzione ai dipendenti del 7% degli utili realizzati dalla societa (in particolare il 45% ai piloti, il 30% agli assistenti di volo e il 25% ai lavoratori di terra). L’amministratore delegato di Cai, Rocco Sabelli, ha sottolineato che la società ha «trattato con tutti per 13 giorni, 24 ore al giorno». La vertenza su Alitalia potrebbe però portare anche a una rottura nel sindacato. Tra i confederali infatti Cisl e Uil sono orientati ad accettare il piano mentre rimane l’incognita della Cgil. Bonanni esprime soddisfazione e dice che a questo punto «la parola data va mantenuta». Il numero uno della Cisl giudica «importante» la proposta di Colaninno di distribuire il 7% degli utili futuri ai lavoratori: «Così si apre una prospettiva per la partecipazione anche dei lavoratori alla governance aziendale». Quanto all’ipotesi di un accordo separato Bonanni afferma: «Non vogliamo dare il fianco a nessuno per far fallire Alitalia». Anche la Uil non vuole correre il rischio che la Cai ritiri l’offerta per colpa dei sindacati e quindi, anche se con alcuni dubbi, è disposta a dire sì al piano di salvataggio della compagnia aerea. Via libera al piano anche dall’Ugl, che chiede ai piloti di fare uno sforzo in più. La Cgil però prende tempo e avverte che senza ulteriori cambiamenti non potrà dare l’ok all’accordo. «Lavoreremo fino all’ultimo per avere quegli spazi che consentano un maggior accordo possibile per salvare Alitalia – afferma il segretario generale Guglielmo Epifani - Se tutti non fanno un passo di responsabilità l’azienda corre il rischio di non salvarsi». Ancora più chiaro il segretario confederale Fabrizio Solari, secondo cui se non cambia nulla, quello di Corso d’Italia sarà un no. "Se la Cgil fosse d’accordo su un testo si prenderebbe la responsabilità di andarlo a spiegare ai lavoratori" ha detto Solari. Anche i piloti dell’Anpac vogliono trattare ancora e lamentano il modo in cui è stata condotta la trattativa che "ha prodotto un documento che non condividiamo perché – come spiega il presidente Fabio Berti - si è trattato in maniera riservata con i confederali". Un no alla Cai arriva anche dall’Up, secondo cui non è possibile accettare il licenziamento di mille piloti. Intanto ieri Alitalia è stata costretta a cancellare oltre 40 voli a causa dello sciopero di 4 ore dei Cub. Una decisione duramente criticata dal ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli, che ha accusato il sindacato di «grave irresponsabilità». Per il coordinatore Giampietro Antonini però «irresponsabile è un governo che esclude dal confronto e dalla trattativa la Cub Trasporti e i lavoratori che questa rappresenta e intende difendere».

18 settembre 2008 - L'Unione Sarda

In Sardegna sono saltati otto voli. La protesta dei Cub provoca pesanti disagi ai passeggeri
Alitalia Giornata di caos, sciopera anche Meridiana
di LANFRANCO OLIVIERI

