Lavoro e non elemosina: Le ricollocazioni non devono affamare i lavoratori!

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In questi giorni si stanno susseguendo le transazioni per il personale di terra Alitalia da ricollocare presso aziende terze così com’è previsto negli accordi del 12 luglio e dal successivo accordo aziendale del 24 ottobre u.s.

La questione delle ricollocazioni per USB è sempre stata considerata assolutamente insufficiente sia dal punto di vista delle garanzie per la certezza del lavoro e del mantenimento che dei trattamenti per chi è stato considerato “esubero”.

Secondo quanto scritto nell’accordo quadro, Alitalia si era impegnata ad approntate trattative con società terze con le quali la compagnia aveva già rapporti commerciali in essere, per la cessione di alcune centinaia di lavoratori che dovrebbero essere ricollocati, ma le modalità con le quali si stanno svolgendo le riassunzioni sono a dir poco arbitrarie ed ingiustificate.


Innanzi tutto i dipendenti Alitalia appena messi in mobilità in questi giorni, sono stati chiamati a firmare i contratti senza avere proposte di lavoro chiare, che devono essere presentate per iscritto al lavoratore.


La legge tutela i lavoratori sul mantenimento della mobilità nel momento in cui la proposta di lavoro non fosse considerata congrua secondo alcuni parametri (tra cui la distanza dal luogo di lavoro e/o dal punto di vista dei trattamenti economici). La retribuzione annua lorda (RAL) ad esempio non può scendere oltre il 10% in una proposta alternativa di ricollocamento. Il punto però è che nella RAL non sono ricomprese le voci mobili.


In secondo luogo, contemporaneamente al momento delle assunzioni nelle nuove aziende sono sottoposti anche i verbali di transazione che chiudono definitivamente, come una pietra tombale, ogni eventuale pretesa sia economica che normativa pregressa verso Alitalia. USB ha già denunciato alla DTL le forzature che sottendono la ricollocazione del personale di alcune aree.


Tutto questo esula da quanto previsto dalle intese! Si cerca di vincolare il lavoratore che prima è stato licenziato e adesso è nella condizione di dover considerare il posto di lavoro proposto anche se questo può voler dire un taglio del salario fino al 30%. USB non ha firmato questi accordi che prima hanno sancito i licenziamenti e ora affamano i lavoratori.


Con l’accordo quadro del 12 luglio si è dato il via libera ai licenziamenti, si è prevista una sperimentazione per il ricollocamento che non è partita e sta ancora al palo e che non funziona nemmeno per quelle poche centinaia di lavoratori che dovevano avere il percorso almeno in parte definito per un nuovo impiego.


Altro tema è il riconoscimento dell’anzianità maturata nell’ambito delle carriere svoltesi nelle aziende del settore, laddove i lavoratori vengono ceduti da una società all’altra e non consolidano i diritti maturati.


Il governo sta facendo una gran pubblicità del suo Job’s Act, ma sta emergendo sempre più chiaramente che la ricollocazione, così come è pensata e proposta dal governo, è una farsa e appunto nasconde il fatto che non ci sono risorse sufficienti né la volontà reale di garantire i posti di lavoro che si perdono. Soprattutto non sono assicurate le stesse condizioni normative ed economiche. Quella che è stata presentata come un'opportunità, quando va bene è una presa in giro che riduce ancora il costo del lavoro a favore delle aziende e rappresenta un’onta per i lavoratori condivisa dalle sigle sindacali che avallano questo sistema.


In Alitalia si sta procedendo in questo modo e i lavoratori mandati fuori spesso sono ricollocati per un tozzo di pane dopo decenni di lavoro. Questo è inaccettabile, ecco perché USB non ha firmato l’accordo quadro.


In questi giorni USB è al tavolo per l’esame congiunto sulla cessione di ramo d’azienda cioè sulla questione delle assunzioni nella nuova Società Aerea Italiana-SAI. Quest’accordo finale stabilirà una serie di condizioni per le assunzioni e probabilmente nelle intenzioni di chi ha già avallato il resto, sancirà una cesura tra la vecchia e la nuova azienda con il tentativo di chiudere ogni possibilità di ricorso legale e di impugnativa dei licenziamenti.

Ecco cosa succede quando ci si fida di chi dice di non preoccuparsi.


A breve, probabilmente la prossima settimana, saranno indette assemblee dei lavoratori per tenere le categorie informate di tutto quanto sta accadendo. Vi aggiorneremo al più presto. USB continua a stare al fianco ai lavoratori!


 

USB Lavoro Privato

Fiumicino, 25 novembre 2014