Il personale di volo easyJet sciopera per dire no ai turni massacranti e alla competizione sulla pelle dei lavoratori
Con il ritorno del traffico aereo a livelli pre-pandemia, le compagnie aeree ripartono con un’agguerrita competizione sulla pelle dei lavoratori. È accaduto in easyJet dove le rotazioni sono stressate all’inverosimile e hanno portato al licenziamento di due dipendenti che hanno chiesto una sostituzione su un avvicendamento programmato al limite delle ore.
Il personale spesso non riesce ad alimentarsi ad orari normali né ad avere cibo adeguato nel corso di attività fino a 12 ore al giorno, tanto compresse da non lasciare il tempo di sedersi per consumare i pasti. Vedi il caso delle 4 tratte giornaliere con tempi di transito ridottissimi. Il tutto senza vero recupero fisiologico in termini di “fatigue”.
“Fatigue” è un termine tecnico che indica la stanchezza accumulata, previsto dalle normative aeronautiche europee e che le persone dovrebbero saper individuare per garantire la massima sicurezza. Ma nel trasporto aereo oggi vige lo sfruttamento del personale: basta guardare a cosa è successo in ITA, dove si operano voli in deroga alle regolamentazioni da anni. Pur se consentite dalle FTL determinate deroghe minano la sicurezza e infatti, la notizia del licenziamento di un comandante ITA sul volo New York-Fiumicino del 30 aprile accusato di essersi addormentato durante il volo. Provvedimento giudicato sproporzionato dalla stessa Enac.
Equipaggi ridotti all’osso, stanchezza, salari oramai bassissimi. Sono finiti i tempi in cui un’aura circondava questo settore. Oggi gli assistenti di volo fanno riferimento al CCNL che vede la parte fissa dello stipendio partire da 600 euro per arrivare a 1500, comprese le diarie per pernotti fuori.
La guerra al ribasso delle low cost rischia di travolgere con uno sfruttamento ancora più spinto questi lavoratori e non a caso oggi, 8 giugno, scioperano anche i dipendenti Ryanair, Volotea e ITA. ITA che in questi giorni sta ricercando personale per il volo che sia sotto i 35 anni, in modo da utilizzare ogni sgravio, per contratti stagionali a 4 mesi proprio per applicare i più bassi livelli contrattuali, mentre migliaia di dipendenti ex Alitalia rimangono in cassa integrazione pagati dallo Stato.
Un girone infernale dal quale bisogna uscire. Questa giornata di lotta, questo sciopero di 4 ore, segna il primo passo per rialzare la testa contro modelli di sfruttamento basati sulla connivenza con sindacati spesso compiacenti.
USB Lavoro Privato – Trasporto Aereo