Caos nei cieli italiani: ieri uno sciopero di quattro ore ha mandato in tilt numerosi aeroporti nazionali. Alitalia, a causa delle protesta indetta dal sindacato Cub Trasporti, ha cancellato quaranta voli, mentre Meridiana ne ha soppresso un'altra decina in Sardegna. Ridotti invece i disagi per Air One, che ha dovuto fare a meno di due voli da Roma diretti a Torino e a Berlino.
IN SARDEGNA Nello scalo di Alghero e di Cagliari, Air One non ha registrato cancellazioni. Al contrario, Meridiana - a Cagliari e a Olbia - ha lasciato a terra diversi aerei. In totale sono stati annullati otto voli (andata e ritorno): due tratte Cagliari-Roma, un collegamento Olbia-Milano Linate e un volo Olbia-Roma.
I DISAGI Nonostante la mobilitazione, negli aeroporti isolani l'attività non ha subito particolari ritardi. «Ce lo aspettavamo», commenta Fabrizio Corradini, numero uno dell'Apm, l'associazione dei piloti di Meridiana federata alla Uil Trasporti: «Questo sciopero è stato proclamato per far capire che in Meridiana i problemi non sono stati risolti: l'obiettivo non era quello di generare particolari danni o disagi all'attività della compagnia». Un fatto è certo: i nodi sul tappeto sono ancora tanti.
LA VERTENZA Resta infatti alta la tensione tra lavoratori e vertici di Meridiana. «Non condividiamo le scelte fatte dai manager», spiega Roberto Casotto, rappresentante dei piloti dell'Anpac. «L'amministratore delegato, Gianni Rossi, ha trasferito i voli più remunerativi alla controllata Eurofly, impoverendo l'azienda olbiese». Casotto snocciola alcuni numeri: «Nella prima semestrale di Eurofly si nota un aumento di 230 mila passeggeri trasportati. Si tratta, in sostanza, dei clienti sulle linee Linate-Palermo, Linate-Catania, Linate-Napoli e Linate-Parigi, un tempo gestite da Meridiana». Lo «spolpamento di Meridiana», incalza il leader dell'Anpac, «ci costa 5 milioni di euro all'anno».
I TIMORI Le preoccupazioni di Roberto Casotto sono condivise anche dal numero uno dell'Apm: «Le incertezze sono tante», sbotta Fabrizio Corradini: «Finora i vertici di Meridiana si sono concentrati soltanto su come tagliare le spese per il personale. Ora l'azienda sta lavorando a un nuovo piano industriale e presto avremo modo di valutarne l'efficacia e soprattutto la serietà».
Le incognite, insomma, sono numerose. «Servono scelte precise», rincara la dose Casotto: «Alitalia è alla canna del gas, Meridiana invece viene da anni di utili. Ci sembra però che questi profitti siano stati per gran parte sprecati in operazioni finanziarie, come ad esempio l'acquisizione di Eurofly: un'azienda comprata a 6 euro per azione ma che oggi vale meno di un euro».
ALITALIA Sulle sorti di Alitalia, infine, i rappresentanti di Filt Cgil di Meridiana e di Eurofly esprimono solidarietà e vicinanza. «Sappiamo che i lavoratori Alitalia appartengono a un presente in cui più che soluzioni aziendali si cercano espedienti di annientamento professionale e impoverimento della dignità umana, di cui il lavoro rappresenta uno dei beni imprescindibili», scrivono in una nota. «Rimane ferma e attenta la nostra speranza di un futuro foriero di buone notizie nel raggiungimento di quei doverosi quanto concreti presupposti di tutela del lavoro e di ogni singola donna e uomo che in esso si esprimono».

18 settembre 2008 - L'Arena/Brescia Oggi/Giornale Vicenza

COMPAGNIA A TERRA
Oggi scadono i termini. La Cisl: «Il piano va bene». Gelo della Cgil. Disagi per lo sciopero
L’ultimatum di Colaninno: «Firmate o lascio Alitalia»

Ultimatum di Colaninno, presidente della Compagnia Aerea Italiana, ai sindacati di Alitalia: «Se non c’è consenso domani (oggi-NdR) propongo di ritirare la nostra offerta». Il presidente di Cai non ha usato mezzi termini nell’incontro di ieri a Palazzo Chigi con governo e sindacati. Siamo in una fase di recessione a livello mondiale, ha aggiunto Colaninno, «non c’è più un euro a disposizione, non abbiamo più nulla da discutere». La Cisl ha già detto sì. «Disponibilità totale a chiudere» dall’Ugl e sostanzialmente anche dalla Uil. Per la Cgil, se non cambia nulla, arriverà un no al piano di salvataggio. Un no ribadito invece dall’Unione piloti. A Fiumicino ieri cancellati 50 voli per la protesta dei Cub.

18 settembre 2008 - Corriere della Sera

La protesta Tensione allo scalo, cinquanta voli cancellati
Scioperi e corteo interno «Pronti a bloccare le piste»
di Alessandro Fulloni

