Dove stiamo andando? Niente pastrocchi!!! Pensiamo ad Alitalia Fai (ferrovie aeree italiane) e al futuro!!!
Con la presentazione dell'offerta vincolante da parte del Gruppo FSI ai Commissari lo scorso 31 ottobre, a cui si è aggiunta quella di Easyjet e la manifestazione da parte di Delta, la storia travagliata di Alitalia è entrata in una nuova - ci auguriamo anche decisiva in senso positivo - fase, tra l'altro nello stesso giorno in cui scadevano Cigs e proroga del contratto, ma quello che possiamo onestamente affermare è che ad oggi il futuro della maggiore azienda del trasporto aereo italiano rimane ancora oscuro.
Non abbiamo nascosto l'apprezzamento delle dichiarazioni rilasciate dal Ministro Di Maio nella riunione del 12 ottobre e abbiamo accolto positivamente la presentazione dell'offerta da parte di uno dei maggiori gruppi industriali pubblici del nostro Paese, ma se consideriamo che a novembre 2018, nessuno accenni ad un piano industriale, beh, dobbiamo dire che siamo ancora a “caro amico...”.
Dopo la formazione del nuovo Governo, abbiamo da subito reclamato la necessità di agire con rapidità. Ci spiace rilevare che oggi abbiamo un motivo di preoccupazione in più perché si sta dilatando il tempo dell’intervento, specialmente se quello che emerge non è una nazionalizzazione vera e propria come da noi richiesto, ma qualcosa di molto diverso, data la presenza richiesta dallo stesso Gruppo FSI di un partner privato nel capitale della futura azienda.
Adesso cosa accade?
Si apre la fase di valutazione delle offerte da parte dei commissari mentre si dovrebbe avviare il processo di formazione del nuovo soggetto industriale governato dal Gruppo FSI che ha presentato offerta per Alitalia, nel cui capitale dovrebbero entrare altri partners, inclusa una compagnia aerea ancora però non pervenuta. Ogni giorno, in base alle dichiarazioni di turno, si spazia d’ipotesi di alleanza con Delta, per poi passare alla compagnia cinese, per arrivare a Lufthansa che si riaffaccia attraverso le indiscrezioni stampa che ci raccontano dei contatti del sottosegretario ai trasporti Siri.
Noi siamo ancora in balia di questa totale incertezza. Ecco perché, in parole povere, chiediamo agli amministratori e al governo di entrare nel merito del progetto industriale della nuova Alitalia. Solo su questo si potranno misurare le opportunità future della Compagnia e dei suoi 12.000 dipendenti. Se oggi qualcuno ci chiedesse quando, come ed entro quanto tempo si volterà pagina, non sapremmo cosa rispondere.
Questo è lo scenario: l'incertezza che viviamo è stato il principale motivo che ci ha spinto a non sottoscrivere l'accordo di proroga sulla Cigs. Il governo sgombri il campo dalle ipotesi e dia le risposte attese da mesi.
Il Governo e Commissari assumano le responsabilità che gli spettano!
In parole più povere, ci aspettiamo che il tempo delle chiacchiere, delle dichiarazioni, dei ruoli in commedia sia terminato e si apra rapidamente quello dei fatti e delle responsabilità, ove il Governo, nel duplice ruolo di titolare dell'Amministrazione Straordinaria e di sponsor dell'offerta del Gruppo FSI, rimane il principale protagonista. Ma è anche il tempo in cui i commissari facciano la loro parte nel modo migliore possibile e in trasparenza. Per la prima volta dopo decenni, dopo i Mengozzi e i Cimoli, dopo il “miglior materiale umano al minor costo” di Sabelli, dopo le follie di Banche ed Etihad, ci sono le condizioni per dare a quest’azienda e alle sue persone il futuro che meritano. Servono investimenti e capacità manageriali, serve cambiare le regole delle alleanze e andare avanti con la riforma delle regole del settore. Serve puntare sul vero patrimonio di quest’Azienda: i suoi dipendenti.
Nessuno, ora può permettersi di perdere quest’opportunità. Sarebbe un errore grave che i lavoratori non perdonerebbero in alcun modo. Vi terremo aggiornati dell'evoluzione della situazione.
Fiumicino, 14 novembre 2018