Ferrovie dello Stato e Regione Sicilia: CHI REMA CONTRO?
La Sicilia alla deriva, finalmente staccata dall’ Italia, non c’è più il peso economico sostenuto dalle FSI per garantire il collegamento al continente.
Le FSI tirano un bel respiro di sollievo,” economico”.
Sotto l’effige del risparmio tutto si può fare, tutto e giustificato, tutto a prescindere dall’utilità o meno di un servizio che comunque sia lo Stato Italiano deve garantire.
C’è da chiedersi con quale logica gestionale il taglio dei treni e dei collegamenti con le navi traghetto dalla Sicilia a Villa San Giovanni e viceversa, è stato concepito/autorizzato ? dal Ministero dei Trasporti ? oppure autonomamente a dispetto del contratto di servizio stipulato con FSI ?
Se lo hanno fatto autonomamente e senza autorizzazione del MIT, tutto deve essere rivisto, per ripristinare e garantire ai cittadini Italiani la continuità territoriale ed il libero scambio di persone e merci.
Ma ormai in nome di una spending review, imperante si procede indiscriminatamente ai tagli, senza tenere in conto che c’è un economia asfittica ed i costi dei trasporti incidono sempre di più sul costo della vita, ogni tentativo di ripresa è mortificato dalla carenza di infrastrutture e mezzi adeguati ai tempi .
Per anni sono state spese somme incommensurabili sullo studio di fattibilità del Ponte sullo Stretto di Messina, senza produrre alcun beneficio per gli Indigeni, ma piuttosto vendere illusioni e chimere durante le tornate elettorali, tutti indistintamente (destra, centro e sinistra), mentre si continuava a sperperare denaro pubblico…. ! ma questo meriterebbe un capitolo a parte.
La realtà è ben altra cosa ed interpretando il libro di Carlo Levi “Cristo si è fermato ad Eboli” nel terzo millennio anche le FSI si sono fermate a Salerno, la famosa porta meridionale.
I traghetti / ferry boat, che per decenni sono stati l’asse portante di un economia che collegava le due regioni Sicilia e Calabria oggi sono tagliate fuori.
Basti pensare ai pendolari che quotidianamente si devono spostare per motivi di lavoro e studio, ( circa 4000 ogni giorno), ed ai viaggiatori di ogni età, che sono obbligati a scendere dal treno per prendere un aliscafo e poi risalire sul treno a Villa San Giovanni o Messina per arrivare a destinazione.
Inoltre nello Stretto di Messina il trasporto merci viaggia esclusivamente sul gommato ed FSI si è adeguate costituendo una società mista, RFI-Bluferries che collega Villa S. Giovanni a Tremestieri (ME) in controtendenza rispetto agli annunci di utilizzare i Treni Merci perché più ecologici ed a impatto ambientale zero, così come avviene nel resto d’ Europa.
Questa è la politica dicotomica di FSI, l’alta velocità al Nord che tutta l’Europa ci invidia e l’arretratezza al Sud, che porta alla dismissione, disoccupazione, ed esasperazione dei Cittadini.
E questa è solo la punta di un iceberg, di un processo lento ed inesorabile che mortifica e lede i diritti fondamentali.
Pertanto si chiede l’ intervento congiunto ed immediato del Governo Nazionale, delle Regioni, e di Tutti quanti a vario titolo sono interessati alla questione, al fine di impedire l’ennesimo scempio.