Cinquanta voli cancellati, centinaia di passeggeri appiedati. È il pesante bilancio dei tre differenti scioperi indetti da personale Alitalia e Airone che ieri pomeriggio hanno paralizzato l'aeroporto di Fiumicino. Il timore è che le agitazioni possano ripetersi in maniera decisamente più incandescente dopo le 16 di oggi. La scadenza è quella fissata dal ministro del Lavoro Maurizio Sacconi entro la quale i sindacati dovranno pronunciarsi sul piano Fenice. Durante la protesta circa mille dipendenti hanno sfilato per i terminal dello scalo, gridando slogan contro il premier Berlusconi e contro l'ipotesi di accordo. In tanti hanno urlato: «Se firmano, bloccheremo le piste».
Nella protesta si sono mescolate tre agitazioni differenti: una prima indetta dai Cub-Alitalia (i comitati unitari di base, che non sono stati convocati alle trattative), la seconda dal personale di terra iscritto a Cgil, Cisl, Uil e Ugl e la terza dagli assistenti di volo di Airone preoccupati della fusione con Alitalia e dei provvedimenti di cassa integrazione e mobilità. Assieme agli steward hanno sfilato anche diversi piloti tra cui comandanti con contratti a tempo determinato scaduti a giugno e non rinnovati. «In questa situazione siamo circa in 60, avevamo tutti ricevuto la promessa che saremmo stati riconfermati » diceva angosciato uno di loro che per pagarsi i brevetti di volo ha speso «150 mila euro e oggi, per estinguere il prestito con la banca, pago rate mensili di 2 mila euro».
Concluso il corteo, i dipendenti si sono raccolti al varco equipaggi. Una folla che sventolava le bandiere di tutti i sindacati ascoltando in «diretta» dai megafoni gli aggiornamenti della trattativa in corso al ministero del Lavoro. «Ci ritroviamo qui domani alle 16, poi vedremo che fare» è stato il passaparola conclusivo.
Ma al Leonardo da Vinci l'atmosfera è tesissima in tutti i comparti. Nell'indotto i licenziamenti sono già scattati. Sei dipendenti della Condim, azienda che per Alitalia Servizi opera in hangar, nel settore della manutenzione, sono rimasti senza occupazione al ritorno dalla ferie. In altre ditte si sta ricorrendo alla cassa integrazione. Tribolazioni anche all'area cargo, che complessivamente impiega circa 3500 persone e dove le merci per circa il 50 per cento si spostano con aerei Alitalia. Ma da qualche giorno le agenzie di import export internazionale stanno previlegiando altri vettori. «E il calo operativo comincia a farsi sentire: sono a rischio perlomeno 500 posti di lavoro», dicono in ansia alla Confetra, l'associazione degli spedizionieri del Lazio.

18 settembre 2008 - Tribuna Treviso/Trentino/Messaggero Veneto

A Fiumicino esplode la protesta
Caos, decine di voli cancellati. Matteoli: «Irresponsabili»

ROMA - Ha provocato tensioni, ritardi e disagi ai passeggeri lo sciopero di 4 ore indetto ieri dal Cub Trasporti. Soltanto allo scalo romano di Fiumicino la protesta del personale di volo Alitalia ha fatto saltare cinquanta voli, almeno dieci dei quali sulla tratta per Milano. «Una decisione che in questo momento dimostra grave irresponsabilità», ha accusato il ministro dei Trasporti, Altero Matteoli.
Ma numerose sono state anche le cancellazioni internazionali. Altri 34 voli sono stati annullati al Marconi di Bologna, dove l’alta adesione allo sciopero ha di fatto paralizzato l’aeroporto, mentre 13 sono stati quelli soppressi al Marco Polo di Venezia.
Con lo sciopero indetto dalle sigle autonome di piloti, hostess e steward ha inoltre coinciso una seconda agitazione, quella proclamata da tutto il personale di terra aderente alla Filt Cgil, alla Fit Cisl, alla Uil Trasporti, all’Ugl e alla Uilt Apm (Associazione piloti Meridiana).
Attorno all’una lo scalo di Fiumicino è stato quindi teatro di un rumoroso corteo: un migliaio di lavoratori armati di fischietti e trombette che al grido di «Vergogna Vergona» ha invaso prima la hall degli arrivi e poi quella delle partenze, con qualche problema per il traffico automobilistico. Qui, in un crescendo di tensione, i manifestanti hanno iniziato a battere le mani e ad urlare «Fuori, fuori» per invitare i colleghi in servizio ai banchi del check-in ad unirsi alla protesta.
«Scioperiamo affinchè venga applicato anche in Cai il contratto nazionale del trasporto aereo, nonchè le normative che regolano il passaggio da un’azienda ad un’altra. E scioperiamo per dire no all’atteggiamento della Lega che sta portando avanti la propria battaglia contro Fiumicino per trasferire i voli di Alitalia a Malpensa», ha dichiarato Paolo Frati, responsabile nazionale della Cub Trasporti, sostenendo che l’offerta Cai porterebbe almeno diecimila esuberi in azienda più altrettanti nell’indotto.
La manifestazione si è sciolta attorno alle 16, in attesa di notizie da Palazzo Chigi. Ma i disagi si sono fatti sentire anche a Napoli dove per diverse ore i passeggeri sono stati costretti a raggiungere l’aeroporto di Capodichino percorrendo a piedi le rampe di accesso. Motivo del blocco in tangenziale il presidio dei lavoratori Atitech, preoccupati per la manifestazione di interesse avanzata dalla IeS Mediterraneo. I dipendenti temono che la cordata di privati napoletani possa nascondere un’operazione speculativa e invocano l’intervento di Finmeccanica.(n.a.)

