ARTICOLI DI Rassegna STAMPA 8 luglio 2008
8 luglio 2008 - Il Piccolo
AUTOFERROTRANVIERI
Sciopero dei trasporti, adesioni superiori al 50%
In servizio i sindacati di base: «Pochi i 150 euro richiesti, ne servono almeno il doppio»
Trieste - Lo sciopero nazionale di ieri degli autoferrotranvieri (cui non hanno aderito però i sindacati di base) ha raccolto, tra i lavoratori della Trieste Trasporti, un’adesione del 50% circa secondo l’azienda e del 60% a detta dei sindacati. Nello specifico, in base alle stime di Trieste Trasporti, tra le 9 e le 13 l’adesione ha raggiunto il 50%, mentre dalle 16 alle 24 è salita al 58% (sono state rispettate le due fasce protette, tra le 6 e le 9, e tra le 13 e le 16). «Ci sono stati lievi disagi - ha fatto sapere Trieste Trasporti - ma la situazione è stata gestibile».
Questa volta a indire lo sciopero sono stati solo Cgil, Cisl e Uil. Le quattro maggiori confederazioni nazionali dei trasporti (Rdb cub, Slai cobas, Sdl e Cobas lavoro privato) non hanno aderito. «I sindacati di base hanno dato indicazioni precise ai lavoratori: non incrociare le braccia - spiega il coordinatore regionale di Rdb cub Willy Puglia -. È per questo che l’adesione alla protesta non è stata molto alta. Le richieste dei sindacati non rispettano le nostre aspettative. Siamo disponibili a protestare contro la Trieste Trasporti in nome dei diritti dei lavoratori, soprattutto dei nuovi assunti, per sradicare la piaga del precariato e per garantire maggiore sicurezza sul lavoro, ma - continua Puglia - le condizioni di Cgil, Cisl e Uil non ci bastano. Loro ad esempio chiedono un aumento in busta paga di 150 euro mensili - spiega - mentre noi ne chiediamo 300: così ci si avvicinerebbe agli stipendi medi europei».(e.c.)
8 luglio 2008 - Gazzetta di Reggio
«Act non c’entra con Orfeo»
Sub-affidamenti e clausole sociali: parla Malagoli. LA VERTENZA. I rapporti tra Ae ed il consorzio
Reggio E. - Consorzio Orfeo, lavoratori licenziati, protesta davanti al municipio di Reggio. Ebbene, «con tutto questo l’Act non c’entra niente. Per un semplice motivo: Act non ha affatto ritirato i servizi di sub-affidamento, per cui non c’è alcun nesso con la vicenda che sta suscitando tutte queste proteste. La ristrutturazione delle aziende private che hanno in carico il sub-affidamento non è questione che ci riguarda». La precisazione arriva direttamente dal presidente dell’Act, Angelo Malagoli, che non ci sta ad essere tirato in ballo ogni volta che si parla di Consorzio Orfeo e vertenze contrattuali.
Un conflitto di interessi, tuttavia, Malagoli non può non ammetterlo: ed è quello che riguarda le aziende che si sono aggiudicate la gara per i 9,5 milioni di chilometri di servizio urbano ed extraurbano su territorio reggiano. L’azienda in questione è la Autolinee dell’Emilia (abbreviata in Ae), la quale in partnership con Til ha vinto l’appalto di Act. A sua volta, però, Autolinee dell’Emilia è partecipata da Act: da qui il conflitto a cui far fronte. «La prima gara avvenne in una situazione di caos normativo. Chiaro che oggi la vicenda non si potrà riproporre negli stessi termini. Difatti ci stiamo organizzando per tenere ben distinte la società che fa la gara e quella che la vince. Detto questo, però, occorre dire che la vicenda di Orfeo è altra cosa. Nel senso che Orfeo è un consorzio tra privati in cui Act non detiene nulla. Orfeo - o meglio: ditte private che fanno parte di Orfeo - ha ricevuto in sub-affidamento da Ae una parte dei 9,5 milioni di chilometri. In percentuale si tratta del 26 per cento: una percentuale decisamente alta a proposito della quale occorrerà compiere passi indietro. E mi spiego: nel contratto di servizio tra Act e Ae esiste una clausola sociale la quale stabilisce che Act si deve far carico dei lavoratori nel caso in cui costoro rimangono senza lavoro perché io, Act, non erogo più il servizio, o lo limito. Se, infatti, si decide di ridurre la percentuale del 26% di sub-affidamento, a quel punto ci sarà gente che rimarrà senza impiego. E Act dovrà farsene carico. Ma proprio questa clausola sociale è la ragione per cui, allo stato attuale, non esiste alcun nesso tra Act e quanto accaduto coi lavoratori all’interno del Consorzio Orfeo. E’ improprio chiamare in causa Act come se avesse responsabilità diretta».
