Gatterer mente sapendo di mentire

La narrativa (poco veritiera) della lettera ai dipendenti dimostra ulteriormente che, dietro la disdetta e la conseguente riorganizzazione del TPL gli interessi in gioco sono enormi e che i poteri forti di Bolzano sono scesi in campo per trarne il massimo profitto.

Bolzano -

La lettera inviata dal signor Gatterer ai “Collaboratori di SAD spa” è un atto grave dal punto di vista delle relazioni sindacali, inaccettabile nel suo contenuto ed offensivo nei confronti dei lavoratori SAD e dei loro rappresentanti sindacali in quanto inficiata da false affermazioni finalizzate a dividere i lavoratori. assumendo atteggiamenti da despota.
Nel riservarci di valutare eventuali azioni legali a tutela della onorabilità della nostra organizzazione, la lettera del nuovo despota merita una risposta che ristabilisca la verità subdolamente nascosta dalla narrazione del signor Gatterer.
Premesso che la competitività di un’azienda non si gioca sul salario dei lavoratori e sull’aumento del nastro orario ma sulle capacità organizzative e gestionali che sono alla base dell’efficienza della struttura aziendale ci preme ribadire che, a nostro avviso, gli unici costi improduttivi stanno ai vertici dell’azienda e quindi si dovrebbe iniziare a ridurre il numero e le retribuzioni dei dirigenti oltre che fare investimenti in software gestionale e sulla qualità dei mezzi.
La proposta di SAD è stata rifiutata da tutte le Organizzazioni sindacali, in rappresentanza del mandato ricevuto dalle assemblee dei lavoratori, i quali hanno ben compreso che era una presa in giro, per non dire un “ricatto”, in quanto:
– a fronte di un aumento del nastro orario SAD non ritirava la disdetta ma la sospendeva per 12 mesi riservandosi di applicarla in un secondo tempo.
– Permetteva a SAD di presentarsi a settembre 2018 chiedendo ai lavoratori ulteriori sacrifici in termini di produttività e/o orario di lavoro per mantenere in essere la sospensione della disdetta.
– la proposta era subordinata al fatto che la Provincia si assumesse l’onere del salario erogato (qualche euro) per il supero orario delle 12 ore. Se la provincia “diceva No” rimaneva la disdetta e l’impossibilità per i lavoratori di attivare le iniziative sindacali e legali per contrastare questa sciagurata scelta di SAD.
– I riferimenti a Busitalia sono fuorvianti, arbitrari e non rispecchiano la realtà della Provincia di Bolzano in quanto guidare sulle strade di montagna non è la stessa cosa che guidare in pianura o in autostrada.
– La disdetta degli accordi, vista la clausola sociale, è inutile se non dannosa in quanto le altre aziende si troveranno la strada spianata senza obbligo ad applicare contratti di secondo livello.
Questo ci fa pensare che Gatterer vuole giocare una partita truccata e quindi cerca di manipolare la realtà dei fatti nel tentativo di scaricare sui lavoratori e sulle organizzazioni sindacali la sua personale responsabilità di aver ridotto l’azienda in una situazione di debolezza.
Per questo ha scritto una lettera inficiata di demagogia a buon mercato, cercando di accomunare il destino della SAD a quella dei lavoratori, i quali – proprio in virtù delle clausole sociali – a differenza dei dirigenti, saranno assunti dall’azienda subentrante mantenendo salario e diritti derivanti dagli accordi in essere.
Per questo ci chiediamo se con la disdetta Gatterer non vuole tutelare gli interessi della Sad e dei suoi dipendenti, o spianare la strada a qualche altro “competitor” con il quale, magari, stipulare accordi a tutela delle sue molteplici attività ??
A voi la risposta.
Diceva il vecchio Andreotti: “A pensare male degli altri si fa peccato ma spesso si indovina.”
Questo spiegherò al Commissario nell’incontro di lunedì 18 settembre.
La narrativa (poco veritiera) della lettera ai dipendenti dimostra ulteriormente che, dietro la disdetta e la conseguente riorganizzazione del TPL gli interessi in gioco sono enormi e che i poteri forti di Bolzano sono scesi in campo per trarne il massimo profitto.
Per questo è indispensabile che i lavoratori e lavoratrici della SAD – sia del trasporto su gomma che su ferro – mantengano la massima unità, non si facciano ingannare dai nuovi venditori di tappeti camuffati da zelanti dirigenti o da servi del nuovo zar, per costruire un fronte di lotta e di mobilitazione capace di coinvolgere, oltre alla politica ed alle Istituzioni locali, anche la pubblica opinione in quanto in gioco non ci sono solo salario e diritti dei lavoratori SAD ma anche i livelli di sicurezza dei cittadini utenti.
USB Trentino Alto Adige
Ezio Casagranda