In mobilitazione i lavoratori delle Ferrovie della Calabria: "Se ci attaccate ci difenderemo"
La protesta degli autoferrotranvieri della regione Calabria, del 17 settembre, che ha visto il blocco totale del servizio, non si placa neanche davanti alle minacce di denuncia per "interruzione di pubblico servizio".
Un servizio ormai da mesi non garantito per esponsabilità della stessa azienda ed istituzioni.
Si ha la faccia tosta di voler denucnciare i lavoratori e le lavoratrici che da mesi non percepiscono lo stipendio,
che vantano ancora la 14sima e le competenze arretrate da più di un anno,
che ancora non sanno quando percepiranno lo stipendio di settembre,
che non sanno dove prendere i soldi del fitto o del mutuo e del condominio,
che tutti i giorni devono fronteggiare i mortificanti richiami dei creditori per i ritardati pagamenti insieme alle scadenze delle bollette del telefono, del gas, dell’energia elettrica, dei rifiuti solidi urbani, dell’acqua e dell’imu, facendo ricorso anche a forme di finanziamento con interessi altissimi per evitare di andare in mano a una Equitalia usuraia, alle prese con l’acquisto dei libri scolastici e per il pagamento della retta della mensa scolastica,
che stanno rinunciato a curarsi perché è sempre più difficile risparmiare qualche soldo da spendere in analisi cliniche, per una visita medica specialistica e per comperare le medicine,
che non hanno pagato il bollo auto in scadenza ad agosto, il premio assicurativo e che non hanno un centesimo per acquistare il carburante che aumenta il suo costo giorno dopo giorno,
che oramai hanno rinunciato anche ad alimentarsi correttamente a causa del costo dei generi alimentari,
che hanno cancellato dal bilancio familiare le somme destinate alle spese per l'abbigliamento e delle calzature,
che subiscono umiliazione nel guardare negli occhi i propri figli quando questi chiedono 5 € per uscire con gli amici, mortificati per una situazione che deteriora giorno dopo giorno i rapporti familiari e sociali alla quale nessuno vuole porre rimedio, e che il giorno 17 settembre si sono incazzati di brutto, si sono fermati per una giusta protesta.
Li si vuole accusare di interruzione di pubblico servizio !!!
Che cosa?
Pubblico servizio?
Ma di che cosa stanno parlando?
Ma se giornalmente da due anni si sopprime sempre una maggiore quantità di servizio dalla stessa azienda!!!
Chi mai è stato denunciato fino ad adesso per interruzione di pubblico servizio?
E i tagli dei servizi essenziali ai danni dei cittadini non sono anche loro interruzione di Pubblico servizio?
Quale legge obbliga a lavorare senza essere pagati?
Il mancato pagamento dello stipendio da parte del datore di lavoro legittima la sospensione della prestazione da parte del lavoratore in ragione dell’esercizio di un proprio diritto sacrosanto, cioè il diritto di vedersi riconosciuta una retribuzione come previsto dalla Costituzione Italiana.
La giornata del 17 settembre non è stata lavorata e solo quella può essere trattenuta dallo stipendio (sempre se si riuscirà ad averlo). Altre fantasiose interpretazioni troveranno noi, i lavoratori e le lavoratrici pronti a intraprendere le giuste azioni nei confronti di chi invece, come le notizie di cronaca stanno dimostrando, percepisce lauti stipendi per prestazioni dopotutto mediocri.
La causa dell’astensione dal lavoro quindi, è da addebitare ad altri, e precisamente a quella classe politica che da più di 20 anni sta vessando il popolo calabrese con un modello regionalista che ha fallito. Ma noi questo fallimento politico non lo pagheremo.