Comunicato ai lavoratori AZ. Il singolare caso di Alitalia…
Gli articoli di stampa che annunciano “sfracelli” in Alitalia ormai si succedono uno dietro l'altro, e le varie ipotesi di Piano Industriale peggiorano ogni giorno che passa e secondo alcune anticipazioni ci sarebbero già i nomi per un nuovo managment e nuovi advisor, taluni davvero poco presentabili, ripescati nel passato delle precedenti débâcle. Quello che in questi minuti appare certo è che il calendario prevede un passaggio del management Alitalia al Ministero dello Sviluppo Economico il 9 gennaio e la convocazione delle sigle sindacali, giorno 11 gennaio per la presentazione del piano.
Il sindacato deve necessariamente aspettare di vedere le cifre reali del Piano per esprimere una valutazione puntuale, ma è molto preoccupante la drammatizzazione in corso mentre è cronaca degli ultimi giorni come il primo atto compiuto sia stato quello di attaccare il costo del lavoro, bloccando gli scatti di anzianità al proprio personale sulla scorta della mancanza della clausola di ultrattività al CCNL.
E' davvero singolare come siamo passati in pochi mesi da una “situazione in perfetta linea con quanto previsto dal Piano Etihad del 2014” (aprile 2016), alla “preoccupazione” del mese di ottobre, arrivando alla voragine finanziaria “disastrosa” di questi giorni. C'è da chiedersi se ci nascondevano la verità prima oppure se ce la nascondono adesso. Così com’è altrettanto singolare che si siano attesi due anni (e svariati centinaia di milioni di euro) per capire che quest’azienda deve essere riconvertita sul Lungo Raggio, che si è soffocati da Sky Team e che il mercato italiano è divorato dall’ultra-deregulation che permette di tutto e di più a compagnie senza scrupoli. E' davvero difficile comprendere come sia stato dilapidato il patrimonio economico e di fiducia di cui Etihad ha potuto disporre quando ha dettato le durissime condizioni per il suo ingresso - tra l'altro rigorosamente rispettate, non lo dimentichiamo.
Per chi, come i lavoratori di Alitalia, ha vissuto già diverse ristrutturazioni sulla propria pelle, le ultime due strazianti, con migliaia di licenziamenti e milioni di euro di salario rimasti sul tappeto, questo appare come uno spettacolo assurdo e deprimente proprio perché già visto.
Non c'è scelta alla riconversione di Alitalia attraverso gli investimenti, la riconsiderazione del fattore lavoro come l'unico patrimonio e non il fardello di questa compagnia, la rivisitazione delle alleanze e l'imposizione di un quadro di regole unico e valido per tutte le Compagnie che operano in questo Paese. L'esito delle ultime grandi vertenze industriali gestite dal Governo è stato pessimo. Da quella di Meridiana come primo esempio che, temiamo, influenzerà anche questa trattativa. A maggior ragione però, se questi signori non fossero in grado di risolvere la crisi, chiediamo allo Stato di proteggere gli interessi dei propri siti produttivi e delle aziende del trasporto aereo e di questa compagnia senza altri ritardi e di intervenire a supporto di un'operazione che richiederà molto tempo e denaro.
Ora l'informazione, la partecipazione, la mobilitazione e la democrazia sono strumenti basilari proprio per cominciare a rompere con quel passato che non vogliamo più vedere.
Come già annunciato, il 2 gennaio USB ha dichiarato lo stato di agitazione e inviato le procedure per sciopero anche per il personale di terra mentre rimane ovviamente confermato quello già indetto per il personale navigante del 23 febbraio.
USB convocherà le assemblee di categoria aperte a tutti entro la prossima settimana.
USB Lavoro Privato
Fiumicino, 7 gennaio 2017