Livorno, firmato il patto per il lavoro in porto e nella logistica. La “pace sociale” per proseguire nell'attacco sistematico su diritti e sicurezza. Sarebbe questo il porto del futuro?
Piombino, Elba, settore passeggeri, crociere, cantieristica e sindacati rappresentativi esclusi dalla discussione.
“Rinnovare lo spirito di coesione che caratterizza la nostra comunità equivale ad aggiungere uno dei fattori più importanti di affidabilità e competitività: la pace sociale”. Leggendo il nuovo patto per il lavoro, la competitività, e coesione sociale del sistema città-porto Livorno, recentemente firmato presso il Comune di Livorno, non si può non soffermarsi su alcune parole utilizzate più è più volte che in qualche maniera ci fanno capire quale sia il vero obiettivo di tale patto e l'ipocrisia che sta dietro alle buone intenzioni di facciata. Si parla di “pace sociale per garantire competitività”, coesione sociale, sistema porto, comunità, collaborazione…”
È evidente che armatori e terminalisti per portare a compimento la loro opera di attacco sistematico a ciò che rimane del sistema di lavoro in porto basato su diritti e tutele conquistati in anni e anni di lotte sindacali, hanno bisogno del massimo silenzio e collaborazione da parte di sindacati compiacenti.
Continuando nella lettura ci si rende conto che alcuni settori importanti, fondamentali dell'ambito portuale livornese sono stati lasciati fuori dalla discussione, forse per non “pestare i piedi a qualcuno”. Del settore crocieristico e quello dei passeggeri così come la cantieristica (che pure stanno all'interno del raggio d'azione dell'Autorità portuale e fanno parte, forse ancora di più del settore commerciale, di quel sistema porto-città) non vi è traccia.
Per i primi due ambiti vorremmo ricordare che ormai da diverso tempo è stato aggiudicato un appalto dell'ammontare di 100 milioni di euro per la realizzazione dello scalo passeggeri. Investimento di cui non si è saputo più nulla nonostante il settore turistico sia ormai diventato assolutamente centrale per la nostra economia.
Ma la cosa più grave sta nella superficialità con cui si parla del sistema appalti. Nell'ambito portuale ci sono lavoratori di ditte e cooperative che prestano la loro opera con contratti delle pulizie o multiservizi. Società che invece di assumere direttamente i lavoratori come sarebbe giusto e sacrosanto esternalizzano lavorazioni come se nulla fosse. Addirittura i sindacati firmatari sono concordi nel dire “Il tema dell’esternalizzazione… rappresenta un ulteriore valore aggiunto”.
La pace sociale vuol dire rimanere in silenzio su queste tematiche? Nemmeno su una cosa come questa le altre organizzazioni sono riuscite ad ottenere un minimo di contropartita?
Sulla precarietà si dice invece “Nell’ambito del lavoro portuale, le previsioni della norma vigente sul lavoro temporaneo sono una ricchezza da tutelare come fattore di competitività e di sviluppo” Siamo curiosi di sapere se i sindacati compiacenti, che da una parte fanno finta di lottare per le stabilizzazioni, hanno detto ai propri iscritti di aver firmato un testo come questo.
In questo senso è indicativo anche il tentativo di esclusione della nostra sigla sindacale nonostante qualche settimana fa sia l'assessore Bonciani sia il sindaco Salvetti si erano impegnati ad aprire il tavolo a tutte le organizzazioni presenti sul territorio facenti parte di quella "comunità" tanto sbandierata nel patto. Esclusione arrivata nonostante USB abbia già avuto incontri ufficiali con il nuovo presidente dell'Authority e sia presente in diverse società portuali e della logistica. Oltretutto vorremmo ricordare che l'Autorità di Sistema interviene anche nei territori di Piombino ed Elba. Anche la provincia di Livorno risulta, quindi, fuori dalla discussione.
Così diventa ancora più evidente l'ipocrisia che sta dietro alle parole “comunità e coesione sociale”. Ma non siamo così ingenui da non sapere che l'esclusione è dovuta ad un motivo ben preciso. USB avrebbe posto tutta una serie di questioni che le altre organizzazioni sindacali hanno pensato bene di evitare di porre. Basti pensare che hanno accettato in silenzio che si inserissero termini quali: competitività delle imprese, solidarietà nei confronti degli armatori e riduzione della conflittualità.
Per rispetto di tutti i lavoratori portuali e del settore della logistica ci batteremo affinché USB sia presente al tavolo da subito e possa garantire una rappresentanza vera per tutti quei portuali che non hanno intenzione di farsi vendere al miglior offerente in cambio neanche di qualche briciola.
Il sindacato DEVE fare il sindacato non il passacarte di armatori e terminalisti.
Unione Sindacale di Base Sezione Porto
Livorno 12 aprile 2021