DOPO ILVA SI APRA IL DOSSIER ALITALIA

Nazionale -

La firma presso il MISE dell'accordo ILVA rappresenta un punto di svolta importante nella gestione delle grandi vertenze di questo Paese e non è difficile comprenderne le ragioni. Dopo che gli ultimi governi hanno rincorso il mito delle privatizzazioni selvagge come modello di sviluppo e per questo sono stati stesi tappeti rossi a condizioni capestro (vedi Etihad e Qatar), si è dovuto fare i conti con disastri occupazionali e con la progressiva destrutturazione del tessuto industriale nazionale.
L'accordo ILVA, sottoscritto anche dalla delegazione di USB Lavoro Privato, ha dimostrato che si può fare qualcosa di diverso dal dire sempre SI ai ricatti dei “prenditori” di turno e tutelare l’occupazione, i salari e i diritti acquisiti (compresa la non applicazione del Jobs Act), nonostante una situazione complicatissima nonché molto mal gestita in precedenza.
Un segnale molto importante per Alitalia e i suoi dipendenti.
Alitalia è quindi il prossimo dossier che il Governo dovrà aprire in tempi rapidi, questione che è inscindibilmente legata al riassetto di tutto il settore del trasporto aereo nazionale. Si entrerà finalmente nel vivo lasciandoci mesi d’incertezza alle spalle fatti di fumose indiscrezioni e generiche dichiarazioni.
Riassumiamo in breve alcuni capitoli che saranno determinanti nei vari passaggi della vertenza che si riaprirà a breve in coincidenza anche con le scadenze del 31 ottobre p.v.
SVILUPPO E NAZIONALIZZAZIONE. E’ diventato patrimonio comune ciò che affermiamo dal 2003 e cioè che Alitalia ha bisogno di un Piano Industriale di rilancio e sviluppo per aumentare gli introiti, basato su una riconversione della flotta sul lungo raggio e su alleanze complementari. Noi continuiamo a non credere che ciò possa essere sostenuto da un privato, meno che mai un concorrente, ma possa essere gestito solo attraverso l’intervento dello Stato fino alla nazionalizzazione della compagnia.
OCCUPAZIONE. Dato che non c’è alternativa a un piano di rilancio e sviluppo, il tema dell’occupazione è fuori discussione, superando la Cigs che è servita a gestire la delicata fase di commissariamento. Sappiamo tutti che il personale operativo è appena sufficiente per garantire il funzionamento della Compagnia, e di più, ci aspettiamo che il necessario recupero delle attività appaltate finora a caro prezzo a terzi, come manutenzioni e l’IT, apra spazi per rispondere alla piaga del precariato. Il primo passo per lavorare alla ricostruzione del polo della manutenzione, dovrebbe essere la reinternalizzazione di maestranze e attività, cedute e terziarizzate nel 2008 (AMS e Atitech).
CONTRATTI. L’assunto indiscutibile è la salvaguardia dei contratti e dei diritti acquisiti, come appena accaduto all’ILVA, ma c’è evidente bisogno di rivedere alcune palesi distorsioni di un contratto figlio della sventurata era Cai. Altro tema fondamentale riguarda l'impegno da parte del Governo a superare il dumping contrattuale a cui è stata sottoposta Alitalia in questi anni, attraverso la definizione di un contratto applicabile a tutti le compagnie operanti nel nostro paese. Ciò è ancora più urgente, giacché alcune sigle sottoscrivono o discutono regolamenti aziendali o contrattini di dumping in spregio al CCNL, continuando a demolire la prospettiva di una soglia contrattuale comune.
RAPPRESENTANZA. Superare 10 anni di privatizzazioni senza senso significa anche superare un sistema sindacale bloccato e blindato che ha garantito tutti i processi del passato con risultati pessimi per i lavoratori. Se avremo finalmente un nuovo modello di Alitalia, ciò dovrà essere supportato da un sistema basato su democrazia, trasparenza e sistema di rappresentanze unitario, partendo da trattative unitarie come appena fatto -appunto- in occasione delle trattative per l’ILVA.
Rimaniamo quindi in attesa di una convocazione in tempi rapidi e terremo costantemente aggiornati i lavoratori.
Per chi ha conosciuto le drammatiche crisi di Alitalia sa che l’ottimismo è un lusso che non ci possiamo permettere, stante il fatto che la situazione rimane delicata. Oggi ci sono però le condizioni per far diventare l’eterno problema della COmpagnia un’opportunità per i suoi lavoratori e per tutto il Paese. Fosse la volta buona.
Fiumicino, 10 settembre 2018