Come migliorare il servizio Atac in periodo Covid? Appaltando altre 8 linee ai privati con pullman GT. USB: scelta scellerata

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La Direzione Mobilità dell’assessorato ai Trasporti di Roma, insieme all’Agenzia per la Mobilità, ha dato ordine all’Atac di trasferire in gestione per due mesi 8 sue linee alla società Roma TPL. Si tratta delle linee 070, 246, 246p, 515, 709, 731, 795, 118 e lo scopo sarebbe dare ad Atac la possibilità di migliorare il servizio – nella bufera per scelte politiche, amministrative e gestionali disastrose - intensificando altre linee.

Riteniamo questa decisione scellerata e senza nessuna certezza di soluzione dell’affollamento sui mezzi (come dimostra il video allegato, in occasione del blocco della linea C della metropolitana di alcuni giorni fa) soprattutto per due motivi:

  • da anni denunciamo le inefficienze e la malagestione del Consorzio Roma TPL SCARL; affidare a loro altre 8 linee non significa dare un servizio di qualità all’utenza già esasperata, ma assicurare ulteriori profitti alle società private, con nuovi sperperi di denaro pubblico.
  • dalla comunicazione dell’assessorato questi servizi dovrebbero essere effettuati con bus Gran turismo. Una soluzione in conflitto con il codice della strada, secondo il quale per effettuare servizio TPL i bus devono rispettare determinate normative e i lavoratori devono essere inquadrati in specifici CCNL, senza contare che per categorie come persone anziane e disabili queste tipologie di bus sono di accesso impossibile.

USB ha presentato da tempo le sue proposte; i bus Gran turismo potrebbero essere utilizzati per il servizio mirato alle scuole superiori e/o di quelle società con molti dipendenti per effettuare la raccolta del personale, nel rispetto delle normative del settore.

La situazione emergenziale da Covid-19 ha fatto emergere tutti i mancati investimenti degli anni passati. Il settore del trasporto pubblico è fondamentale in un Paese che si ritiene pronto a qualsiasi evenienza, perché solo il pubblico può dare certezza di pronto intervento. Al contrario, rivolgersi alle società private non rappresenta una soluzione per l’utenza, ma serve unicamente ad aumentare i profitti di queste aziende.

Occorre iniziare a discutere realmente del “sistema trasporto pubblico” tout court, in modo da garantire servizi e tutele collettive e a soddisfare, nuovamente, un incremento della domanda post DPCM senza che il trasporto pubblico sia considerato un ambito a rischio contagio.

Unione Sindacale di Base – Lavoro Privato – Trasporti Roma e Lazio