Vertenza 10 gennaio manutenzione infrastrutture RFI: 3 giugno ancora sciopero, ancora a Roma!
Da una parte un governo che conferma e accelera l’applicazione delle politiche europee di privatizzazio- ne delle strutture industriali e di servizio pubblico del Paese, mentre definanzia la spesa sociale e destina miliardi di euro ai progetti guerrafondai della NATO, con centinaia di migliaia di ammazzati tra le popolazioni civili in Europa e in Medio Oriente.
E mentre le condizioni economiche di lavoratrici e lavoratori arretrano di fronte alle pretese privatistico/padronali, con il ministro delle infrastrutture e dei trasporti, tira la corda sull’agibilità dei diritti sindacali e di sciopero, di concerto con la commissione di garanzia 146/90 (meglio detta commissione antisciopero) e, nei recenti casi che ci riguardano, con la stessa società RFI.
Nel frammezzo l’ad di RFI firma accordi con il gruppo industriale Leonardo per “… un progetto condiviso nell’ambito Military Mobility, un’iniziativa Ue finalizzata ad aumentare le capacità infrastrutturali e digitali esistenti, per assicurare la movimentazione di risorse militari, all’interno e all’esterno dell’Europa, anche con breve preavviso e su larga scala, garantendo capacità di trasporto sicure, so- stenibili e resilienti.”, e diventa presidente di Agens per Confindustria, dopo aver intascato l’accordo di riorganizzazione della manutenzione infrastrutture del 10 gennaio scorso.
Dall’altra compagini sindacali che nell’arco dell’ultimo ventennio hanno favorito i peggiori processi di deregolamentazione e arretramento contrattuale nei settori del pubblico e del privato, smobilitando lavoratrici e lavoratori e garantendo il dispiegarsi, nella pace sindacale, delle politiche di privatizzazione e precarizzazione dei rapporti di lavoro, di impoverimento dei salari e di peggioramento delle condizioni di salute e sicurezza sul lavoro.
Il 3 giugno prossimo ci dovremo parare di fronte a questo scenario, con il quinto sciopero contro l’infame accordo del 10 gennaio: l’obiettivo sarà confermare la determinazione dei ferrovieri della ma- nutenzione infrasrutture a tenersi la parola presa ormai 4 mesi fa con la grande adesione al primo sciope- ro del 12 febbraio scorso.
Ci ritroveremo ancora a Roma e ancora davanti al palazzo ministreriale dei trasporti a sfidare l’arrogante codardia di chi sta arroccato nelle fortezze del potere e fa strame di diritti e tutele delle persone lavoratrici e dell’intero blocco popolare del Paese, mettendo a suo profitto ogni istanza delle loro esistenze.
Il 3 giugno sarà anche la fatidica data in cui partirà l’assurdo nuovo orario di lavoro, un momento che ci preoccupa gravemente e nel quale dovremo, in qualche modo, sopportare un ulteriore peggioramento delle nostre condizioni di vita: il modo migliore sarà quello del mantenimento dello stato di mobilitazione permanente e dello sviluppo dei nostri rapporti di organizzazione e solidarietà.
La volontà di far cessare prima possibile questo ingiurioso attacco ai nostri diritti e alle nostre tutele non potrà essere disgiunta da quella della rivendicazione di effettiva presa di parola nella contrattazione delle nostre condizioni di lavoro, ponendo con forza la questione della democrazia sindacale e del rinnovo delle rappresentanze RSU/RLS: come premessa della possibilità di stoppare l’andazzo managerial/padronale nel settore delle infrastrutture ferroviarie.
Sulle lotte dei ferrovieri si è fondata la civiltà sindacale in Italia: riprendiamoci anche questa gloriosa funzione e riapriamo il discorso sulle nostre condizioni di vita e su quelle dei milioni di lavoratrici e lavoratori di questo Paese malamente depredato e impoverito.
Avanti con l’organizzazione! Avanti con la lotta!
USB Lavoro Privato - Attività Ferroviarie