E mentre si discute lo scalo viene occupato

Mestre 27/11/07 Gazzettino

 

Sul fronte sindacale ancora una giornata di tensione. I dipendenti hanno preteso un incontro con i vertici della Save e hanno bloccato per un paio d’ore le attività aeroportuali fino a quando non l’hanno ottenuto

 

 

 

 

(e.t.) Era quasi mezzogiorno e mezzo quando il presidente di Save ha annunciato ai presenti che, mentre loro stavano parlando dello sviluppo dell'aeroporto, i lavoratori avevano bloccato lo scalo. Già una decina di voli erano fermi in attesa di poter partire, con tanto di maledizioni dei passeggeri costretti a perdere coincidenze e appuntamenti di lavoro. «Sono gli autonomi di Cub e la Cgil, rappresentano appena se stessi - diceva Enrico Marchi, presidente della società che gestisce il Marco polo di Venezia - Agli ultimi scioperi ha aderito il 7 per cento dei lavoratori. Questo è un ricatto bello e buono».

A mezzogiorno e mezzo il direttore dell'Enac di Venezia, Valerio Bonato, si è fatto sentire chiedendo che Save ricevesse i sindacalisti, e nel frattempo si scopre che fuori non c'erano solo Cgil e Cub, ma anche la Cisl e l'Ugl, tutti insomma. Marchi dice che li riceve, ma alla conclusione degli ultimi interventi dei parlamentari, dei rappresentanti delle istituzioni locali e dei due viceministri presenti. Ottenuta la promessa di essere ricevuti i sindacalisti hanno sospeso l'agitazione e, nel giro di un'ora, tutto all'aeroporto è tornato normale.

Cos'era successo fuori della palazzina della Save? Dopo un'assemblea dei lavoratori di Sav, alle 11.30 si sono astenuti dal lavoro. L'handler sostiene che è stata un'agitazione illegittima e conferma che continua con la procedura di messa in mobilità dei 140 dipendenti, circa la metà del totale. Umberto Tronchin, della Cgil trasporti, dice invece che avevano chiesto di essere ricevuti all'incontro di Save, ma che avevano ottenuto un rifiuto.

Poco dopo l'una finalmente entrano nella sala riunioni e il presidente Marchi li riceve dicendo "avanti la delegazione. Non mi pare un sistema democratico, quello dei ricatti".

«Noi non siamo contro lo sviluppo dell'aeroporto, ma a favore - ha risposto pacato Umberto Tronchin - Ma se il Marco Polo si deve sviluppare lo deve fare globalmente, rispettando i lavoratori e riconoscendo la loro dedizione che ha permesso i successi che oggi annunciate. Senza questo rispetto non si va avanti: oltre ad un tavolo sullo sviluppo deve essercene uno parallelo sulle regole e sui diritti dei lavoratori. Se verranno rispettati, le tensioni spariranno, altrimenti sono destinate a crescere».

Dopo Tronchin hanno parlato Flavio Pavan, della Cisl, Giuseppe Reina della Uil e Giampietro Antonimi dei Cub; con loro c'era anche Enea Passino dell'Ugl. Tutti hanno ricordato le situazioni di crisi presenti in aeroporto: da quella di Alpieagles, ai 45 lavoratori che pulivano gli aerei e che non hanno ancora ritrovato un'occupazione; fino a Sav: «Il mondo degli appalti cui si affida anche Save è senza alcuna regola, sfrutta i dipendenti, non dà loro alcuna garanzia. Poi ci sono società che operano nello scalo e non hanno i requisiti per restarci perché non garantiscono nemmeno di avere un rapporto di un quinto tra bilancio e capitale sociale. A rischio, andando avanti così, è la funzionalità dell'intero aeroporto».

Il viceministro De Piccoli ha assicurato che il Governo vuole rivedere le regole delle liberalizzazioni "perché in Italia qualcosa di sicuro non ha funzionato".

Marchi, rasserenato, ha detto che Save e lavoratori non sono controparti: «Anche Save chiede con forza e da anni il rispetto delle regole. Abbiamo fatto decine di segnalazioni ad Enac, che non interviene. Siamo sempre disponibli ad un dialogo costruttivo con i sindacati, certo che non devono approfittarne, perché il contratto d'area, ad esempio, non lo concederò mai, dato che prevede di riconoscere a tutti vecchi privilegi legati a quando l'aeroporto era in mano pubblica ed era un monopolista».