Basta screditare le lotte dei portuali d’Italia. Rimettere al centro la battaglia sui diritti del lavoro
La lotta dei portuali di Trieste è stata accolta come una mobilitazione simbolo, perché sembrava potesse davvero parlare alle lotte di tutto il Paese contro le politiche del governo Draghi.
In modo evidente, il governo ha come unico obiettivo quello di rispondere solo alle imprese.
Questo si è visto anche dopo la scelta immediata di pagare i tamponi solo ai portuali triestini in lotta. Tutto purché si produca, tutto purché si garantisca il profitto.
Molti portuali, non solo a Trieste, si sono uniti alla protesta per difendere il diritto al lavoro dei propri colleghi e per far sì che “nessuno debba pagare per andare a lavorare”. Ben presto però si sono visti gettare in un baratro di pessime decisioni e ancora più pessime alleanze.
Il Clpt, che oggi cerca di prendere le distanze da una piazza che loro stessi hanno contribuito a determinare, ha screditato le lotte di tutti i portuali d’Italia con le sue scelte, permettendo che una lotta legittima (quella sulla questione del green pass nei luoghi di lavoro) si trasformasse in un calderone negazionista e permettendo a personaggi ambigui e in cerca di notorietà di infangare la categoria.
Il coordinamento dei portuali USB di Genova, Livorno, Trieste, Civitavecchia e Taranto non ci sta alle strumentalizzazioni che questa categoria sta subendo a causa del parallelismo con movimenti che nulla hanno a che vedere con la difesa del diritto al lavoro e con la salute e la sicurezza nelle aziende.
Non siamo d’accordo, né mai lo saremo, con quelli che negano l’esistenza della pandemia e l’esigenza di contrastarla con gli strumenti che ci sono dati.
I portuali sono però contrari al green-pass perché è una misura divisiva, di scarico di responsabilità nei confronti dei lavoratori e che nulla a che fare con la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro. Riteniamo che gli strumenti debbano essere altri (uno su tutto il tampone gratuito nelle aziende) perché la legge impone al datore di lavoro di assumersi la responsabilità della salute dei lavoratori dipendenti nell’ambito del documento di valutazione del rischio.
Continueremo, sulla base dei diritti che esistono e che vanno difesi, a dare battaglia contro chi vuole dividerci e mettere in discussione il diritto al lavoro e distorcere lo statuto dei lavoratori.
L’attacco che sta lanciando il governo va però oltre: colpisce le pensioni, il fisco, le tutele sociali ed il salario. Oltre alla questione del green pass va rimessa al centro una battaglia complessiva dei diritti dei cittadini e dei lavoratori che tenga assieme tutti. Se questa e la battaglia da fare, i portuali di USB saranno nelle piazze senza se e senza ma.
Il primo appuntamento è quello dello sciopero dei portuali di Genova proclamato per lunedì 25 ottobre.
#SCHIAVIMAI
USB Coordinamento Mare & Porti