Ex DTP Roma, no alla monetizzazione delle tutele
Si è conclusa con la firma di un super accordo, valido per i prossimi 5 mesi di attività produttive straordinarie nella ex DTP Roma (oggi DOIT Roma), la serie di incontri convocata per la contrattazione del III quadrimestre 2021. Per quanto ci riguarda abbiamo confermato la nostra posizione di coerenza con l'analisi del quadro di crisi organizzativa e delle ripercussioni sulle condizioni generali di lavoro (salute, sicurezza, tutele giuridiche, economiche e professionali), ribadendo in tutte le sedi di incontro le richieste di:
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congruità tra i lavoratori disponibili (numericamente e professionalmente) e i programmi di attività contrattualizzati, nell'ottica di ristabilire centralità al rispetto delle tutele non monetizzabili) dei lavoratori stessi;
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utilizzo dello strumento contrattuale della multiperiodicità per le esigenze organizzative aziendali;
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limitazione delle richieste di prestazioni lavorative notturne e incremento dei controlli sanitari verso i lavoratori interessati;
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facilitazione della partecipazione assembleare dei lavoratori alla dinamica delle relazioni industriali;
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istituzione degli incarichi a mansioni superiori per coprire le carenze croniche di Tecnici;
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documenti sulle consistenze numeriche e professionali, sugli orari di fatto e sulle prestazioni notturne (tutte);
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convocazione delle riunioni periodiche (art. 35 d.lgs 81/08) per il confronto con la RLS sull’impatto delle deroghe sistematiche ai nastri e agli orari di lavoro (soprattutto in notturna).
Riteniamo che la firma dell’accordo del 22 luglio scorso sia la grave riconferma di un’impostazione contrattualistica tutta schiacciata sulla monetizzazione delle tutele e assoggettata alle pretese sempre crescenti dell’intrapresa privata nel settore, posta nel quadro di grave criticità organizzativa aziendale di cui all’accelerazione delle politiche di smantellamento del potenziale produttivo e dell'impianto dei diritti contrattuali in RFI, per il consolidamento del sistema degli appalti nelle attività di manutenzione e sviluppo infrastrutture di RFI, che è la principale stazione appaltante di opere pubbliche del Paese; riteniamo che l’attuale situazione di crisi organizzativa sia funzionale proprio a quest’ultimo obiettivo managerial/padronale.
Per questo continuiamo a denunciare l’attorcigliamento delle relazioni industriali nella ex DTP Roma (ma tutto il mondo ferroviario è paese) intorno ai più inappropriati riferimenti contrattuali per accomodare la richiesta di aumento e flessibilizzazione dell’orario e dei carichi di lavoro notturno a un costo sempre più basso, e riteniamo che la situazione richieda il superamento dell'attuale assetto di contrattazione, imponendo all’azienda che ľeccedenza di esigenze produttive/organizzative vada gestita con la multiperiodicità e in misura residuale con lo straordinario; ma intanto pretendendo congruità nelle richieste di prestazioni lavorative, come detto sopra, in modo da restituire centralità alle tutele (non monetizzabili) dei lavoratori, nella prospettiva, attualmente tutta da costruire, che a livello nazionale si prenda atto della grave crisi organizzativa del settore e si proceda a una reale inversione di tendenza sull'occupazione e sui riconoscimenti professionali.
Nel frattempo tutto il fuori sacco contrattuale vada gestito sulla base della volontarietà del lavoratore, nell'ottica di favorire il miglior prezzo della sua merce (forza lavoro): ma questa è l'ultima spiaggia da cui i ferrovieri devono uscire presto con una manovra di sconfessione palesata della logica di monetizzazione delle tutele.
UNIONE SINDACALE DI BASE Lavoro Privato - Attività Ferroviarie