Il parziale e strabico attacco stampa contro il fondo di sostegno del Trasporto Aereo
USB, troppo facile colpire i lavoratori e non disturbare i reali manovratori.
Noi vogliamo il lavoro!
Nella giornata di sabato abbiamo assistito indignati alla tumultuosa pubblicazione di articoli scandalizzati sui principali quotidiani nazionali che denunciano le dimensioni e il peso sulla collettività raggiunta dall'integrazione salariale garantita al personale del Trasporto Aereo, prendendo spunto da “l'operazione trasparenza” inaugurata dal nuovo presidente INPS Tito Boeri.
Da anni USB denuncia una situazione che, nel lungo termine, sarebbe inevitabilmente diventata insostenibile per l'intero sistema, ma ritiene inaccettabile il fatto che questi articoli, parziali e strabici, non si interroghino per un momento sulle cause e sulle pesanti responsabilità che hanno portato quasi 15.000 tra piloti, assistenti di volo, tecnici, impiegati e operai a dipendere da questo sistema di ammortizzatori sociali per vivere invece di lavorare in un settore in costante crescita da anni.
A partire dal 2008 abbiamo costantemente denunciato come, mentre aumentava a dismisura il personale espulso da vettori, gestioni aeroportuali, società di handling, eravamo costretti ad assistere:
All'Alitalia/Cai di Colaninno e Sabelli che assumeva centinaia di precari lasciando proditoriamente personale da loro stessi espulso in cassaintegrazione e mobilità;
Alla Meridiana di Scaramella che, nella medesima situazione, che travasava tranquillamente attività alla controllata low cost AirItaly mentre teneva il proprio personale in cigs, preparando migliaia di licenziamenti;
Alla privatizzazione di SEA Handling e alla vendita di Alitalia a Etihad entrambi ottenute e gestite attraverso i medesimi strumenti e le medesime modalità;
Alla continua espansione del precariato nei principali aeroporti italiani in barba a qualsiasi principio sociale;
Alla presa del mercato nazionale da parte di vettori low cost, alcuni dei quali operano tratte nazionali assumendo con contratti all'estero, con corsi a pagamento e evadendo tasse e contributi allo stato;
In parole povere, una gigantesca ristrutturazione dove le perdite e i licenziamenti causati da piani industriali disastrosi, con tanto di indagini e processi in corso per verificarne le responsabilità, sono stati socializzati a spese dei lavoratori e dei cittadini mentre l'espansione del mercato è stata lasciata in pasto agli sciacalli.
Tutto questo senza che le Istituzioni preposte, partendo da Enac per finire al Ministero del Lavoro, muovessero un singolo dito per controllare o impedire che questo sistema degenerasse fino a questo punto, anzi apparendone per molti versi persino complici.
Tutte queste questioni sono state ripetutamente portate a conoscenza alle redazioni di tutti i più importanti giornali del nostro Paese. Dove erano questi signori che oggi si scandalizzano di come il sistema finanzia le espulsioni ma non hanno visto, o fatto finta di non vedere, tutto il resto?
Comprendiamo come sia molto più complicato disturbare “manovratori” così importanti, ma è troppo facile prendersela con i lavoratori, dimenticandosi di indagare su come sia stato possibile tutto questo.
USB Lavoro Privato, così come tutti i lavoratori che si trovano in quella condizione, reclama il lavoro e non ammortizzatori sociali, quindi chiediamo che questa diventi l'occasione per aprire finalmente la fase della ricollocazione, mettendo fine alla giostra dello scaricabarile che finora ha solo mortificato migliaia di lavoratori espulsi e causato enormi danni sociali e personali.
La migliore tutela per le tasche dei cittadini, se quello era l'intento di questi articoli, si può perseguire solo rimettendo queste persone al lavoro e chiudendo una stagione orrenda. Potremmo recuperare fondi utili ad affrontare la disoccupazione che rimane il vero scandalo di questo paese, altro che scrivere articoli a orologeria su quanto guadagna un pilota.
9 marzo 2015