Ferrovie della Calabria: palla al piede o risorsa?

Cosenza -

Le dichiarazioni del Presidente della Giunta regionale rilasciate al TG3 Calabria, di segno nettamente opposto a quelle dell’assessore Fedele, riaprono, di fatto, la crisi di Ferrovie della Calabria.


Questo accade a brevissima distanza dalla firma del pre-accordo per il trasferimento delle quote societarie dal Ministero alla Regione, dopo un pesante intervento sui costi aziendali che ha portato al taglio dei costi per oltre 15 mln di euro, recuperati con il taglio di 140 posti di lavoro, con la riduzione del salario accessori e con la modifica dell’organizzazione del lavoro che ha peggiorato e fatto arretrare le condizioni di tutte le lavoratrici e lavoratori, in particolare quelle del personale viaggiante.


Non è assolutamente accettabile che su questioni pregnanti che riguardano il futuro di un patrimonio sociale per i cittadini calabresi, qual’é la società Ferrovie della Calabria, una classe dirigente passi dall’enfatizzare il famigerato piano di salvataggio, facendone oltremodo un’icona della loro capacità di governare e risolvere le criticità del territorio, per poi affidare ad un telegiornale una pesante valutazione politica e quindi industriale che lascia intendere quale è il vero progetto che la Giunta regionale sta elaborando sulla menzionata azienda. Non è accettabile che nella documentazione presentata al Tribunale di Catanzaro per accedere alle procedure previste dall’art. 182 bis e ter della L.F. per la ristrutturazione del debito, nella relazione si dichiara che grazie a quell’accordo si è sostanzialmente raggiunto l’equilibrio di bilancio, e apprendere contestualmente che, è stata bandita una gara per affidare ad una ditta specializzata l’ elaborazione di un nuovo Piano d’impresa che potrebbe (sicuramente) costare oltre 350.000,00€.


Il pre-accordo certamente prevedeva all’art. 4 l’affidamento ad una società specializzata la predisposizione di un piano di riorganizzazione aziendale, ma allora ci chiediamo se: è possibile dopo i sacrifici richiesti alle maestranze compiere questo ennesimo sperpero di danaro pubblico?


E' possibile che un’azienda con un management composto da personale altamente specializzato e in possesso di un Know how sulla gestione dell’azienda debba essere surrogato nell’elaborazione di un nuovo piano d’impresa, che nella sostanza è già definito dal contratto di servizio che la Regione Calabria ha stipulato con la Ferrovie della Calabria?


È possibile che l’azienda continui a d essere gestita in modo non legittimo rispetto alle leggi e anche al famosissimo accordo di ottobre 2011 che viene applicato in modo arbitrario dall’azienda in diverse parti con bizzarre interpretazione autentiche da parte della direzione?


E’ possibile che l’azienda chieda alle OO.SS. di sottacere sugli obblighi riguardanti la sicurezza dei trasporti fino a permettere la non applicazione delle leggi sui riposi per il personale di guida e più in generale sugli obblighi aziendali?


E’ mai possibile che a distanza di diciotto mesi non si e riusciti a elaborare e concordare i turni di servizio degli operatori d’esercizio e definire l’orario di lavoro? E’ dunque lecito domandarsi se il piano precedente è stato un fallimento oppure se questo nuovo progetto dovrà servire per regalare qualche soldino ad amici e conoscenti?


Se così è, vuol dire che il piano precedente, che ricordiamo essere stato elaborato anche con la consulenza del Dipartimento ai Trasporti della regione Calabria e dal Consigliere delegato Orsomarso, è stato un fallimento e che il management aziendale non è nelle condizioni di procedere ad una ulteriore riorganizzazione aziendale. Di questo si tratta. Il che fa anche pensare che a breve dovrà essere rimosso. Noi crediamo, invece, che basti guardare cosa succede negli impianti per trovare le soluzioni.


Le dichiarazioni del Presidente della Regione quindi, manifestano, purtroppo, in modo chiaro e inequivocabile, che c’era già la volontà di smembrare e privatizzare la società, con buona pace dei Ferrovieri che hanno creduto a lui e al delegato ai trasporti del tempo. Altro che azienda regionale da cui ripartire per costruire un nuovo sistema dei trasporti adeguato alle esigenze dei cittadini calabresi.


Noi non ci stiamo e avvisiamo la politica, le lavoratrici e i lavoratori di non essere disponibile ad accettare nuovi tagli dei livelli occupazionali, del salario e a ulteriori aumenti di flessibilità e produttività per consentire prebende e favori a soggetti politicamente vicini all’attuale Giunta.