Il bavaglio all'USB
Nei  giorni scorsi qualcuno ha rimosso dalle bacheche sindacali della DTP  Roma il materiale di comunicazione dell'USB, compiendo oltre all'azione  illegittima verso questa organizzazione sindacale un atto di spregio  verso i lavoratori e le lavoratrici destinatari/e dei comunicati.
Si  ricorda che USB è portatrice, attraverso i componenti eletti nella RSU,  dei diritti sindacali di cui alla legge 300/70 e all'accordo  interconfederale 10 gennaio 2014, tra i quali il diritto all'affissione  di comunicati alle lavoratrici e ai lavoratori sulle bacheche sindacali.  
La questione assume specifica gravità in relazione  alle criticità che stanno vivendo lavoratrici e lavoratori degli uffici  per effetto delle riorganizzazioni interne, spesso agite arbitrariamente  dalla Società RFI DTP Roma, dei carichi di lavoro, dell'incertezza  sulle mansioni da svolgere, per la mancanza di trasparenza  nell'assegnazione di incarichi superiori nelle strutture organizzative.
Riteniamo  questa una vera provocazione, agita per altro di sotterfugio, verso  un'organizzazione sindacale che rappresenta nella DTP Roma molte  lavoratrici e lavoratori, che esprime una posizione alternativa agli  schemi consolidatati sindacal/societari, e costruisce la sua azione  attraverso il coinvolgimento attivo dei lavoratori e delle lavoratrici  stesse.
Rimuovere i comunicati USB dalle bacheche  equivale a mettere il bavaglio alle lavoratrici e ai lavoratori che  intendono agire a difesa delle proprie condizioni di vita e di lavoro e  questo è inaccettabile dovunque, tanto più in una Società di servizio  pubblico, patrimonio dell'intera collettività nazionale.
Invitiamo  tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori della DTP Roma a farsi  garanti dei diritti sindacali di cui sono portatrici e portatori,  difendendo il diritto di espressione di tutte le organizzazioni  sindacali che le/li rappresentano, e vigilando che nessuno (palesemente o  di sotterfugio), si azzardi ancora a mettere mano alle bacheche  sindacali con intento di censura.
Giù le mani dalla democrazia sindacale!
 
							     
					 
    
			 
    
			 
    
			 
						 
							 
							 
							 
        						 
				