La magistratura annulla in FVG l'aggiudicazione della gara del trasporto pubblico
Così com'è accaduto per le gare svolte nella regione Toscana, protagonista la stessa società Bus Italia (FS),dopo quasi tre anni di procedure e di ricorsi - i Giudici del TAR Friuli Venezia Giulia hanno bloccato l’aggiudicazione della gara del trasporto pubblico regionale, definendo “inadeguate e sibilline” le motivazioni fornite dalla commissione giudicatrice, nel merito dell’assegnazione alla SCARL TPL FVG.
La situazione rimane a questo punto “congelata”.
E’ ormai certo che nell’immediato futuro il servizio tpl verrà esercitato dagli attuali gestori con un ulteriore proroga per il 2017, in attesa che la Regione FVG trovi il modo per riavviare le procedure di assegnazione dell’appalto decennale.
Una scelta scellerata, quest’ultima, per la quale l’Unione Sindacale di Base , torna a denunciare la ricaduta negativa che peserà sui lavoratori e sull’utenza nel momento in cui il servizio di trasporto pubblico regionale sarà affidato al nuovo gestore unico, qualunque esso sia. Infatti sono proprio le logiche delle gare al maggior ribasso che determinano le ovvie, quanto disastrose, conseguenze.
Le società hanno l’obiettivo di realizzare ogni anno decine di milioni di utile, con i soldi pubblici versati dalla Regione FVG; eppure dovranno garantire circa il 10 % di chilometri annui in più di servizio ricevendo un corrispettivo economico più basso dell’ attuale.
Gli utenti dovrebbero ricevere un servizio migliore quando già viene prevista l’assegnazione del 20 % dei servizi in sub appalto e la trasformazione di una parte delle attuali linee - in servizio a chiamata - nelle aree che vengono definite a “domanda debole “.
I conducenti di linea dovrebbero garantire un servizio sicuro – quando l’orario di guida potrebbe arrivare fino alle 60 ore settimanali, con una presenza continuativa in servizio di 13 ore e con l’obbligo di prestazioni di lavoro straordinario.
Questa è la cornice delle privatizzazioni; continuare a far soldi sulla pelle dei cittadini e dei lavoratori attraverso un ulteriore aumento dei carichi di lavoro, riduzione degli organici, al contenimento dei salariali ed al taglio del servizio.
Probabilmente proprio per rendere più lineare e indisturbato possibile il percorso delle privatizzazioni la politica e media hanno scelto di criminalizzare l’esercizio del diritto di sciopero.
Siamo certi che i lavoratori autoferrotranvieri non rimarranno a guardare;
l’Unione Sindacale di Base è e rimarrà al loro fianco a lottare a difesa dei diritti, della sicurezza, del salario e della loro dignità.
USB Lavoro Privato, Coordinamento Nazionale Trasporti