Le cifre del trasporto aereo del 2016: + 4,9% passeggeri / + 5,9% cargo +2,6% movimenti aeromobili. Chi non ha fatto il proprio dovere?

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Seppur ampiamente prevedibili, fa sempre un grande effetto leggere le cifre riportate dalla nota che hanno accompagnato la pubblicazione dei dati sul traffico aereo del 2016 emesso da Assaeroporti:

  • I passeggeri sono stati 164 mln con un incremento rispetto il 2015 del 4,9%;

  • I movimenti sono arrivati a 1500 mln con un incremento del 2,6%;

  • Il cargo ha superato quota 1.000 tonnellate con un + 5,9% sempre rispetto al 2015.


Questo dato ha interessato tutti gli aeroporti nazionali fatta eccezione alcune sporadiche situazioni legate a fattori contingenti. Come affermato nello stesso comunicato da parte di Asseroporti, il trasporto aereo continua ad avere un trend di crescita inaudito e “..appare evidente la necessità che il nostro Paese, al di là degli incrementi registrati, faccia ogni sforzo possibile per intercettare la crescente domanda di trasporto di persone e merci.”

 

La cruda cronaca invece riporta impietosamente che, in moltissimi degli aeroporti citati dal report negli ultimi tre anni, si è arrivati a licenziare migliaia di persone (Alitalia, Meridiana, Groundcare, Ams), oppure mettere in cassaintegrazione o solidarietà oppure a fare contratti peggiorativi se non disdire i contratti integrativi in vigore (Sea, Airport Handling, Aviation Services, Aviapartner, Sa.Ca.l, la stessa Alitalia e Meridiana).


Insomma, viviamo nella contraddizione che mentre i passeggeri in 10 anni passando da poco più di 120 milioni nel 2016 a oltre 164 milioni di quest'anno (il 35% in più...) e le merci hanno seguito lo stesso trend, l'industria nazionale è di fatto quasi scomparsa tra i vettori mentre gli aeroporti sono diventate vere e proprie roulette russe dove ognuno si vede sfruttato sempre di più.


Di fronte all'ennesima crisi Alitalia e all'esito drammatico di Meridiana, di fronte alle continue richieste di tagli salariali e occupazionali negli aeroporti, è giunta l'ora di superare questa contraddizione e di capire chi non ha fatto il proprio mestiere dentro questo settore, chi ha barato, chi ha sfruttato l'ultra-deregulation permessa da Governi fantasma e chi, infine, è stato semplicemente incapace.

Aver appaltato il trasporto aereo a stranieri e, soprattutto, low cost sta portando a un abbassamento delle condizioni di lavoro generali, incluso l'indotto, con ricadute pesanti anche nella qualità dei servizi e sulla sicurezza.


La piattaforma di rinnovo contrattuale generale del Trasporto Aereo, elaborata dalla struttura settoriale di USB Lavoro Privato che sarà portata nelle assemblee durante le prossime settimane iniziando da Alitalia, è basata proprio su questo aspetto: i lavoratori iniziano un percorso di rivendicazione dentro un settore in crescita dopo aver pagato tutti a carissimo prezzo una crisi che almeno qui non esisteva.

Adesso tocca a Governi e alle Aziende di questo paese iniziare a fare la propria parte.