18 settembre 2008 - Il Manifesto

LA TRATTATIVA · Firmano solo Cisl, Uil e Ugl. Colaninno sta per lasciare
La Cai non convince piloti, hostess e Cgil
Nuova giornata concitata, ieri, per i dipendenti dell'Alitalia. Manifestazioni a Fiumicino e cancellazione di decine di voli, e intanto la trattativa ha raggiunto un punto morto. Solo Cisl, Uil e Ugl firmano il testo della Cai, mentre la Cgil e tutte le sigle autonome lo respingono. Il presidente Colaninno oggi potrebbe uscire dall'affare
di Francesco Piccioni

ROMA - Il dado è quasi tratto. Roberto Colaninno, presidente della Compagnia aerea italia (Cai), ovvero capo della «cordata» voluta da Berlusconi, aveva chiesto e ottenuto una riunione plenaria a palazzo Chigi con tutte e nove le sigle sindacali rappresentative dei lavoratori Alitalia. Sapeva, entrando, che solo tre sindacati - Cisl, Uil e Ugl - erano pronti a inchinarglisi in nome delle «relazioni complici» teorizzate dal ministro del welfare Sacconi e dalla Confindustria. Nonostante questo, si è presentato a muso duro: «Non abbiamo più niente da discutere, la nostra proposta può essere accettata o no; ma io non ho un euro in più da mettere sul tavolo». Fine della riunione. Il governo, tramite il sottosegretario alla presidenza del consiglio, Gianni Letta, ha comunicato che i sindacati dovranno dare una risposta entro oggi alle 15,50. Ora insolita, ma dieci minuti dopo si riunirà il consiglio di amministrazione di Cai per decidere se andare avanti o mollare tutto. Non ci sono molte incertezze. Al tavolo, infatti, Colaninno s'è lasciato sfuggire una considerazione di troppo: «Se il governo americano non fosse intervenuto stanotte su Aig (colosso assicurativo Usa, di fatto nazionalizzato dalla Federal Reserve, ndr ), stamattina avrei ritirato l'offerta su Alitalia». La traduzione è fin troppo semplice: se crollavano i mercati finanziari io scappavo. Il problema è che sono crollati lo stesso, appena 12 ore dopo; e una decisione come questa - infilarsi nel business aereo o no - non si prende sulla base di una giornata di borsa andata storta. Colaninno, insomma, stava solo cercando una via «onorevole» per il ritiro. Berlusconi e Sacconi gliel'hanno preparata per una settimana, con una gestione della «trattativa» (mai iniziata) chiaramente indirizzata a trovare un «colpevole del fallimento» da indicare «al popolo». Sindacati e sinistra, ovviamente. anche se tra le sigle del «fronte del no» spiccano Anpac e Up, sindacati dei piloti da sempre molto vicini ad Alleanza nazionale; oppure, tra gli assistenti di volo, gli apolitici Avia e Anpav. Queste quattro organizzazioni, insieme all'Sdl e alla Cgil, si sono immediatamente riunite per decidere insieme il da farsi, pronti a esaminare anche «eventuali controproposte». Una mossa analoga fu fatta ad aprile anche nella trattativa con Air France-Klm, che poi prese il cappello e se andò. Le altre tre (Uil, Ugl e Cisl) hanno invece garantito la firma dell'accordo. Già, ma firmano cosa? Per Fabio Berti, leader dell'Anpac, «la proposta di Cai si basava su due documenti; uno lo abbiamo, l'altro non l'abbiamo mai visto; non so cosa c'è, ma credo che parli di contratti». Poi l'affondo: «oggi è emerso un dato fondamentale: non c'è sul tavolo solo un piano industriale di Alitalia, c'è altro, un sistema di governance che vogliono imporre, che ritengono