Ita e la supercazzola del manager che tutti volevano ma nessuno si pigliava

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Per un solo attimo, uno soltanto, malgrado la disastrosa situazione in cui si trovano i lavoratori Air Italy e più in generale quelli del trasporto aereo che per anni hanno lavorato per compagnie aeree italiane, ci piacerebbe - come si usava dire all'inizio della dimostrazione di sicurezza a bordo degli aerei - richiamare la vostra attenzione sull'imbarazzante quanto disgustosa lettera inviata da Alfredo Altavilla, presidente di Ita, ai dipendenti. Prima però, piccola introduzione.

Pensiamo anche di essere pertinenti, in occasione della seconda riunione al MIMS sullo stato del trasporto aereo.

Le riunioni al MIMS dovrebbero aprirsi con un solo aggettivo: disastroso.

Chiariamoci: il trasporto aereo in Italia va benissimo, al netto della pandemia. Poche regole, passeggeri in aumento, abbondanti sovvenzioni pubbliche, nessun rispetto di una qualche forma di contratto nazionale da applicare ai lavoratori, low cost che hanno ormai conquistato il mercato arrivando addirittura ad aggiudicarsi e garantire (per minare) servizi pubblici come la continuità territoriale sarda.

Questa è la chiara idea che le istituzioni hanno sul trasporto aereo: lasciar fare.

Siamo di fronte ad una situazione che coinvolge migliaia di lavoratori del settore prossimi e a rischio licenziamento ma il Governo e le forze parlamentari non fanno neanche finta di curarsene, vuoi perché alcuni manco sanno di che parlano, vuoi perché qualcosa andrà pur detta, ripetendo il nuovo mantra: PNRR e Politiche Attive.

Negli ultimi anni, nel tentativo di rianimare le disastrate compagnie aeree italiane, sono stati firmati accordi osceni che non solo portavano in sé profili di illegittimità ma facevano carne da macello dei diritti dei lavoratori, lasciando però sempre aperto il varco e lo spiraglio che alla volta successiva sarebbe stato possibile fare peggio poiché non c'era più un argine. È successo in Alitalia nel 2008, poi nel 2014, poi in Meridiana nel 2016 sino alla perla Ita, in violazione ovviamente del basilare diritto comunitario tradotto in Italia con il famigerato articolo 2112 del codice civile ad opera dello Stato che è pure legislatore. Se non fosse serio, dovrebbe come minimo essere ridicolo ed è anche questa una delle ragioni per le quali all'estero, in sedi istituzionali, veniamo presi così poco sul serio. Non basta certo ripulirsi con la star di turno alla presidenza del consiglio.

Torniamo - e concludiamo - ad Altavilla.

A parte i toni da padroncino della ditta, a parte il metodo autoritario che crediamo non si usi manco più in Bielorussia, a parte le improbabili segnalazioni delle contesse Filiguelli De Bonchamp che “lei non sa chi sono io” - rimpiangiamo tutti chiaramente “attenzione adesso la signora ci dirà chi è” - a parte la solita e inutile litania sul costo del lavoro alto, sul cliente che non deve chiedere mai, sul portare l'Italia nel mondo e tutte le fregnacce raccontate e mai realizzate da sedicenti manager alla Altavilla, catapultati per caso nel trasporto aereo anche per mancanza di opzioni poiché dopo Fiat lo volevano un po' tutti ma nessuno se lo pigliava, insomma a parte il solito copione inconsistente, utile solo a dare un senso estetico alla presenza di certi manager, segnaliamo:

- il piano Ita, il progetto Ita è una cagata pazzesca. Una compagnia nana, un management nano, la violazione di basilari diritti, la simulazione molto probabilmente in frode alla legge e al diritto comunitario di una discontinuità, un nome e un marchio illeggibile e in INGLESE, personale sottopagato e precario, centinaia e centinaia di cause, denaro pubblico già utilizzato per operazioni come minimo discutibili (vedi nuova livrea), insomma... la lista è più che lunga.

Tuttavia Altavilla trova il tempo di indicare la luna come se i naviganti e tutti i dipendenti inclusi quelli di terra, manutenzione e indotto non fiutassero e capissero l'ennesimo bluff, con la lettera supercazzola in cui dice a tutti quanto sia importante raggiungere i premi di risultato per integrare una retribuzione già piuttosto misera (in particolare in relazione alla pensione) e rispettare i clienti che lo chiamano personalmente al telefono, ipotizzando "punizioni" (non sanzioni, badate bene) esemplari in futuro.

Noi di Air Italy, oltre ad avere una certa esperienza recente in tema di supercazzole manageriali, siamo solidali coi lavoratori Alitalia - perché non esistono lavoratori Ita, esistono lavoratori Alitalia a cui è stato affibbiato un falso nome a causa delle visioni stralunate di qualcuno – sommessamente avvisiamo: opponetevi ora, non domani. Lo sapete meglio e quanto noi che non si va da nessuna parte.

Non è solo una questione di dignità. È una questione pratica.

RRSSAA USB Air Italy

Olbia – Malpensa 11 novembre 2021