I sindacati: «Consultateci o sarà sciopero a Natale»

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15 dicembre 2007

 

 

 

 

 

15 dicembre 2007 - Il Sole 24 Ore

I sindacati: «Consultateci o sarà sciopero a Natale»

Ma scattano le prime proteste spontanee, cancellati 3 voli a Roma

ROMA - Natale si avvicina e con esso la minaccia che le partenze in aereo possano piombare nel caos. Le incertezze sulle modalità di privatizzazione di Alitalia, tornate all'improvviso d'attualità dopo l'ennesimo rinvio sulla scelta del partner, hanno fatto scendere i sindacati sul sentiero di guerra. Le organizzazioni di categoria del settore trasporto (Filt Cgi, Fit Cisl, Uil Trasporti, Ugl Trasporti e Sdl) hanno annunciato ieri in una conferenza stampa che, se il Governo non le coinvolgerà nel processo di scelta del nuovo acquirente attraverso un confronto preventivo, ci sarà una «reazione durissima», perché sono pronti a bloccare il settore aereo. E non importa se in prossimità delle feste natalizia scatta il periodo di divieto di sciopero. Si annuncia dunque una protesta selvaggia.

Un anticipo è già arrivato ieri all'aeroporto di Fiumicino.I lavoratori precari che lavorano per Az Airport, uno dei quattro gestori dei servizi di terra, hanno deciso l'adesione improvvisa allo sciopero di 4 ore indetto dalla Confederazione unitaria di base trasporti: l'iniziativa si inseriva in una battaglia per l'assunzione dei precari, ma è presto degenerata in un atto d'accusa contro il processo di privatizzazione della compagnia di bandiera condotto, secondo gli organizzatori, d'accordo con le principali organizzazione sindacali. Il risultato ieri è stata la cancellazione di tre voli Alitalia, uno per Parigi e due per Venezia e ritardi su altri voli. La minaccia avanzata ieri dai sindacati è arrivata subito dopo la decisione di rinviare al 18 dicembre la riunione del cda della compagnia che dovrà decidere l'offerta migliore tra quelle presentate da AirFrance e AirOne. Per lunedì prossimo era già stato indetto un presidio a Palazzo Chigi; ma è probabile che adesso si voglia evitare un blitz del Governo sulla scelta. I ministri sono divisi sul candidato da mandare in trattativa esclusiva con Alitalia e qualcuno forse ha ipotizzato che forzare la mano in un periodo in cui vige il divieto di sciopero potesse servire a sdoganare una scelta indigesta ai più. Per quanto gli esponenti dei sindacati sostengano di non fare il tifo per nessuno è noto che il piano dei francesi non raccoglie molti consensi proprio per il maggior numero di esuberi che potrebbe comportare. Le organizzazioni dei lavoratori non hanno però intenzione di cedere e preferiscono rischiare una protesta selvaggia per costringere i politici a ternerli in considerazione nel processo di privatizzazione.

«L'allarme lanciato dalle categorie del trasporto aereo è serio: il governo affretti una convocazione del sindacato su Alitalia – ha detto ieri il segretario generale dell'Ugl Renata Polverini – la richiesta è stata avanzata da tempo, procrastinare fino all'ultimo momento utile il confronto potrebbe rivelarsi una strategia perdente. Quanto accaduto con gli autotrasportatori è emblematico».

Di «comportamento del Governo inaccettabile e non trasparente » ha detto Mauro Rossi, rappresentante della Filt-Cgil. «Ha disatteso ogni impegno con il Paese e i sindacati – ha aggiunto –. Da oltre un anno ne denunciamo l'ambiguità. Siamo quindi costretti ad agire. Il sindacato non fa il tifo per nessuno, rivendica il diritto al confronto con un Governo che nel programma ha enfatizzato il metodo della concertazione e poi nei fatti ha tradito ogni aspettativa. Così non si può più andare avanti, il tempo a disposizione è scaduto ». Il segretario nazionale della Fit- Cisl, Claudio Genovesi, da parte sua ha detto che «quella in corso è una procedura occulta».

Le modalità della protesta stanno comunque aprendo una spaccatura nel fronte sindacale, sebbene le tante sigle del settore aereo non siano mai state troppo uniformi nelle loro posizioni. Alla conferenza stampa non hanno partecipato né Anpav né Anpac mentre l'Unione piloti ha preso le distanze da un'ipotesi di protesta selvaggia.(L.Ser.)

 

 

Sindacato all'attacco: scioperi a Natale

Ma alt da Cgil, Cisl e Uil: no alla sindrome Tir Le regole per la tregua dei blocchi nelle festività

ROMA — Hanno fatto la voce grossa. Hanno minacciato di lasciare tutti a terra a Natale. Dopo i tassisti, dopo i «padroncini », è toccato ai dipendenti di Alitalia offuscare le feste degli italiani. Ieri i sindacati dei trasporti di Cgil, Cisl, Uil, Ugl e Sdl hanno deciso di passare alle maniere forti per reclamare una convocazione del governo sulla vicenda Alitalia. Ma l'agitazione è durata lo spazio di una mattinata. Richiamati, all'ordine dalle segreterie confederali, sottovoce, piano piano, gli stessi sindacati sarebbero già tornati sui loro passi.

A lanciare l'attacco alle ferie natalizie è stata la Filt-Cgil, tra i più agguerriti sulla vicenda Alitalia. «Se il governo e il consiglio di amministrazione dell' Alitalia — ha affermato il segretario nazionale, Mauro Rossi — decideranno unilateralmente », senza cioè confrontarsi con i sindacati, «saremo costretti a una reazione durissima che non avrà il tempo di rispettare forme, discipline e garanzie di sorta». Le forme e le discipline sono quelle dettate dalla regolamentazione sugli scioperi che, per il periodo più sacro agli italiani, quello natalizio, prevede un divieto assoluto di scioperi dal 18 dicembre al 7 gennaio. Pena multe molto salate.

Il problema è che proprio il 18 dicembre è previsto il consiglio d'amministrazione di Alitalia durante il quale potrebbe essere reso noto il parere degli

adviser sull'offerte di Alitalia. Un parere che pare favorire Air France, il concorrente che i sindacati respingono con tutte le loro forze. Per l'occasione le sigle avevano organizzato un presidio davanti a palazzo Chigi per lunedì prossimo. Ma ieri, di fronte al rinvio deciso da Prodi non del consiglio di Alitalia, ma di qualsiasi decisione del governo, i sindacati hanno perso la testa. «Siamo assolutamente contrari all'ennesimo rinvio», ha detto Rossi: «È l'ennesimo errore e l'ennesimo danno per l'azienda e un'altra occasione persa per il rilancio ».

La protesta ha subito fatto molto rumore, arrivando fino nelle segreterie dei sindacati confederali. «Metterci alla pari dei tassisti e dei Tir è fuori discussione » sarebbe stato il ragionamento ai piani alti del sindacato. Immediato l'ordine di richiamare la protesta, minimizzando: «Si sono fatti prendere la mano» è stata la garbata spiegazione. È così la protesta è sfumata. Salvo a Fiumicino, dove i precari di Az Airport manifestavano sostenuti dalla Cub, il sindacato di base che ha fatto della battaglia per i lavoratori a termine la propria bandiera.(A.Bac.)