assolutamente necessario e primario». L'aveva spiegato bene Colaninno: «per noi non ci sono associazioni, ma solo dipendenti», ovvero singoli individui senza alcun potere davanti all'impresa. Parlava dei piloti, ovvero degli «indispensabili» in una compagnia aerea. Figuriamoci come possa considerare le altre figure professionali e i relativi sindacati. Sulla qualità del «piano industriale» della Cai si soffermava Massimo Notaro, presidente dell'altra associazione dei piloti, l'Up: «55 aeromobili verrebbero fermati e un minuto dopo avremo qualche low cost che verrebbe a spolpare il nostro mercato». Notaro ha ricordato anche che le associazioni professionali, che secondo il modello Cai «devono essere cancellate», rappresentano l'80% dei piloti e quasi la totalità degli assistenti di volo. Confermato dunque il legame tra vicenda Alitalia e tentativo di «fissare un precedente» esemplificativo di cosa intendono le imprese per «riforma del sistema contrattuale». Il contratto di lavoro, del resto, è il mistero finale di questa finta trattativa. Ancora ieri Sacconi andava spiegando che sarebbero stati «mantenuti gli stessi livelli retributivi», a fronte solo di «aumenti della produttività». L'unico testo conosciuto è circolato nei giorni scorsi e parlava di riduzioni della paga base di circa il 40-50% e della parte variabile per almeno il 25%. Non risultano cambiamenti; né Sacconi ha prodotto un solo foglio di carta a supporto della sua tesi. L'unica polpetta avvelenata ha preso la forma di una promessa: la «distribuzione ai dipendenti del 7% degli eventuali utili». Quanto basta per far dire a Cisl, Uil e Ugl (oltre all'immancabile Sacconi) che era stato «aggiunto un elemento qualificante nelle future relazioni indsutriali», come «doveroso collegamento tra salari e utili di impresa». Quasi una confessione sulla natura tutta politica di questa partita. La Cgil, tramite il segretario della Filt Fabrizio Solari e il segretario generale Guglielmo Epifani, giurava di voler usare fino all'ultimo minuto utile per «allargare il consenso». Poi lo stesso Solari chiariva meglio: «cercare l'allargamento del consenso non significa allargare il numero delle sigle che sottoscrivono, ma il numero dei lavoratori che ritengono quell'accordo sufficiente». Per tutta la mattinata almeno 2.000 lavoratori avevano invece percorso in corteo il terminal di Fiumicino, chiedendo ai sindacati di non firmare niente per loro conto. C'era stato anche il breve sciopero (4 ore) indetto dalla Cub fin da giugno. 40 voli sono stati cancellati dalla compagnia, scegliendo tra quelli con meno prenotazioni. La partita Cai sembra quindi chiusa. I berluscones giurano che non c'è più alternativa al fallimento perché non ci sarebbero altri vettori interessati. Ma è risaputo che nessuno si è fin qui mosso perché il governo - proprietario del 49,9% delle azioni - ha sempre mostrato di «non gradire» alternative. Un minuto dopo il ritiro di Colaninno, c'è da scommetterci, si faranno avanti. Del resto, il commissario straordinario Augusto Fantozzi ha l'obbligo giuridico di tentare tutte le strade per valorizzare gli asset della compagnia. «FIRMA O LASCIO» Roberto Colaninno, presidente della Cai, il gruppo che dovrebbe acquisire la nuova Alitalia, ha mosso ieri il suo ultimatum ai sindacati. Subito dopo ha incontrato il premier Berlusconi.

