Manutenzione RFI, DOIT Roma: la democrazia sindacale è una questione seria e riguarda tutti i lavoratori

Roma -

Mentre i lavoratori sono mobilitati e stanno scioperando a raffica contro l’attacco frontale del 10 gennaio alle loro condizioni di vita, cercando ogni occasione per sconfessare la malcelata frenesia delle rappresentanze sindacali territoriali di sbrigare la pratica burocratica che gli hanno accollato più alti committenti di porre finalmente questa firma, spiegando con inedita volontà di partecipazione alla causa comune che questa forzatura ricadrà ulteriormente a danno delle loro condizioni generali di lavoro e di vita, lasciando irrisolte questioni storiche del settore come i bassi salari, i bassi inquadramenti professionali, le basse tutele per la salute e la sicurezza, i bassi livelli occupazionali che hanno prodotto enormi carenze dei fabbisogni professionali e esperienziali; ebbene, nel frattempo di tutto ciò succede che in varie DOIT del nostro stivale le relative compagini sindacali territoriali firmanti si sono decise allo scarabocchio di un accordaccio che prevede variazioni sul tema 20/21, tanto impellente a RFI, facendo orecchie da mercante sulla compattezza della protesta dei lavoratori interessati.

Tra queste DOIT del nostro stivale c’è anche quella di Roma dove abbiamo la nostra componente nella RSU di settore, eletta nel 2015, e dove a seguito della scarabocchiatura dell’accordaccio lo scorso 6 maggio,  frange fondamentaliste delle compagini sindacali firmanti hanno dato alle stampe dichiarazioni trionfalistiche sulle magnifiche sorti e progressive del 10 gennaio per i lavoratori interessati, lanciandoci poi strali lubrichi perché, nel corso dell’incontro e poi con invio di una nota a verbale, abbiamo ribadita la nostra denuncia sulla irregolare rappresentatività della RSU9 di settore normativamente decaduta (come quelle di tutte le società del gruppo) da sei anni.

Con questi soggetti sindacali abbiamo da sempre punti di vista molto diversi sui fondamenti di caduta della contrattazione delle condizioni di lavoro.

Delle loro visioni critichiamo infatti le fondamenta che sono state la base di garanzia per l’avanzata dell’impresa speculativa nelle attività ferroviarie e, con particolar danno, nella manutenzione infrastrutture dove il meccanismo della contrattazione territoriale ha spianata la strada ai criteri di deregolamentazione contrattuale che hanno favorito la dilagante penetrazione dell’impresa privata attraverso il meccanismo degli appalti a cascata; mentre veniva depauperato il patrimonio di tutele e capacità produttiva dei lavora-tori di RFI e si impennava la casistica di infortuni gravi, gravissimi e mortali nei cantieri di manutenzione ferroviari.

Dunque cosa ci possono sollecitare le affermazioni di questi che ritengono normale la validazione di un accordo della portata normativa del 10 gennaio da parte di rappresentanti di cui la maggioranza dei lavoratori interessati, oggi, neanche sa l’esistenza?
Sicuramente la riconferma di non esserci sbagliati negli anni passati quando vedevamo già in atto lo spregio di questi verso la voce dei lavoratori, la loro crescente autoreferenzialità, tutta garantita dal riconosci-mento di controparti padronali che chiedono la condizione inderogabile di restare agganciati al loro schema d’impresa speculativa e di erosione progressiva delle tutele per i lavoratori. Poi una rinnovata motiva-zione a portare a termine l’iniziativa di denuncia sulla irregolarità delle RSU firmatarie degli accordi territoriali di DOIT; una iniziativa di piena rivendicazione politica di democrazia sindacale per i lavoratori e che si pone, nel contesto di questa vertenza, anche come tentativo di impugnare giuridicamente l’applicazione “erga omnes” dei contenuti peggiorativi dell’accordo del 10 gennaio.

Staremo a vedere, per noi, in battaglia, ogni lasciata è persa e non lasceremo nulla di intentato per respingere definitivamente l’attacco del 10 gennaio e porre nuove basi alle prospettive di rappresentanza dei ferrovieri. Chi dev’essere preoccupato?

Unione Sindacale di Base Lavoro Privato - Attività Ferroviarie