Che fare per difendere il trasporto pubblico? Che fare per difendere gli autisti e proseguire la lotta?
In allegato il volantino
Da qualche settimana il clima nel trasporto pubblico locale è cambiato. In diverse città i lavoratori sono scesi in sciopero anche fuori dalle legge 146 per difendere il carattere pubblico delle aziende e per rivendicare migliori condizioni di lavoro e di salario. A Genova le giornate di blocco hanno prodotto un vasto consenso nella città, a dimostrazione che la legge contro lo sciopero non è funzionale all'utenza ma solo a depotenziare i lavoratori. A Roma il blocco degli straordinari ha dimostrato come senza l'apporto del lavoro aggiuntivo il servizio sarebbe ridotto di molto.
Intanto però è partita l'azione aziendale repressiva ed intimidatoria, per fermare e fiaccare la lotta. Cgil, Cisl e Uil sono in prima fila in questa campagna, confermandosi cani da guardia del sistema e completamente asservite ai disegni di privatizzazione. La loro funzione è quella di mettere paura e contemporaneamente presentarsi a tutela di chi decide di fermarsi e di mettersi sotto la loro ala protettrice.
Gli autisti sembrano chiusi in una morsa. Da una parte ci sono l'azienda e i confederali che lavorano per smontare le proteste e creare le condizioni per nuovi accordi peggiorativi. Dall'altra l'azione di protesta eclatante, esposta però a tante incognite. C'è una terza possibilità?
Noi pensiamo che la terza possibilità sia quella di costruire un fronte ampio di sostegno alla battaglia in difesa del trasporto pubblico. A soffrire di questa situazione non sono solo gli autisti di ATAC ma una città intera.
Facciamo alcuni semplici esempi. Ci sono i colleghi interinali (sono 115) che in questi anni hanno sostituito gli autisti per tre mesi l'anno: hanno diritto ad essere assunti in forma stabile visto che c'è un grande bisogno di nuovo personale viaggiante. Ci sono i tanti cittadini e lavoratori pendolari che soffrono del taglio delle linee e della carenza di personale e che chiedono più servizio pubblico. Ci sono gli studenti, i precari, i disoccupati che non possono pagare un servizio inefficiente che è diventato molto caro. Ci sono i colleghi delle ditte tpl private che sono in condizioni disastrose sia dal punto di vista dei salari che da quello delle condizioni di lavoro. Ci sono i lavoratori delle tante ditte esternalizzate che subiscono bassi salari e precarietà dei contratti. Ci sono gli abitanti delle periferie che hanno la parte peggiore del servizio.
Le ragioni degli autisti che in questi giorni sono comparse sulle pagine dei giornali sono comprensibili e condivisibili da tanta parte della città. La saldatura di una larga fetta della cittadinanza intorno alla lotta degli autisti mette paura a chi lavora a smontare la protesta. Si tratta di una forza che potrebbe arrivare a cambiare davvero la situazione. Ma questa forza non si manifesterà da sola, bisogna sollecitarla e spronarla a dar manforte alla lotta degli autisti.
La manifestazione del 20 dicembre è un passo importante in questa direzione. Non l'hanno indetta gli autisti ma sono gli autisti ad averla ispirata. La sua piattaforma è chiara, è la stessa della lotta degli autisti dell'ATAC alla quale sono state aggiunte le richieste dei comitati dei pendolari, la questione delle assunzioni degli interinali, la reinternalizzazione dei servizi privatizzati(con i lavoratori), le tariffe sociali per i settori in difficoltà. Con questa piattaforma si può condurre una lotta chiara per difendere il trasporto pubblico e migliorare le condizioni di lavoro.
Basterà? Probabilmente no. Occorre che accanto alla costruzione di un fronte comune gli autisti riescano a dotarsi di un'organizzazione forte e stabile che sappia difendere continuativamente i propri interessi di categoria dentro la relazione con tutti gli altri lavoratori.
Che caratteristiche deve avere questa organizzazione? A decidere sono le assemblee dei lavoratori, i delegati rispondono alle assemblee, gli accordi devono sempre passare al vaglio delle assemblee e dei referendum. I delegati sono sempre revocabili. Totale indipendenza da qualsiasi partito politico. Pochi irrinunciabili principi mettono al sicuro da derive burocratiche o di compromissione con le direzioni aziendali.
Ma quello che conta, ancora di più è il carattere conflittuale dell'organizzazione. Il sindacato non è un ufficio dotato di un servizio legale ma un'organizzazione per la lotta. Difendere i diritti del lavoratore è possibile solo battendosi tutti i giorni contro i soprusi e gli arbitri delle aziende. E farlo in modo organizzato è l'unico modo per resistere nel tempo. Gli avvocati sono utili ma non sono certo l'arma decisiva.
20 dicembre manifestazione dal Colosseo al Campidoglio alle ore 17,00 per difendere il trasporto pubblico
tutti insieme contro le privatizzazioni,
per le assunzioni nel personale viaggiante
proseguiamo la lotta, non lasciamoci intimorire
per il sindacato indipendente e conflittuale
di tutti i lavoratori
a cura della Federazione Romana di USB - TPL