18 settembre 2008 - L'Eco di Bergamo

Scioperi e cortei Aeroporti nel caos
Hostess e piloti scatenati, passeggeri a terra I dipendenti Air One: «Dimenticati 600 esuberi»
di Paola Barbetti

ROMA - Altra giornata di passione per Alitalia, per i suoi dipendenti, ma anche per i passeggeri, alle prese ieri con scioperi, cortei e proteste, mentre a Palazzo Chigi andava in scena l'affondo finale tra i sindacati e la Cai di Roberto Colaninno. Ben tre le azioni di sciopero messe in campo (anche se in programma da tempo), in concomitanza con «l'ultima chiamata» per Alitalia nella sede del governo.
A TERRA 40 VOLI
La compagnia commissariata comunica di aver cancellato 40 voli, tra nazionali e internazionali per lo sciopero Cub Trasporti (dalle 12 alle 16), disagi e ritardi si sono registrati in molti aeroporti. Cortei e manifestazioni a Fiumicino, dove circa un migliaio di lavoratori è sfilato con slogan e cartelli tra i viaggiatori. Un'iniziativa di sciopero ha riguardato anche i dipendenti di Air One, preoccupati per la quota di esuberi: la compagnia comunica tuttavia di non aver cancellato alcun collegamento.
slogan e cartelli
Agli scioperi già in calendario, si sono aggiunti manifestazioni e presidi di assistenti di volo, lavoratori di terra e piloti che protestavano contro le proposte contrattuali della Cai e l'accordo-quadro concordato con i sindacati.
Capannelli e slogan hanno stazionato a lungo anche davanti alla sede del governo. «Compagnia Avvoltoi Italiani», uno degli slogan inalberati da hostess e steward in divisa.
E ancora: «Meglio falliti che in mano a questi partiti», «Silvio, manderesti tua figlia a lavorare per 600 euro?», «Apprendista per sette anni e ora? Calcio in c...!».
airone
Questa volta a protestare, a Linate e Fiumicino (dove risultano 50 cancellazioni), tra le divise verdi e blu dell' Alitalia, anche gli addetti dell'AirOne di Carlo Toto. «Noi siamo stati cancellati del tutto – ha detto una giovane stagionale della compagnia di Toto – in 15 giorni di trattativa non si è mai parlato di AirOne».
SEICENTO LICENZIAMENTI
«In questa vicenda noi verremo completamente cancellati» le ha fatto eco un collega parlando di «600 licenziamenti su 3.000 addetti». Nel piano della Cai, la Nuova Alitalia dovrebbe infatti nascere dalla fusione tra le due compagnie, Alitalia e Air One. Un gruppo di hostess sfilavano con un cappio al collo e un cartello che recitava: «questa è la vera cordata italiana». Trentaquattro i voli annullati a Bologna, cinque a Linate, cancellazioni e disagi anche a Venezia e in altri scali. A Napoli 300 dipendenti dell'Atitech, gruppo Alitalia, hanno occupato gli accessi all'aeroporto di Capodichino.
Tre le azioni di sciopero odierne e con motivazioni diverse, i Cub hanno mobilitato i lavoratori di Alitalia, protestando per l'esclusione della sigla di base dal tavolo della trattativa. La Filt Cgil ha chiamato all'astensione gli assistenti di volo Air One per la mancata applicazione di regole contrattuali e, nel caso di Air One Cityliner, per l'assenza di contratto.
un'altra giornata di stop
Tutte le sigle sindacali hanno indetto un ulteriore sciopero dei lavoratori di terra delle compagnie aeree straniere presenti in Italia, «perché non si siedono al tavolo della trattativa per il contratto», spiega la Filt. A Linate, gruppi di hostess e steward hanno contestato l'accordo-quadro sottoscritto a Roma da parte dei sindacati: «Questa italianità è una falsità», hanno scandito. «Persone che non ci rappresentano hanno fatto l'accordo, è un contratto vergognoso, chi viene pagato meno di 3 euro l'ora?».

18 settembre 2008 - La Provincia di Cremona

Scioperi, piloti e hostess in corteo 600 esuberi anche per AirOne

ROMA — Altra giornata di passione per Alitalia, per i suoi dipendenti ma anche per i passeggeri, alle prese oggi con scioperi, cortei e proteste, mentre a Palazzo Chigi andava in scena l'affondo finale tra i sindacati e la Cai di Roberto Colaninno. Ben tre le azioni di sciopero messe in campo ieri (anche se in programma da tempo), in concomitanza con 'l'ultima chiamata per Alitalia nella sede del Governo. La compagnia commissariata comunica di aver cancellato 40 voli, tra nazionali e internazionali per lo sciopero Cub Trasporti (dalle 12 alle 16), disagi e ritardi si sono registrati in molti aeroporti. Cortei e manifestazioni a Fiumicino, dove circa un migliaio di lavoratori è sfilato con slogan e cartelli tra i viaggiatori. Un'iniziativa di sciopero ha riguardato anche i dipendenti di AirOne, preoccupati per la quota di esuberi: la compagnia comunica tuttavia di non aver cancellato alcun collegamento. Agli scioperi già in calendario, si sono aggiunti manifestazioni e presidi di assistenti di volo, lavoratori di terra e piloti che protestavano contro le proposte contrattuali della Cai e l'accordo-quadro concordato con i sindacati. Capannelli e slogan hanno stazionato a lungo anche davanti alla sede del Governo. ‘Compagnia Avvoltoi Italiani’, uno degli slogan inalberati da hostess e steward in divisa. E ancora: 'Meglio falliti che in mano a questi partiti’, ‘Silvio, manderesti tua figlia a lavorare per 600 euro?’. Questa volta a protestare, a Linate e Fiumicino (dove risultano 50 cancellazioni), tra le divise verdi e blu dell'Alitalia, anche gli addetti dell'AirOne di Carlo Toto. «Noi siamo stati cancellati del tutto — ha detto una giovane stagionale della compagnia di Toto — in 15 giorni di trattativa non si è mai parlato di AirOne». «In questa vicenda noi verremo completamente cancellati» le ha fatto eco un collega parlando di «600 licenziamenti su 3.000 addetti». Nel piano della Cai, la Nuova Alitalia dovrebbe infatti nascere dalla fusione tra le due compagnie, Alitalia e Air One.