Sul versante sindacati, però, è sciopero di 24 ore all’Act di Reggio per il prossimo 18 luglio. Lo proclama la Cub trasporti dato che i lavoratori di Orfeo rimangono licenziati senza «nessuna proposta o indicazione» dalle istituzioni che «si erano precedentemente impegnate a risolvere il problema», spiega il coordinatore provinciale Cub, Pasquale Tucci. Infatti, «nonostante le reiterate richieste di riassunzione immediata dei lavoratori in Act, che ormai da più di tre settimane non percepiscono lo stipendio, nonostante la massiccia solidarietà della cittadinanza, tramite la raccolta di firme con il banchetto davanti al Comune e l’invio di email agli uffici provinciali e comunali, continua lo scaricabarile delle responsabilità». Di conseguenza, «i lavoratori continuano la lotta aspettando che dalle parole si passi ai fatti». Tucci ricorda che nel consiglio comunale del 30 giugno fu approvato all’unanimità un ordine del giorno in cui si invitava il sindaco, Graziano Delrio e la presidente della Provincia, Sonia Masini, a garantire stabile occupazione ai cinque lavoratori licenziati. Poi, qualche giorno fa il consiglio provinciale ha approvato, con i soli voti della maggioranza, un odg che contraddice l’orientamento del consiglio comunale e rimanda la soluzione alla contrattazione tra le parti dicendo che si tratta di competenza strettamente aziendale. Tucci accusa anche i sindacati confederali che appoggiano l’idea di una azienda unica del trasporto pubblico locale e le cui strategie comporteranno «la riduzione dei salari e un aumento di ore di guida per gli autisti di Orfeo e dei nuovi assunti». Inoltre, aggiunge Tucci, «cercano di "frenare" i licenziamenti attraverso "accordicchi tampone" con i piccoli imprenditori, senza far valere le clausole di salvaguardia».
Un autista controcorrente «Io lavoro, ecco perché»
Reggio E. - Lo sciopero nazionale di ieri è solo l’ultimo di una lunga serie promossa dai sindacati del settore trasporti di Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Orsa, Faisa e Fast a sostegno della vertenza per il nuovo contratto collettivo nazionale di lavoro della mobilità.Gli addetti al trasporto locale, ferroviario e dei servizi nella provincia reggiana sono circa 800. Lamentano una mancanza di propensione al dialogo da parte delle associazioni delle imprese. «Anche la richiesta di 160 euro di aumento, che aveva incontrato il favore dello scorso governo, ora è decaduta - sottolineano i sindacati - Dicono che i soldi stanziati in precedenza ora non ci sono più». Detto dei dubbi espressi dai cittadini, siamo riusciti a scambiare due battute con Pierpaolo Di Matteo, dipendente della Cub Trasporti, ieri regolarmente in servizio: «Sono in molti ad aver scioperato, altri come me hanno preferito lavorare - spiega Di Matteo -. Trovo sia assurdo, paradossale, dover interrompere il servizio per poter godere dei nostri diritti. Molti dei miei colleghi scioperano senza credere che si possa ottenere qualcosa. Il problema è che sindacalisti e aziende che gestiscono i trasporti rappresentano due facce della stessa medaglia. Sono la medesima cosa».
8 luglio 2008 - La Nuova Sardegna
«Migliorare i collegamenti interni»
Piano trasporti regionale, consensi nel Medio Campidano
di LUCIANO ONNIS
SANLURI - Il Piano dei trasporti della Regione viaggia spedito verso la conclusione del suo iter amministrativo e cammin facendo raccoglie consensi e gli ultimi suggerimenti. Ieri mattina a Sanluri ha avuto, al cospetto dell’assessore regionale Sandro Broccia, quelli della giunta provinciale del Medio Campidano, dei sindaci e delle organizzazioni sindacali del territorio. E’ stata la seconda delle otto conferenze che l’assessore Broccia ha programmato nelle province isolane per illustrare lo schema del Piano dei trasporti a un anno dalla sua prima approvazione in Giunta. Ricevuti rilievi, osservazioni, critiche e proposte, in larga accolti dall’Assessorato, ecco che il Piano è adesso in dirittura d’arrivo. Dopo l’illustrazione nei territori provinciali, nuovo passaggio in Giunta con le eventuali correzioni scaturite da queste otto conferenze, e infine in Consiglio per l’approvazione definitiva. Dal Medio Campidano è giunta per linee generali l’approvazione per la rete dei trasporti regionali che sarà (illustrata tecnicamente dal docente universitario Italo Meloni che lo ha redatto), ma tanti sono stati i suggerimenti e le richieste dell’ultim’ora. I vari sindaci intervenuti (fra cui Marras di Guspini, Musanti di San Gavino, Zurru di Gonnosfanadiga, Cau di Furtei) hanno cercato tutti di portare acqua al proprio mulino, ma più d’uno ha ignorato un particolare: la Regione si occupa di servizi, mezzi di trasporto e infrastrutture accessorie, non ha la facoltà di fare e disfare strade e ferrovie, compito demandato ad Anas, FS e Provincia.
Una considerazione unanime da parte dei sindaci è stata la necessità di migliorare i collegamenti delle aree interne della provincia con la superstrada 131 che divide proprio in due il territorio del Medio Campidano e con lo scalo ferroviario di San Gavino, entrambi di importanza è vitale per tutto il Medio Campidano. Serve pertanto - è stato detto - l’adeguamento della rete viaria provinciale (cosa che l’assessore Gianluigi Piano ha già in agenda), ma anche delle statali 126, 197 (soprattutto) e della 196. Altro punto dolente toccato e ribadito con fermezza dall’assessore di Arbus Mario Vacca è l’accesso alla costa: «Il nostro litorale, unico sbocco a mare della provincia, non potrà mai avere sviluppo senza strade. Strade che oggi non ci sono o sono da incubo». I sindacati (Sergio Concas della Cisl, Bruno Floris e Sndro Bianco della Filt-Cgil e Luigi Melis della Rdb Trasporti) hanno invece chiesto per il territorio e l’intera isola miglioramenti per il trasporto merci, maggiore sicurezza e scelta di vettori in grado di assicurare servizi efficienti.