C'ERA UNA VOLTA IL 1 MAGGIO "FESTA DEI LAVORATORI"
…era l’unico giorno dell’anno in cui gli autoferrotranvieri italiani, non dovevano preoccuparsi di andarsi a guardare il turno il giorno prima, perché sapevano con certezza che sarebbe stato sicuramente festa.
Un giorno di lotta, di spensieratezza, di gioia, di riflessione, un giorno di festa.
Festa per il lavoro di tutti i giorni, festa per ricordare tutte le lotte di tutti lavoratori e tutte le lavoratrici che in passato si sono sacrificati per consegnarci migliori condizioni di lavoro, per liberarci dalla schiavitù, dallo sfruttamento da condizioni di lavoro disumane, turni massacranti, catene di montaggio e orari interminabili.
Valori, principi, diritti, dignità e coscienza di essere lavoratori
queste le parole d’ordine del 1° maggio
Scampagnate ma anche momenti di aggregazione, di confronto per fare il punto della situazione nel mondo del lavoro, per progettare future iniziative di lotta.
Anche quando molte famiglie italiane non avevano una propria macchina, il trasporto pubblico locale era completamente fermo. Nessuno si lamentava, perché ogni lavoratore sapeva che era la festa dei lavoratori e che gli autoferrotranvieri, proprio come tutti gli altri lavoratori, ne avevano indiscutibilmente diritto.
Per gli autoferrotranvieri le cose iniziano a cambiare nel Giubileo del 2000. Politici, Cgil Cisl Uil e Aziende, nonostante ogni famiglia possedesse già una macchina, e nonostante i pellegrini siano noti per le lunghe marce a piedi, decidono di concerto che per quell’anno in via del tutto eccezionale, necessita nelle grandi città, il trasporto pubblico locale. Soldi a lavoratori volontari disposti per quel giorno a sacrificare la propria festa. Non fu un evento eccezionale, fu solo l’inizio della fine!
Oggi che il mondo del lavoro arretra, le condizioni di lavoro peggiorano, aumenta lo sfruttamento, aumentano i morti sul lavoro e la precarietà, in piazza S. Giovanni va in scena, ormai privo di contenuti e soprattutto per i più giovani, il solito concertone organizzato da cgil cisl uil, proprio gli stessi che qualche giorno prima, attraverso un accordo sindacale hanno fatto:
“la festa ai lavoratori autoferrotranvieri”
Sancendo per sempre la fine di quella giornata per l’intera categoria.
Senza un mandato dei lavoratori, senza un confronto, senza un referendum.
Proprio ora che i valori contenuti in quella festa tornano fondamentali per riscattare
la dignità di tutti quei lavoratori che sono tornati ad essere schiavi e sottopagati,
in ATAC per 30 denari è stato svenduto un diritto fondamentale.