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Contratto di Ricollocazione: Si al lavoro e al futuro No agli spot e al business sulla pelle dei più deboli.

Nazionale -

Dopo la presentazione del progetto di contratto di ricollocazione da parte della Regione Lazio per quanto riguarda il bacino degli espulsi Alitalia del 2014, abbiamo assistito a un dibattito tra varie forze su come approcciare un tema così importante quanto delicato e spinoso.


USB ha già pubblicato la propria idea in merito: il contratto di ricollocazione, fortemente voluto dal Ministro Poletti nell'accordo Alitalia del luglio scorso, non è certo il bacino di ricollocamento da noi chiesto e contiene alcuni elementi negativi ma dopo aver assistito all'omertà delle Istituzioni per anni, è comunque l'occasione per riprendere il tema del recupero dell'occupazione in un settore che offre la possibilità di farlo, e per lavoratori che per anni sono stati lasciati soli.


USB vuole dare un contributo concreto e fattibile perché stiamo parlando di migliaia di lavoratori in mobilità.


La posta in gioco è alta e il tempo non è molto, USB intende stare sui temi dell'occupazione.


USB Lavoro Privato ha inviato una lettera ai Ministri del Lavoro, dei Trasporti e dello Sviluppo Economico oltre alla titolare del contratto, la Regione Lazio, nella quale illustra la propria posizione:


Prima di tutto, USB chiede al Governo un intervento più complessivo sul settore, attraverso regole di sistema, a salvaguardia dell'occupazione e del rilancio del tema della costituzione dei bacini nazionali per il ricollocamento e per la salvaguardia dei livelli professionali di tale personale.


In seconda battuta, nel merito dello schema presentato dalla Regione Lazio, abbiamo proposto le seguenti modifiche e chiarimenti:

  1. certezze preventive a tutti gli interessati riguardo gli effetti sugli ammortizzatori sociali per l’adesione, l’accesso e la congruità delle offerte;

  2. l'impegno politico per la ricollocazione diretta nell'area aeroportuale, anche in base alle previsioni di crescita del traffico aereo, evitando le agenzie private di collocamento e risparmiando quei fondi necessari a estendere subito il bacino dei lavoratori interessati;

  3. di estendere da subito al personale delle altre vertenze del trasporto aereo nel caso probabile di un numero di adesioni inferiore alle 1200 preventivate;

  4. di accedere in tempi rapidi ai fondi PFA già disponibili per l’anno 2015 in modo da estendere il bando di ricollocazione a tutto il resto del personale interessato;

  5. che lo scouting per i posti di lavoro extra aeroportuali venga comunque svolto dai CPI coinvolti, avvalorandone le competenze e risparmiando i fondi destinati alle agenzie private.


Terzo e ultimo punto riguarda la nostra richiesta di prevedere l'estensione della tutela FSTA al personale in previsione di scadenza della mobilità, come tra l'altro già previsto dal verbale dell'8 agosto scorso delle stesse fonti istitutive del fondo, proprio per permettere la progressiva costituzione dei bacini e per gli interventi di ricollocamento del personale, anche perché i clamorosi ritardi di questi anni non sono certo colpa dei lavoratori anche per tutelare il personale con requisiti per essere pensionabile.


Questi sono i temi che potrebbero far diventare questo progetto davvero quel “successo politico” che molti vogliono, altrimenti si corre il rischio che tutto questo diventi solo uno spot fine a se stesso e un business sulla pelle dei più deboli.


Per questo, coloro che andranno all'incontro pubblico convocato dall'Assessore Valente il 31 marzo prossimo, devono conoscere le nostre proposte e decidere se farle proprie.


Siamo pronti a fare un presidio sotto il Ministero del Lavoro, che ha la responsabilità di un intervento complessivo sul settore, per poter esporre anche lì le nostre idee, per chiedere che ci sia restituito il diritto al lavoro e al futuro con la dignità che meritiamo e senza intermediari di sorta.





Fiumicino, 24 marzo 2015

USB Lavoro Privato