18 settembre 2008 - Il Messaggero

ROMA. Ultimatum del presidente di Cai...

ROMA - Ultimatum del presidente di Cai, Roberto Colaninno, ai sindacati: o oggi arriva una risposta positiva sul piano di salvataggio di Alitalia o la cordata si ritirerà. «Il tempo della trattativa è finito. Non stiamo comprando un gioiello, ma un’azienda in dissesto». Colaninno, al tavolo di palazzo Chigi, ha fatto un’ultima offerta: il 7% degli utili sarà redistribuito tra i dipendenti. Sindacati divisi con Cisl, Uil, Ugl pronte a firmare, la Cgil incerta e i piloti verso il no. Suspense fino all’ultimo minuto. Cortei a Fiumicino, Linate e Napoli. Uno sciopero dei Cub fa saltare 50 voli.

18 settembre 2008 - La Nuova Sardegna

Il Ctm affiderà all’esterno la manutenzione dei mezzi
«Il contratto dei nuovi bus mette a rischio 100 posti»
di Pablo Sole

CAGLIARI - I 33 pullman nuovi di zecca che il Ctm presenterà questa mattina nel largo Carlo Felice non sono nemmeno entrati in servizio e già scatenano polemiche. Un record. Da scrivere nel palmares delle sigle sindacali - spicca però l’assenza della Cgil - che stemperano i toni entusiastici sbandierati dai vertici aziendali e tagliano corto: «C’è ben poco da festeggiare». Il fatto: il Consorzio mobilità e trasporti ha acquistato «con fondi propri», come sottolineato con velato orgoglio dall’azienda, 33 pullman che entreranno in servizio a breve. Non basta, perché alla flotta si aggiungeranno entro un anno altri 170 mezzi da acquistare col contributo della Regione. Ed è proprio questa operazione a sollevare dubbi, perplessità e una malcelata rabbia delle sigle di categoria: «Per prima cosa - si legge in una nota firmata da Cisl, RdB, Faisa, Ugl, Css e Uil - appare opportuno specificare che gli autobus si sono potuti acquistare con le sole forze economiche del Ctm solo per il determinante contributo che hanno dato in questi anni tutti i lavoratori dell’azienda. Ma nella vicenda che riguarda il rinnovo del parco mezzi ci sono aspetti di scarsa trasparenza che preoccupano fortemente i dipendenti: l’acquisto in full service e dunque con la garanzia della manutenzione a vita, di circa 170 autobus». Va da sé che una scelta del genere potrebbe mettere a rischio il posto di lavoro dei dipendenti che, fino ad oggi, hanno seguito la manutenzione del parco mezzi Ctm: «Tale opzione, che a detta dei dirigenti del Consorzio parrebbe imposta dall’assessorato ai Trasporti della Regione, se confermata metterebbe in seria discussione circa cento posti di lavoro - denunciano i sindacati - per questo abbiamo chiesto un incontro urgente con l’assessore Sandro Broccia. In un clima così nebuloso, dove a pagare sono sempre e solo i lavoratori, riteniamo ci sia ben poco da festeggiare».
Le organizzazioni di categoria ricordano inoltre che lo stato di agitazione dei dipendenti, proclamato diversi mesi orsono, è ancora in atto. Oggetto del contendere: «Turni per i conducenti massacranti - si legge nella nota - condizioni di lavoro che minano la sicurezza e la salute di lavoratori e varie vertenze ancora irrisolte».


18 settembre 2008 - Corriere del Veneto

LO SCIOPERO Al Marco Polo trenta voli cancellati e lunghe attese al check-in

RITARDI E CODE, AEROPORTO IN GINOCCHIO

Venezia – Trenta voli cancellati, ritardi fino a due ore, code agli imbarchi. Lo sciopero di 24 ore della CUB Trasporti ha messo ieri in ginocchio l'aeroporto Marco Polo Tessera. Una giornata di passione, che si intreccia con la crisi dell'Alitalia: le sorti della compagnia di bandiera, infatti, potrebbero avere ripercussioni anche a Venezia.

