L'emergenza sanitaria e quella democratica

Nazionale -

Approfittando della concitazione emergenziale nell'attuale crisi sanitaria c'è chi si sta ingegnando per trarre profitto anche da questa nefasta contingenza. Si tratta delle associazioni e delle lobby politiche padronali, che dovrebbero piuttosto essere imputate per gli enormi danni prodotti allo stato sociale del Paese, e che invece continuano a imporre le loro indicazioni alle scelte di governo. Lo si è visto nella pressione esercitata da Confindustria sulla stesura dei decreti per l'emergenza sanitaria,  con l'opposizione al blocco delle attività produttive non strettamente necessarie, e con il tentativo di istituzioni come la Commissione di Garanzia per gli Scioperi di sanzionare le azioni di lotta dei lavoratori che vogliono tutelare la loro salute, e coerentemente contribuire allo sforzo generale di contenimento della diffusione del contagio da Covid-19.

A questa operazione di ingegno padronale stanno collaborando attivamente quelle organizzazioni

sindacali che, soddisfatte dell'interlocuzione accordatagli dal governo e dalle stesse associazioni

padronali, bloccano, come al solito, la mobilitazione dei lavoratori invece che quella dei padroni.

Intanto a fronte delle scarse risorse finanziarie a tutela dei redditi, ai lavoratori viene chiesto di contribuire con le loro risorse al contrasto della crisi economica dovuta all'emergenza sanitaria; per esempio utilizzando le proprie ferie per far fronte alla riduzione delle attività produttive.

È quello che sta succedendo nelle società del Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane (FSI), dove quasi un terzo delle lavoratrici e dei lavoratori sono interessate/i da provvedimenti relativi alla riduzione dell'offerta di trasporto su ferro, per la quale si stanno attivando anche risorse interne come il “Fondo di solidarietà per le politiche attive di sostegno al reddito...” (strumento di ammortizzazione salariale che viene finanziato ampiamente anche da lavoratrici e lavoratori). Ma se solo alcune migliaia di questi lavoratrici e lavoratori è destinata a ricevere i trattamenti del Fondo di solidarietà (circa 18000), a tutte/i indiscriminatamente viene chiesto di dare fondo alle proprie scorte di ferie pregresse.

Unione Sindacale di Base ritiene inaccettabile questa richiesta indiscriminata, richiesta che potrebbe essere comprensibile per chi è destinato a ricevere i trattamenti economici del Fondo (come espresso nella circolare esplicativa del Ministero del Lavoro del 24 marzo), ma è del tutto ingiustificata per coloro che sono preliminarmente esclusi da questa destinazione; come per esempio gli addetti a Staff, Uffici e Manutenzione Infrastrutture.

Inoltre USB ritiene altrettanto inaccettabile la modalità con cui si sta procedendo a scelte che ricadono sui diritti di lavoratrici e lavoratori, modalità che esclude i componenti delle RSU e attribuisce alle organizzazioni sindacali competenze esclusive, in violazione di ogni norma sulle relazioni industriali e degli stessi accordi vigenti per la gestione dell'attuale crisi sanitaria. Stesso discorso vale per l'esclusione della RLS dal confronto sulle misure adottate nei posti di lavoro, con le stesse OOSS che si sono attribuite competenze di interlocuzione con il datore di lavoro sottraendole ingiustificatamente alle figure di rappresentanza dei lavoratori previste dal D.lgs 81/08.

Per questi motivi USB invita tutte/i le/i lavoratrici e lavoratori non inserite/i nel percorso di accesso alle prestazioni del Fondo (o non interessate/i ai trattamenti di congedo straordinario), a non rispondere alla richiesta di programmazione delle proprie ferie, e allo stesso tempo a protestare verso le OOSS per l'inaccettabile esclusione dei propri rappresentanti dalle sedi di confronto con le dirigenze aziendali. Per ogni esigenza di maggiori informazioni e tutele si invitano tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori a fare riferimento ai delegati aziendali di USB o ai contatti in calce.    

 

Unione Sindacale di Base Lavoro Privato - Attività Ferroviarie