ITA, Altavilla in Parlamento come il marchese del Grillo: l’Italia non merita tutto questo

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USB aveva già denunciato l'atteggiamento tenuto da Altavilla durante le trattative con le rappresentanze dei lavoratori nonché gli episodi emersi da registrazioni di riunioni. La conferma è arrivata mercoledì 12 gennaio durante l’audizione alla Commissione Trasporti della Camera dei Deputati, con uno show inqualificabile pieno di tracotanza che ha fatto perdere le staffe persino all’ex ministro dei Trasporti Maurizio Lupi.

Altavilla, nelle repliche di un’esposizione lacunosa e omissiva del piano industriale di ITA e della sua gestione, si è scagliato contro i lavoratori dell’ex Alitalia. Il presidente ha dichiarato che ITA non è la Croce Rossa, manifestando i più totali disprezzo e disinteresse verso migliaia di persone che per 70 anni hanno fatto volare in piena sicurezza e comfort centinaia di passeggeri, che hanno perso il lavoro non certo per colpa loro e ora sono in Cigs. I contenuti e i toni della replica ai parlamentari intervenuti confermano il livello del personaggio, lo stato straordinariamente grave della gestione del nuovo vettore, la condizione comatosa del trasporto aereo italiano, nonché l’azione contro i lavoratori messa in piedi da questo Governo “dei migliori”.

La supponenza e la boria di chi sa di avere le spalle coperte dalle eminenze grigie del governo, come ad esempio l'ultraliberista Francesco Giavazzi, sono esplose persino verso i rappresentanti del Parlamento italiano, con una totale mancanza di rispetto per chi è stato eletto dal popolo e ha il diritto-dovere di conoscere ogni dettaglio della gestione di quest’azienda pubblica al 100%.

Il disprezzo espresso in modo così arrogante verso i lavoratori e le lavoratrici Alitalia fa il paio con una politica di assunzioni discriminatoria e al di fuori dalle leggi nazionali e dei regolamenti europei, di cui – ovviamente - Altavilla continua a farsi beffe, come se fosse l’amministratore di un’azienda di sua proprietà.

Nel frattempo, pare che sia impresa improba spiegare a questo signore che è egli stesso un dipendente di un’azienda il cui unico azionista è il MEF e che non può fare come gli pare e piace. Proprio per questa condizione, sarebbe al contrario tenuto al rispetto dei criteri generali per le assunzioni - “pubblicità, trasparenza e imparzialità” dettate dalle leggi di questo Paese - oltre che nell’esercizio d’impresa, perseguendo anche l’interesse sociale, come dettato dall’art.41 della Costituzione italiana.

Purtroppo, gli accordi sottoscritti dalle altre organizzazioni sindacali, oltre a tagliare del 30% i salari dei dipendenti rispetto al precedente contratto nazionale, lasciano mani libere a questo signore. Si è infatti accettata la disapplicazione delle tutele di legge previste nelle cessioni di ramo d’azienda mentre stridono le assunzioni in ITA di tutte le strutture sindacali delle sigle sindacali, inclusi i segretari nazionali delle sigle sindacali confederali, dopo la sottoscrizione degli accordi così come emerso da articoli di quotidiani nazionali.

Noi continuiamo a chiedere al Parlamento italiano, a cui va il compito di indirizzo e controllo dell’operato di ITA, se è tollerabile la conduzione in questo modo di un bene pubblico come ITA, con evidenti ricadute sociali, in un settore strategico per la ripresa del mercato turistico italiano e di farlo a partire dalla prossima audizione prevista per il 19 gennaio prossimo.

USB continuerà a porre questo tema nelle piazze, nelle aule dei tribunali e ovunque si parli dell’interesse di migliaia di lavoratori e lavoratrici di questo settore italiana. Perché questo Paese, i suoi cittadini e i suoi lavoratori non si meritano questo.

USB Lavoro Privato – Trasporto aereo

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