Nonostante le fasce di garanzia, nonostante il dirottamento di alcuni voli – in arrivo e in partenza – sugli scali di Treviso e Verona, lo sciopero del sindacato di base crea pesanti disagi: Si fermano i lavoratori di SAVE, SAV, GH e AVIAPARTNER che supera il 50% della forza lavoro. Le ripercussioni al trasporto bagagli e ai check-in si fanno sentire già dalle prime ore del mattino, ma fino a tarda sera la situazione resta difficile. A fine giornata, su 103 partenze, i voli cancellati sono 15, mentre tra gli arrivi le cancellazioni sono 16 su 104. Grossi ritardi accumulati, soprattutto sulle tratte internazionali: il volo per Parigi delle 17.55 parte con un'ora e mezza di attesa. Ma la sorte peggiore capita ai viaggiatori di un volo nazionale, diretti a Catania: il volo delle 7.10, decolla alle 13, dopo sei ore di estenuanti attesa in aeroporto. “Sono mesi – spiega Giampietro Antonini della CUB Trasporti -che chiediamo un riconoscimento ai lavoratori dell'aeroporto. E' grazie a loro che SAVE, anche nel 2007, ha chiuso il bilancio in attivo, con circa 40 milioni di euro di utili”. Un risultato che ha permesso “l'elargizione di un premio da 2,5 milioni di euro al presidente Marchi. Anche i lavoratori – aggiunge il sindacalista – devono essere gratificati con un tangibile riconoscimento, misurabile in stipendi ed orari dignitosi”. Alla protesta locale si sovrappone anche quella nazionale, organizzata sempre dal sindacato di base, dei lavoratori Alitalia., che dalle 12 alle 16 protestano contro le ipotesi di accordo sottoscritte dai sindacati confederali. “Non conosciamo ancora il destino della vecchia Alitalia – spiega Antonini – né quali saranno le rotte della Cai. L'unica cosa certa è che tanti lavoratori addetti al check-in e al trasporto bagagli potrebbero perdere il proprio posto”. A Venezia sono circa 400, divisi tra Sav, GH e Aviapartner, ma l'handler ad avere il contratto con l'Alitalia è solo Gh: nel caso di un ridimensionamento dei voli e dei servizi della nuova compagnia aerea nello scalo di Tessera, le ripercussioni occupazionali potrebbero essere drammatiche.   


18 settembre 2008 - Le Figaro

Vingt-quatre heures pour sauver Alitalia

Le gouvernement italien a indiqué aux syndicats qu'ils avaient jusqu'à jeudi pour statuer sur l'offre de reprise, qui prévoit plus de 3.000 licenciements.
Lors de la réunion mercredi qui a eu lieu au siège du gouvernement italien, le palais «Chigi», les neufs syndicats de la compagnie aérienne ont été sommés de prendre une décision concernant le plan de sauvetage d'Alitalia proposé par les repreneurs. «Il n'y a plus de négociations», a prévenu le ministre Sacconi, faisant comprendre que l'offre était désormais à prendre ou à laisser, avant une réunion cruciale jeudi de la Compagnie aérienne italienne, (Cai), l'alliance des entrepreneurs italiens disposés à reprendre les activités de transport de passagers d'Alitalia, prévue à 16h00 jeudi. Au terme de la réunion qui s'est achevée vers 18h45, trois syndicats d'Alitalia ont déjà affirmé qu'ils acceptaient ce plan, tandis qu'un autre syndicat a appelé les pilotes, qui sont les plus réticents, à faire preuve de «responsabilité». La première centrale syndicale CGIL a en revanche affirmé, par la voix de son secrétaire national, Fabrizio Solari, qu'elle pourrait dire non à ce plan si, d'ici demain «rien ne change». «Il reste 24 heures. Nous dépenserons chaque minute qui reste pour trouver un point d'équilibre», a-t-il ajouté.
Le plan de la dernière chance
Le ministre du travail Maurizio Sacconi a affirmé que si les syndicats refusent la proposition de la Cai, aucun autre plan de reprise ne sera proposé. D'après la chaine Sky TG 24, des syndicats proposeront une solution alternative lors de la réunion de la dernière chance qui aura lieu jeudi. Mercredi, plus d'une centaine de vols ont déjà été annulés à l'appel du syndicat CUB Trasporti, tandis que des milliers de manifestants protestaient devant le palais du gouvernement et sous les fenêtres où se déroulaient les négociations. Dimanche, la Cai avait proposé un plan comprenant le licenciement de 3000 employés. Les candidats à la reprise pensent ainsi conserver 12500 employés et mettre 1 milliard de d'euros au pot. Les 4 syndicats majeurs ont acceptés, mais les syndicats de pilotes et de personnel navigant sont très réticents. En cas d'accord sur le plan de la Cai, une compagnie étrangère pourrait prendre une participation minoritaire. «Lufthansa, Air France-KLM et British Airways sont intéressées» a déclaré Maurizio Sacconi, mais «elles ne feront pas d'offres de rachat». La compagnie italienne est détenue à 49,9% par l'état et a été placée sous administration extraordinaire depuis la fin du mois d'août.